Cappella della Presentazione di Maria Vergine – Casole d’Elsa

Luogo: Scorgiano

Comune: Casole d’Elsa

Descrizione: Nel 1667 il granduca di Toscana Ferdinando II elevò a contea la tenuta di Scorgiano di pertinenza della nobile famiglia senese Bichi Borghesi. Dopo qualche anno, nel 1672, il cardinale Antonio Bichi volle edificare una cappella che fu consacrata solo nel 1742 dal vescovo di Massa monsignor Eusebio Ciani.

L’edificio, che ha un impianto a croce greca, presenta una cupola centrale impostata su quattro pennacchi. L’essenzialità dell’architettura in laterizio, con la facciata a capanna su cui addossa un portico a tre campate, contrasta con la sontuosa decorazione barocca dell’interno profusa di stucchi, legni dorati e pitture commissionate dal conte Firmano Bichi a Giuseppe Nicola Nasini e a suo figlio Apollonio. All’interno di dorate cornici mistilinee e a corredo delle Storie della vita della Vergine affrescate nelle volte, nell’abside e nella cupola, sono raffigurati profeti, angeli e arcangeli, nonché un particolarissimo repertorio di santi senesi: San Galgano, San Brunone, San Gregorio Papa, San Bernardino e, infine, Sant’Ansano che battezza santa Caterina. Sono numerosi anche i beati: Gioacchino Piccolomini, Sorore, Franco da Grotti, Ambrogio Sansedoni, Giovanni Colombini, Andrea Gallerani, il Tolomei e Francesco Patrizi.

Sulla facciata, ai lati del portale, sono presenti due scene affrescate raffiguranti la Visitazione e il Censimento di Maria e Giuseppe. Quest’ultimo episodio rappresenta una vera e propria rarità iconografica e, come ha dimostrato un recentissimo studio, è molto probabile che la scelta delle due scene sia in rapporto con la devozione del committente verso la Santa Casa di Loreto. L’unico precedente che vede abbinate le due scene mariane è infatti quello presente nel rivestimento marmoreo della Santa Casa nell’omonima basilica a Loreto, con due formelle a rilievo realizzate da Francesco da Sangallo.

La critica attribuisce a Giuseppe Nicola Nasini il progetto complessivo della cappella e la maggior parte dei disegni e dei bozzetti. Ad Apollonio, invece, ascrive l’esecuzione di gran parte degli affreschi. Questo modus operandi della bottega dei Nasini, tipico degli anni Trenta del Settecento, fu sperimentato anche in altri cantieri di quegli anni e si deve agli impedimenti fisici di Nicola, molto avanzato con l’età, che nel 1736 morì, lasciando il figlio da solo a completare la cappella di Scorgiano, ultimata solo nel 1743.

Il copioso arredo tardo barocco in legno intagliato e dorato è dell’artista senese Agostino di Pietro Montini. Sull’altare maggiore è presente la copia di un dipinto su tavola raffigurante la Madonna col Bambino, le sante Orsola e Caterina d’Alessandria e due angeli (attualmente in collezione privata) assegnata dalla critica a Giovanni di Lorenzo Cini e databile tra la fine degli anni Venti e gli anni Trenta del Cinquecento. Per lo stile e il fondo oro, l’opera rimanda a un antico modello, come se il pittore avesse imitato un prototipo quattrocentesco, forse danneggiato, di cui si voleva continuare a venerare l’immagine. Questa ipotesi trova conferma anche in un altro dipinto del primo Seicento oggi conservato nella Collegiata di Casole ma proveniente da Scorgiano, che fu presumibilmente realizzato per contenere la tavoletta adorata da quattro santi dipinti ai lati di una contemporanea veduta di Scorgiano. Si tratta verosimilmente dell’opera che era collocata sull’altare di un edificio preesistente a quello attuale, nel quale nel Settecento si traslarono la tavoletta e il culto della venerata immagine della Madonna.

Bibliografia:

Casprini F., Un contributo ai Nasini: alcuni disegni per gli affreschi della Cappella Bichi Borghesi a Scorgiano, in “Bullettino Senese di Storia Patria”, n. 109, 202, pp. 556-567

Giffi Ponzi E. e Passeri V., Itinerario IV, in Cimino L., Giffi Ponzi E. e Passeri V. (a cura di), Casole d’Elsa e il suo territorio, Radda in Chianti, Studium Editrice, 1988, pp. 166-171

Tempestini A., Una rarità iconografica: Maria e Giuseppe censiti a Betlemme, in “Studi di storia dell’arte”, 20, 2009, pp.159-168

Autore scheda: Patrizia La Porta

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