Storia di Radda in Chianti

Luogo: Radda in Chianti

Comune: Radda in Chianti

Descrizione: Il luogo dove sorge Radda si trovava su una via che collegava gli abitati chiantigiani con Volterra e con il Valdarno. Il toponimo è probabilmente riconducibile alla matrice linguistica germanica: Radi, Rada, abbreviazione del personale Radipert.

Il primo documento certo che fa esplicito riferimento a Radda risale all’XI secolo: si trattava del diploma dell’Imperatore Ottone III, dell’8 gennaio 1002, con il quale venivano confermate ai monaci della Badia fiorentina le donazioni in diversi luoghi del Chianti, tra cui anche Radda, fatte dalla contessa Willa, madre del Marchese Ugo di Toscana.

Successivamente si trova ricordata in numerosi documenti conservati tra le carte della Badia di Coltibuono, il più antico dei quali è un atto rogato il 30 maggio 1041 a “Ramda, judicaria fiorentina e fesulana”.

Nel maggio del 1191 il castello, con la sua corte, veniva dato in feudo dall’imperatore Enrico IV, e poi confermato dall’imperatore Federico II ai conti Guidi; ma rimase per breve tempo sotto il loro controllo, perché già all’inizio del XIII secolo risultava compreso nel territorio dipendente da Firenze, come confermava il Lodo di Poggibonsi (1203).

Situato in una posizione strategicamente importante, il castello fu al centro di una lunga disputa tra Senesi e Fiorentini. Si ha infatti notizia di danni subiti dal castello nel 1230, a causa di una scorreria dei Senesi, e nel 1268 quando, con altre località chiantigiane, fu occupato con l’aiuto dei cavalieri francesi di Carlo d’Angiò. Ma le più gravi distruzioni ebbero luogo nel 1478, in conseguenza della seconda invasione aragonese del Chianti, quando il castello fu parzialmente distrutto e incendiato. Fu tuttavia ben presto ricostruito, insieme al palazzo podestarile, riedificato tra il 1484 e il 1489. Le guerre erano state così onerose per la popolazione che nel 1484 le podesterie di Radda e Greve si rivolsero a Firenze chiedendo di essere esonerate dall’avere un Podestà, per evitare le relative spese, e richiesero inoltre aiuti per ricostruire le mura dei borghi e gli stessi palazzi podestarili, che erano andati distrutti. Le richieste vennero accettate da Firenze.

Insieme a quelle di Gaiole e Castellina, la comunità di Radda venne inquadrata nella Lega del Chianti e, grazie alla sua posizione centrale, fu scelta dalla repubblica fiorentina come capoluogo e sede della podesteria a partire dal 1384, sotto la giurisdizione penale del vicariato di Certaldo e con il controllo amministrativo del Cancelliere Comunitativo di Montevarchi.

Radda e il Chianti subirono ancora gravi devastazioni nel 1527 da parte delle truppe imperiali che avevano invaso tutta la Toscana. In quel periodo era stato inviato Francesco Ferrucci alla difesa del castello.

Delle fortificazioni di cui Radda era dotata oggi non rimangono che tre torri e brevi tratti del circuito murario ricostruito nei primi anni del XVI secolo in seguito alle distruzioni degli Aragonesi. Il paesaggio che circonda Radda conserva ancora l’impronta dell’organizzazione imperniata sul sistema poderile. Tutto intorno, infatti, la campagna appare punteggiata di case coloniche e di ville-fattorie.

Con l’annessione della Repubblica senese da parte dei Medici (1559), Radda, come gli altri borghi della Lega, perse la sua importanza strategica e divenne centro agricolo, relegato al ruolo di periferia rurale.

La moderna comunità fu istituita con le riforme leopoldine del 1774, che riunirono i popoli e i comunelli di Albola, Bugialla, Collepetroso, Livernano, Montemuro, Monterinaldi, Radda, San Giusto in Salcio, Santa Maria Novella in Chianti, Trebbio, Villa e Volpaia. La denominazione attuale di Radda in Chianti risale al 1911.

Nel 1812, sotto la dominazione francese, Radda venne annessa al dipartimento dell’Ombrone.

A Radda, nel 1926, fu realizzato un parco pubblico con un cippo per ricordare i caduti della Grande Guerra, progettato dall’architetto Adolfo Coppedè. Lo stesso realizzò un monumento simile a Castellina nel 1928.

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Documenti:

Carnasciali-Paesaggio-e-agricoltura

Note: Nella relazione sulla gita a Radda in Chianti, effettuata nel luglio 1773, il Granduca Leopoldo dava un quadro desolante del capoluogo chiantigiano, definendolo in decadenza, spopolato e cascante… fuori mano, di commercio, di tutte le strade e remoto da per tutto. L’isolamento era in realtà un problema di tutto il Chianti. Da qui tutta una serie di provvedimenti realizzati dal sovrano, che elevò Radda a sede di Vicariato e costituì la Provincia del Chianti, una circoscrizione più ampia dell’antica Lega, che comprendeva anche Greve.

Autore scheda: Eleonora Belloni

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