Palla al bracciale
Luogo: Chianciano Terme
Comune: Chianciano Terme
Denominazione: Il ‘muro dei giardini’
Data/periodo: Dal 1845
Descrizione: In un breve passaggio della cronaca fatta da “Il Martinello” relativamente al primo grande sciopero di mezzadri che la storia della Toscana ricordi , svoltosi nel 1902 proprio a Chianciano, si parla del “gioco del pallone” come il luogo sul quale si radunarono i contadini provenienti dalle campagne. Ma quanti chiancianesi conoscono realmente dove era e dove è tuttora localizzato tale luogo? E le cose cambierebbero forse se lo chiamassimo con il suo precedente nome, Prato (o campo) delle Fiere? L’onesta impressione è quella che con molta probabilità, tale quesito possa trovare facile soluzione solamente se detto luogo sia chiamato così come lo è da più di quarant’anni, ossia semplicemente “ i giardini”.
Questo spazio, sovrastato lateralmente da un altissimo muro in pietra e di cui avremo modo di riparlare, ha avuto nel tempo moltissime destinazioni: all’inizio, ossia nella prima metà dell’Ottocento, era usato come area adibita a mercato dell’epoca, poi nella seconda metà dello stesso secolo, di fatto, ha rappresentato il primo impianto sportivo di Chianciano (“gioco del pallone”) e poi, arricchendosi di altri significati storico-sociali come negli anni Trenta dove i bambini ‘Balilla’ facevano ginnastica, fino ai primi anni Ottanta, utilizzato come spazio ludico-ricreativo (“i giardini”) in cui su scivoli, altalene, girelli e pertiche, sono cresciute generazioni di Chiancianesi.
Con il trascorrere del tempo poi, dopo un lungo periodo in cui tale area è caduta come in un dimenticatoio, arco temporale nel quale è divenuta come un inutilizzato spazio all’aperto, al fine di ovviare alla reale carenza di posti auto, in essa è stato realizzato un “anonimo” parcheggio, che con il suo asfalto ha come “ricoperto” o “sotterrato” una memoria importante della Chianciano che fu.
Anche nella cittadina termale infatti si giocava a quello che sopra si è definito “gioco del pallone” o “gioco del tamburello” ma che più correttamente consisteva nel gioco della “palla al bracciale”, e dove oggi possiamo valorizzare storicamente l’area preposta allo svolgimento di tale attività sportiva, area per la quale nell’archivio storico del Comune di Chianciano Terme, vi sono sia delibere del Magistrato di Chianciano risalenti al 1840 che la scritta di cottimo del 1844, documenti dai quali, tra le varie curiose informazioni, si deduce come nel 1844 si riuscì a trovare la copertura finanziaria per la costruzione del grande muro, il cui nome corretto è Sferisterio nel Prato delle Fiere (l’attuale “muro dei giardini”), il quale fu terminato nell’aprile del 1845 e che, senza alcuna probabilità di errore, si può affermare rappresenta il primo impianto sportivo della cittadina termale.
Un impianto sportivo che come detto, serviva per il gioco della Palla al Bracciale. Antico gioco che affonda le sue radici nell’antichità, probabilmente dai Romani che lo praticavano servendosi del “follicolum”, un piccolo pallone pieno d’aria che si colpiva con il pugno protetto da una fasciatura che arrivava fino all’avambraccio. Fu nel XVI secolo che il gioco si diffuse largamente presso le corti europee, e dove in Italia furono definite le prime regole e le varie tipologie di giochi in uso con il “Trattato del gioco della palla “ scritto nel 1555 da Antonio Scaino e dove l’autore sottolinea che per proteggere la mano e per aumentare la potenza del colpo veniva utilizzato un “bracciale” che arrivava a coprire tutto l’avambraccio e che era caratterizzato da dentature. Il gioco, inizialmente praticato nei cortili dei palazzi, venne poi portato all’esterno e le aree usate furono soprattutto le mura cittadine. Tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento diverse città soprattutto toscane, marchigiane e dell’ Emilia Romagna video la nascita di molteplici sferisteri, la cui etimologia deriva dal latino “sphaeristerium” che indicava l’ambiente, in genere costruito all’interno delle terme, dove in età imperiale erano soliti ritrovarsi i giocatori di palla. Questo, come accadde a Chianciano, fu il periodo di maggiore popolarità per la palla al bracciale, sport che destò l’interesse anche di grandi letterati come Wolfgang Goethe, Giacomo Leopardi che compose l’ode “A un vincitore nel pallone” dedicata a Carlo Didimi da Treia e Edmondo de Amicis che scrisse “Gli azzurri e i rossi” riferendosi alle fusciacche dei giocatori.
Nel XX secolo con l’affermarsi di nuovi sport, la Palla al Bracciale fu relegata ad un ruolo secondario è così gli sferisteri iniziarono ad accogliere le partite di calcio portando pian piano alla definitiva scomparsa del gioco. Solo in alcuni centri delle Marche e della Romagna è continuata, mantenendo viva, la pratica della Palla al Bracciale con incontri e tornei. Nel 1992 è stato costituito un Comitato Nazionale e organizzato un regolare Campionato Italiano riconosciuto dal CONI.
Bibliografia
Archivio storico del Comune di Chianciano Terme, anno 1840 e seguenti
AA.VV. “Enciclopedia degli sport e degli atleti”, vol. III, Luciano Landi Editore, s.c., 1967
Capici G, “Sphaeristerium”, Pilaedit, Roma, 1989
AA.VV.“Alle origini dello sport: il gioco del pallone prima del calcio”. Bologna, Museo civico del Risorgimento, 21 ottobre – 17 dicembre 1995, Galeati, Imola, 1995
Leone Cungi, Artisti degli sferisteri, S.e., Montesansavino, 2007
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Autore scheda: Linda Coppi
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