Castello e pieve di Spaltenna – Gaiole in Chianti

 

Luogo: Spaltenna

Comune: Gaiole in Chianti

Denominazione: Pieve di Santa a Spaltenna

Data/periodo: In numerosi documenti provenienti dalla Badia di San Lorenzo a Coltibuono è ricordato, sin dal 1060, un “locus Spaltinne”, ovvero un abitato con consistenza urbana non superiore a quella di un villaggetto. Solo dall’inizio del XII secolo, tuttavia, si può parlare dell’esistenza di una chiesa plebana dedicata a Santa Maria

Descrizione: Tra il 1102 e il 1110, la sede pievana di San Pietro in Avenano viene trasferita a Spaltenna, cambiata di nome e dedicata a Santa Maria. Nel secolo che vide il rinnovamento dell’edilizia religiosa nasce dunque questa costruzione giunta fino a noi senza eccessive manipolazioni.

L’edificio romanico presenta tre navate divise da cinque grandi arcate nascenti da semplici pilastri in pietra di forma quadrangolare. La navata centrale ha una copertura a capriate e termina con un abside semicircolare. Sia l’interno che l’esterno di questa pieve testimonia la semplicità e l’essenzialità, specialmente dopo che un intelligente restauro negli anni Sessanta ha riportato alla luce il bel bugnato color cinerino.

Elegante ma sobrio è l’altare settecentesco. I colori tenui e le forme misurate sottolineano l’austerità di questo luogo, accentuata dalla massiccia torre campanaria che si eleva sulla sinistra della pieve. Sul lato destro invece si sviluppa un complesso di edifici con pianta a U, articolato in modo da formare, insieme alla fiancata della chiesa, uno spazio circoscritto che svolgeva funzione di chiostro.

Le dimensioni notevoli dell’insieme ci richiamano alla funzione di fattoria svolta dalla struttura sin dal Medioevo, dato il non trascurabile patrimonio terriero che ad essa faceva capo e le cui rendite attirarono ben presto le mire dei Ricasoli.

Alcune rilevanze archeologiche lungo tutta la muratura perimetrale del complesso attestano l’utilizzazione di edifici preesistenti che dovevano articolarsi in modo analogo a quello degli attuali fabbricati. I locali legati all’attività produttiva e quelli destinati a servizio della chiesa formano un’unica massiccia costruzione, chiusa ai lati da due corpi di fabbrica leggermente più elevati. Questi ultimi, simili a due torri, insieme alle alte mura che delimitano il complesso, conferiscono all’intero edificio un aspetto castellano: si spiega così la denominazione “castello di Spaltenna”, altrimenti non giustificabile.

Adesso all’interno dell’antico convento e delle altre strutture trova spazio un albergo-ristorante gestito dalla società Castello di Spaltenna Srl.

Bibliografia:

Anichini F., Enciclopedia del Chianti senese, Siena, Cantagalli, 2005, pp. 363-364

Avanzati E., Ciampolini M., Il Chianti senese: itinerari storico-artistici, Siena, Nuova immagine editrice, 2001, p. 79

Barzanti R., Chianti senese: pievi, castelli, borghi, vigneti e cantine, Milano, Mondadori, 1998, p. 183

Bosi E., Il Chianti dei castelli: un itinerario nel paesaggio del Chianti fra antichi e suggestivi castelli, Firenze, Demo Media, 1997, p. 108

Brogi F., Inventario generale degli oggetti d’arte della Provincia di Siena, Siena, 1897, p. 184

Cammarosano P., Passeri V., I castelli del senese. Strutture fortificate dell’area senese-grossetana, Siena, Nuova immagine, 2006, p. 260

Stopani R. (a cura di), Ager Clantius. Collana di brevi monografie chiantigiane: Spaltenna, Firenze, Editoriale Gli Arcipressi, 2001, pp. 31-37

Torriti P., Le chiese del Chianti, Firenze, Le lettere, 1993, p. 141

Documenti:

Spaltenna 1. Marchetti F., Tognaccini D., Le più antiche immagini del Chianti. L’albero genealogico dei Ricasoli in una stampa del 1584, Firenze, edizioni polistampa, 2009, p. 85 pdf

Spaltenna 2. Marchetti F., Tognaccini D., Le più antiche immagini del Chianti. L’albero genealogico dei Ricasoli in una stampa del 1584, Firenze, edizioni polistampa, 2009, p.86

Note: La chiesa, come si legge nell’Inventario Generale degli oggetti d’arte della Provincia di Siena, ospitava un bel numero di opere d’arte. Di tutte non rimane oggi che un Crocefisso ligneo oggetto di grande venerazione.

Autore scheda: Francesca Rosini

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