Percorso delle acque in Val di Chiana

Luogo: Bagno Santo, Sarteano, Cimitero, via dei Vecchi Mulini, Peschiera Giannini

Comune: Sarteano

Data/periodo: I sec. a. C.- XIX sec. d. C.

Descrizione: Seguendo il percorso delle acque che da Sarteano scende verso la valle dell’Astrone e poi la Valdichiana si attraversano due millenni di storia, incontrando luoghi abbandonati e suggestivi. Dalla sorgente che viene ora utilizzata dalle piscine del campeggio Bagno Santo, l’acqua un tempo veniva divisa in due flussi all’altezza della zona dei cosiddetti “spartitoi”: uno di essi costeggiava le mura del paese e serviva per irrigare gli orti, l’altro irrigava i campi circostanti. L’acqua che costeggiava le mura si immetteva poi nella “gora di piazza”. Tale percorso naturale fu violentemente interrotto nel 1857, anno in cui i pesanti interventi nella piazza centrale videro la chiusura della gora. Contemporaneamente venne distrutta la vecchia pieve di San Martino, poi ricostruita vicino a Porta Umbra e fu spostata la bella fontana centrale in travertino, che oggi è all’interno di Parco Mazzini. Tuttavia fino al 1957, quando fu incanalata al di sotto della strada, l’acqua continuò a correre libera all’esterno del percorso delle mura, proseguendo oltre la piazza principale verso l’attuale via Marconi dove un tempo c’era un primo mulino, attivo fino al 1950. Da quel punto l’acqua scendeva divisa in ulteriori direzioni: da una parte verso i lavatoi, oggi sede della Biblioteca Comunale, e da lì verso Radicofani e dall’altra parte continuando verso la Val di Chiana.

Vicino al Cimitero comunale la grande vasca del cosiddetto “gorone” fa parte dell’ampio sistema di canalizzazione attivo fino al secolo scorso. Il percorso che poi scendendo verso la valle incontra ben sette piccole cappelle sorte presumibilmente su siti di piccoli luoghi sacri di epoca etrusca e romana, dedicati al culto delle acque. La prima è la chiesina della Concia di cui rimane visibile solo il timpano, poi la romanica Santa Vittoria, sconsacrata e priva del tetto, oggi utilizzata per spettacoli, poi la chiesa del Crocifisso che ora è un’abitazione privata, l’edicola della “Madonna dell’uccellino”, la chiesina privata della famiglia Borselli, l’edicola della “Madonna del Maldicapo” e la bella chiesa delle Spiagge, oggi privata e non accessibile, intorno alla quale un possente muro di blocchi di travertino, collegato ad una delle vie cupe che scendono verso Chiusi, fa pensare ad un apprestamento di epoca etrusca.

Terminato l’altopiano di Sarteano inizia un forte dislivello che scende a valle dove, in tempi più recenti, probabilmente a partire da epoca medievale, furono costruiti una serie di mulini che arrivarono nel XIX secolo al consistente numero di diciotto, di cui oggi sono visibili solo i suggestivi ruderi di due, che sfruttavano il ripido e veloce corso delle acque. Questa impressionante forza delle acque ha formato nel corso di migliaia di anni delle formazioni geologiche di particolare interesse, tanto da fare della zona dei Vecchi Mulini un geosito di particolare rilievo, segnalato come sito da tutelare.

Scendendo oltre i ruderi dei vecchi mulini si arriva ai resti dell’impianto termale romano della Peschiera Giannini. Da lì si può far ritorno verso il paese seguendo il suggestivo percorso delle due “vie cupe”, strade di origine etrusca, con pareti intagliate negli alti strapiombi in travertino. All’altezza della zona della Palazzina, la via è costellata di cavità, tombe etrusche scavate in antico e oggi per lo più riempite, che si affiancano a quelle indagate nel 1997 dal Museo Archeologico e i cui reperti occupano la III sala dello stesso.

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Autore scheda: Alessandra Minetti