Pieve della Santissima Annunziata a Montisi – Montalcino

LuogoMontisi 

Comune: Montalcino

DenominazionePieve dell’Assunta 

Data/periodoXIII secolo, nel 1727 consistenti restauri modificano la chiesa con laggiunta di altari in stile barocco, altri restauri nel 1872 e nel 1934 

DescrizioneSituata nel cuore del borgo di Montisi, la Chiesa della Santissima Annunziata  (o dellAssunzione di Maria) ha origini medievale, sebbene abbia subito molti rimaneggiamenti nei secoli. È menzionata per la prima volta in documenti del 1279 come S. Marie de Monteghisi sotto la giurisdizione della Pieve di Santo Stefano a Cennano (Trequanda) 

Oggi la chiesa si presenta con la facciata in arenaria gialla pressoché inalterata, con un piccolo protiro marmoreo al di sopra del portale, elemento tipico dellarchitettura romanica, due monofore laterali e una lunetta con l’Annunciazione, mosaico aggiunto del XX secolo. In alto unapertura a forma di croce sostituì nel 1934 il piccolo rosone.  

Lungo il fianco sinistro della chiesa si trova la torre campanaria, costruita nel 1872 in stile neoromanico in sostituzione del precedente campanile a vela posto sopra la zona absidale. 

La cella campanaria ha quattro aperture ad arco, terminante con una inusuale copertura di forma conica in mattoni e quattro piccole guglie di marmo alla base, qui sono tre campane donate dal nobile locale Alessandro Croci.  

Una lapide alla sinistra del portale documenta i lavori di ristrutturazione settecenteschi: il 5 maggio 1727 furono consacrati il nuovo altare maggiore e i cinque altari laterali, decorati con fregi sorretti da colonne in stucco. Fu realizzata la nuova zona absidale in forma quadrangolare con altare decorato da un tabernacolo di gusto barocco e il coro retrostante, dove era anche un organo a canne a sei registri, oggi sostituito da un harmonium di fattura tedesca del XX secolo. 

Linterno è suddiviso in tre navate, organizzate in quattro campate successivamente ai restauri, eseguiti per motivi conservativi nel 1872. Al posto dei due archi a sesto acuto furono realizzate le due file di arcate a tutto sesto, con un arco più grande centrale e due laterali, su colonne in travertino. 

Nella parte sommitale delle pareti corre una vivace cornice a motivi geometrici e floreali policromi, che si ripete sullarcone absidale, il soffitto è fatto di travi a vista. 

La chiesa conserva ancora preziose opere d’arte, la più antica è il Crocifisso su tavola di un pittore senese della prima metà del Trecento di scuola duccesca, variamente riconosciuto come Ugolino di Nerio, e purtroppo molto frammentario, soprattutto nelle figure dei dolenti nei bracci della croce. Campeggia nella zona absidale limponente pala d’altare di Neroccio di Bartolomeo Landi, pittore senese attivo nella seconda metà del XV secolo, con la Madonna col Bambino e i Santi Paolo, Giacomo, Pietro e Lodovico, firmata e datata 1496. Lopera conserva una bellissima cornice di gusto rinascimentale in oro e blu scuro. Sulla lunetta è Dio benedicente attorniato da angeli. Ornava la chiesa unaltra opera attribuita a Neroccio, una predella a tre scomparti con due Episodi della vita di San Sebastiano e la Crocifissione di Cristo, in origine ritenuti parte della pala daltare, ma ad essa non pertinenti a causa dellincompatibilità dei santi rappresentati; sono esposti attualmente nel Museo Diocesano di Pienza. 

L’altare maggiore, soprelevato rispetto al resto della chiesa, è sorretto da colonnine ottagonali e ospita al centro il tabernacolo marmoreo settecentesco. 

Ai lati dell’abside si trovano due altari su colonnine in legno con le moderne statue della Madonna del Rosario e del Sacro Cuore di Gesù. 

Le quattro opere darte, che trovano abitualmente posto lungo le navate laterali destra e sinistra, sono state momentaneamente spostate per motivi conservativi; rimangono invece le stazioni della Via Crucis, dipinte da Attilio Caroti tra il 1970 e il 1971.  

Le suddette opere sono, sul lato sinistro: la seicentesca Madonna con San Gaetano, di Francesco Nasini e La Madonna del Carmine che dà lo scapolare a San Simone Stock, di bottega di Arcangelo Salimbeni (1536-83). A destra: una Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Evangelista, Pietro Apostolo e Lucia martire, attribuita a Sebastiano Folli (XVI secolo) e proveniente dalla ex chiesa di Santa Lucia, e la Madonna del Rosario con i Santi Caterina da Siena, Domenico, Monica e Agostino opera di Biagio  Burbarini, eseguita nel 1785. 

Nellultima campata a destra vi sono tre dipinti: una Madonna col Bambino del XV secolo, unImmacolata Concezione del XVIII secolo, e una Maddalena del XVII secolo. 

Poco più di cinquantanni dopo i restauri del 1727 la chiesa versava nuovamente in stato di degrado, furono quindi effettuati ulteriori lavori, a seguito dei quali fu tolta la decorazione barocca e ripristinato in parte loriginario stile romanico, i finestroni rettangolari settecenteschi furono sostituiti da ampie monofore a sesto acuto con vetrate policrome raffiguranti figure di santi, quelle raffiguranti San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena vennero donate dalla famiglia Mannucci Benincasa e le altre due con San Giuseppe e Santa Teresa d’Avila furono un dono della famiglia Croci. 

Allesterno, tra il campanile e la zona absidale rimane una grande monofora a vetri colorati e alla sinistra della chiesa vi è il Belvedere dedicato a don Elio Benvenuti, da dove si può ammirare un bel panorama di Montisi dallalto. 

Bibliografia:

L. Martini (A cura di), Museo Diocesano di Pienza, Protagon Editori Toscani, Siena 1998, pp. 96-101 

Carlo Prezzolini, Chiese di S. Giovanni d’Asso e Montisi in Età Moderna in Bullettino di Storia Patria, n° XCII, Siena, Accademia Senese degli Intronati, 1985, pp. 367-368 

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I luoghi della fede

NoteLa chiesa è al momento soggetta a infiltrazioni dacqua dal tetto sulle navate laterali, per non danneggiare le quattro opere darte qui esposte, queste sono state spostate e sistemate momentaneamente dietro ad un pannello nel braccio sinistro del transetto, accanto al Crocifisso trecentesco. Tali opere non sono quindi visibili al momento. 

Autore scheda: Agnese Fanti 

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