San Gimignano e il cinema
Luogo: San Gimignano
Comune: San Gimignano
Data/periodo: Il primo film ambientato a San Gimignano risale al 1925
Descrizione: Assieme a Firenze, San Gimignano è tra gli spazi urbani della Toscana più rappresentati al cinema.
Sarebbe utile distinguere, come fa Stefano Beccastrini nella Presentazione al volume Oltre la porta, tra localizzazione, in altre parole il set in cui è girato il film, e ambientazione, nella quale le vicende narrate si svolgono. Non sempre, infatti, c’è coincidenza tra localizzazione e ambientazione. Ad esempio, L’età di Cosimo de’ Medici (Roberto Rossellini, 1972) è stato girato in parte a San Gimignano ma, nella trama, i fatti si svolgono a Firenze. In questo caso, la fisionomia architettonica e paesaggistica di San Gimignano trasforma il borgo nel set adatto a mettere in scena la Firenze dei Medici, trovando una corrispondenza estetica con il contenuto e le atmosfere del film. La stessa cittadina toscana — come fa notare ancora Beccastrini facendo l’esempio di Fratello sole sorella luna (Franco Zeffirelli, 1972) in cui San Gimignano si “trasforma” in Assisi — è stata molto spesso usata come “maschera urbana” per tanti altri luoghi del mondo raccontati al cinema. Un esempio diverso è quello di Prato (1979), film realizzato dai fratelli Taviani in cui il borgo è uno dei protagonisti del film.
Dalla “filmogenia” del borgo medioevale è colpito anche Marcel l’Herbier, che nel 1925 vi ambienta Feu Mathias Pascal, trasposizione del romanzo di Luigi Pirandello. Il film, legato alle sperimentazioni avanguardistiche, è ricco di dissolvenze, deformazioni, effetti illuministici marcatamente espressionistici che concorrono a creare un’ambientazione spettrale che ben si addice alla storia di un uomo che sceglie di sdoppiarsi e cambiare identità.
Nel 1951, un altro regista francese, Yves Allégret, utilizza San Gimignano per celebrare la storia d’amore tra una studentessa italiana, interpretata da Alida Valli, e il suo compagno di studi Jérôme (interpretato da Jean Marais). Ne I miracoli non si ripetono gli amanti si ritrovano, durante un arco temporale che va dalla vigilia allo scoppio del secondo conflitto mondiale, all’ombra delle torri di San Gimignano, nel luogo già descritto dalla studentessa all’amante durante il loro primo incontro parigino.
Il melodramma ben si coniuga con l’architettura medioevale di San Gimignano. Oltre al già menzionato I miracoli si ripetono, il refrain dell’incontro e del ritrovamento amoroso si ritrova anche in Eine Frau von heute (Paul Verhoeven, 1954) dove la protagonista Toni (interpretata da Luise Ullrich) trascorre la notte di San Silvestro tra Piazza Duomo e Piazza della Cisterna. In questi luoghi, Toni incontra Aldo (Robert Freitag), il suo amore italiano per una notte.
Brian De Palma e il suo cinema fatto di citazioni e rifacimenti arrivano a San Gimignano con Complesso di colpa (1976). Il film è in parte il remake di Vertigo e riprende dal capolavoro di Hitchcock la struttura narrativa fatta di ritorni e riapparizioni. Nella Collegiata di Santa Maria Assunta (che nel film è presentata come la basilica fiorentina di San Miniato al Monte), il protagonista resta affascinato da una donna che assomiglia alla sua amata scomparsa e se ne innamora. Da qui prende avvio la trama di vendette e sotterfugi.
In Messico in fiamme (Sergei Bondarchuk, 1981), la Toscana torna a essere la terra dei ritorni e dei ricordi. Il giornalista newyorkese John Reed, figura realmente esistita e omaggiata dal film, viene inviato in Messico durante la rivoluzione guidata da Villa e Zapata del 1913. All’avventura rivoluzionaria si alternano dei flashback che riportano il protagonista, interpretato da Franco Nero, ai luoghi dell’idillio amoroso con una ricca aristocratica e, in particolare, alle giornate trascorse in Toscana tra Villa Pietraia a Firenze e le torri, le corti e le vie di San Gimignano.
San Gimignano è ancora una volta terra di rimembranze in Regina di cuori (Jon Amiel, 1989) dove, sin dall’incipit, il giovane Eddie Lucca rievoca il passato della sua famiglia, emigrata in Inghilterra, tra le terre e i luoghi del borgo in provincia di Siena.
Sembra che l’Italia da cartolina della commedia all’italiana, che con qualche stereotipo si declina in chiave turistica, non possa fare a meno del paesaggio toscano. Ne La ragazza del Palio (Luigi Zampa, 1957), la bionda americana (interpretata da Diana Dors), bella e vincitrice di un quiz televisivo, giunge anche a San Gimignano. Anche la trasposizione dell’omonimo romanzo di Edward Morgan Forester, Monteriano. Where the angels fear to tread (Charles Sturridge, 1991), in cui Monteriano è una trasfigurazione toponomastica di San Gimignano adottata anche nel romanzo, è in bilico tra cliché e folklore.
Il cinema di ambientazione medioevale, nelle sue molte declinazioni, dal film in costume alla commedia con sfumature erotiche e con richiami al Decameron, ha avuto in San Gimignano un set importante. Tra i film girati in terra sangimignanese e riconducibili a questo filone ci sono: Le piacevoli notti (Armando Crispino e Luciano Lucignani, 1966), Beffe, licenzie et amori del Decamerone segreto (Giuseppe Vari, 1972), Una cavalla tutta nuda (Franco Rossetti, 1972), Racconti proibiti… di niente vestiti (Brunello Rondi, 1972) e la versione medioevale di American Pie, Decameron Pie (David Leland, 2007).
Di tenore opposto i film drammatici, legati alla ricostruzione della vita e delle opere di personaggi storici. Tra quelli girati a San Gimignano ricordiamo: Maestro Landi (Giovacchino Forzano, 1935), Lorenzino de’ Medici (Giudo Brignone, 1935), Condottieri (Luis Trenker, 1936), La conquista dell’aria (Romolo Morcellini, 1940) dedicato alle scoperte sul volo degli studi Leonardo, Pia de’ Tolomei nelle versioni di Esodo Pratelli (1941) e Sergio Grieco (1958), Io, Caterina (Oreste Palella, 1957) sulla santa senese vissuta nel XIV secolo, Fratello sole e sorella luna (Franco Zeffirelli, 1971) su Francesco d’Assisi, e infine Un tè con Mussolini (Franco Zeffirelli, 1999).
In Prima la musica, poi le parole (Fulvio Wetzl, 1998), infine, San Gimignano è il rifugio di un bambino abbandonato, autistico e capace di esprimersi con un linguaggio molto personale, e una psicologa che cerca di entrare in relazione con lui.
Bibliografia:
Vigni F., Oltre la porta. San Gimignano e il cinema, Firenze, Aska, 2008
Autore scheda: Massimiliano Coviello
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