La Cattedrale di Montepulciano

Luogo: Montepulciano

Comune: Montepulciano 

Data/periodo: 1594 – 1680 

Descrizione: Sul colle più alto di Montepulciano, nella vasta piazza Grande, dove troneggia la bianca mole del michelozziano Palazzo Comunale, venne edificata tra il 1594 ed il 1680 la Cattedrale dell’Assunta. Per la sua costruzione si abbatté la preesistente Pieve di Santa Maria, i cui diritti plebani, acquisiti intorno all’anno Mille, derivavano da un’antica chiesa posta fuori delle mura castellane (dove è oggi il Tempio di San Biagio). Il progetto venne affidato all’architetto orvietano Ippolito Scalza (1532-1617). L’unica struttura superstite dell’antica pieve è la massiccia torre campanaria in conci di travertino e laterizio, il cui completamento avvenne nel 1460-61 ad opera di Iacomo e Checo di Meo di Bardano da Settignano. I due artefici terminarono il manufatto portandolo a compimento.

Oltre le slanciate bifore campanarie doveva probabilmente essere edificata la parte apicale. Nella stessa sorte è incorsa la facciata, rimasta a file irregolari in bozze di pietra e laterizio, mentre i fianchi, terminati da un rivestimento a mattoni e conci di travertino, sono movimentati da paraste tuscaniche tra cui si inseriscono archi a tutto sesto. All’interno l’ordito architettonico, in bilico tra intonazioni fiorentine e i modelli romani di secondo Cinquecento, risulta austero ed elegante per i paramenti murari in conci di pietra alternati alle nitide superfici ad intonaco. La pianta è a croce latina divisa in tre navate da possenti pilastri che sorreggono archi a tutto sesto. Nella navata centrale e nella scarsella absidale una rilevata trabeazione sostiene una volta a botte; i transetti sono chiusi da una volta a botte affiancata ad una volta a crociera; all’incrocio dei due corpi ortogonali, i pennacchi angolari sostengono il basso tamburo su cui si imposta la cupola. Ai lati della scarsella absidale sono ubicate due cappelle. Sulle pareti terminali dei transetti sono ubicati imponenti altari seicenteschi impreziositi da tarsie marmoree. Le navate laterali sono coperte da volte a crociera; sulle pareti, in corrispondenza di ogni campata, si aprono delle cappelle voltate a botte. Sul terzo pilastro di destra della navata centrale è addossato il pulpito sorretto da colonnine ioniche. I vasti spazi del tempio sono ornati da un ingente numero di opere d’arte. Alcune provengono dall’antica Pieve e da altre chiese poliziane. Tra queste spicca il monumentale trittico dell’Assunta, dipinto dal pittore senese Taddeo di Bartolo nel 1401. La magnifica pala, che troneggia sull’altare maggiore, risplende nelle ampie superfici dorate della carpenteria originale; queste risaltano le calde tonalità cromatiche dei numerosi episodi Sacri dipinti, appartenenti alla più schietta tradizione tardogotica senese.

Di notevole rilievo è anche il monumento funebre dell’umanista poliziano Bartolomeo Aragazzi, divenuto segretario apostolico sotto il papa Martino V, realizzato in marmo di Carrara da Michelozzo di Bartolomeo (1396-1472), uno dei protagonisti del rinascimento fiorentino, collaboratore del grande Donatello. Il monumento, terminato nel 1438, è stato purtroppo smantellato nel secondo decennio del Seicento in seguito all’abbattimento della preesistente Pieve. Con questo maldestro intervento è andato purtroppo perso tutto l’apparato architettonico e oggi sette frammenti superstiti sono murati in luoghi diversi della chiesa, in una infelice e inappropriata sistemazione predisposta nel 1895 – mentre nei primi anni dello stesso secolo vennero indebitamente sottratti due angeli che oggi si conservano al Victoria and Albert Museum di Londra; ldue statue a tuttotondo, che rappresentano probabilmente due Angeli portacandele, ed il fregio a bassorilievo con putti e ghirlande sono ubicate sull’altare maggiore; il Cristo benedicente, anch’esso a tuttotondo, è posto alla loro destra; il ritratto funebre dell’Aragazzi è in controfacciata, e due pregevoli bassorilievi sono collocati sui due pilastri che fronteggiano l’ingresso. L’opera è pervasa da un intenso classicismo ben ravvisabile, oltre che nel ritratto funebre, nella solenne monumentalità dei bassorilievi, e delle due statue che fiancheggiano l’altare.

Tra le altre importanti opere si segnalano: il tabernacolo Eucaristico in marmo, della fine del Trecento; il trecentesco Fonte battesimale  attribuito a Giovanni d‘Agostino ed il retrostante altare dei Gigli in terracotta invetriata policroma, eseguito verso il 1512 da Andrea Della Robbia; le statue lignee policromate dell‘Angelo Gabriele e della Vergine annunziata opera di Francesco di Valdambrino (ca.1380-ante1435); i dipinti murali, policromi e a grisaille, eseguiti da Luigi Ademollo nella cappella del Sacramento nel 1830. Sugli altari sono allogati numerosi dipinti, tra questi si ricordano la suggestiva Deposizione dalla Croce realizzata dal pittore veneto Leandro Bassano (1557 -1622), la Santa Cecilia del pittore poliziano Bartolomeo Barbiani, attivo nella prima metà del Seicento, le due tele eseguite dalla valente mano del pittore senese Raffaello Vanni (1595 – 1673) e le cinque opere del pittore senese Annibale Mazzuoli (1662 -1714) facente parte di una numerosa e attiva bottega familiare che vide attivi nell’ornamento degli interni della Cattedrale  anche il fratello Giovanni Antonio e suo figlio Bartolomeo. 

Vanno inoltre ricordate due opere che sono oggi conservate all’interno del Museo Civico: il piccolo dipinto su tavola denominato Madonna del Pilastro realizzato da Sano di Pietro (1406-1481) – all’interno della cattedrale è ubicata una copia – e il bassorilievo marmoreo, di chiara matrice donatellianadell’ultimo quarto del Quattrocento, con la Madonna Piccolomini attribuito al Maestro di Pio II. Il grande organo ubicato sulla cantoria semicircolare dell’abside venne inaugurato nel 1839. La cattedrale fu solennemente consacrata nel 1712. 

Bibliografia: 

Longi R., Montepulciano, in L. Martini (a cura di), Montepulciano e la Valdichiana seneseCalenzano (Fi), Mondadori, 2000, pp. 63-66 

Roca De Amicis A., Ippolito Scalza e il Duomo di Montepulciano, in La chiesa Cattedrale di Montepulciano, Città di castello (Pg), Le Balze. 2005, pp. 55-62 

Pizzinelli R., Il campanile della distrutta Pieve di Santa Maria, Città di Castello (Pg), Le Balze. 2005, p.27 

Autore scheda: Roberto Longi