Storia di Castelnuovo Berardenga

Luogo: Castelnuovo Berardenga

Comune: Castelnuovo Berardenga

Data/periodo: Le prime notizie certe sulla “terra Berardinga” risalgono all’XI secolo; è tuttavia nel 1366, con la decisione di costruire un nuovo castello al centro di quel territorio, che nasce l’attuale Castelnuovo Berardenga

Descrizione: “La terra più classica della Toscana moderna”, così definiva il Repetti il territorio su cui sorge l’attuale Castelnuovo Berardenga.

L’espressione “terra Berardinga” deriva dall’estensione topografica dell’antroponimo franco Berardo, usato nell’alto medioevo per indicare le terre, comprese tra le sorgenti del torrente Bozzone e quelle del torrente Ambra, di proprietà della famiglia dei Berardenghi, discendenti di Guinigi, conte di Siena tra l’867 e l’881, che aveva fondato in quegli anni un monastero femminile nel luogo di Fontebona, oggi Abbadia Monastero.

I discendenti di Guinigi organizzarono il proprio potere intorno a una serie di castelli e villaggi, posti nella parte orientale del contado senese delimitato dall’Arbia e dall’Ombrone, dalle colline del Chianti a Nord e dalle crete ascianesi a Sud. L’espressione “terra Berardinga” ricorre per la prima volta nel 1050 e tra la metà del secolo XII e gli inizi del 1200 si affermò il termine “Berardenga” nell’accezione territoriale e geografica poi rimasta. Nel territorio sorgevano tre chiese plebane (Pacina, San Felice e Pievasciata).

Tra il 1155 e il 1163 si ebbe una prima affermazione della sovranità senese, poi consolidatasi all’inizio del 1200. Strategicamente importante per la sua posizione ai confini del contado, la Berardenga fu istituita agli inizi del 1300 in sede di vicariato, e tale rimase nei decenni seguenti.

Il 17 giugno (26 luglio secondo il Repetti) del 1366 il Consiglio Generale di Siena deliberava la costruzione di un nuovo castello nel cuore del territorio per contrastare il passaggio delle bande nemiche provenienti da Arezzo e da Firenze, che spesse volte compivano scorrerie nelle terre della Berardenga. Nasceva così Castelnuovo Berardenga (così chiamato per distinguerlo dai vecchi castelli già presenti nella zona), destinato a divenire uno dei centri di maggior rilievo economico della zona. Compiuti per buona parte entro il 1367, sotto la guida di Mino Dei, i lavori di fortificazione subirono poi un rallentamento e furono ultimati solamente alla fine del 1374. Il castello, circondato da una cinta muraria lunga 350 metri, era dotato di sei torri.

Base per operazioni militari e scorrerie nel dominio fiorentino, Castelnuovo venne ripetutamente coinvolta nelle guerre della fine del 1400 e della prima metà del 1500. Gli attacchi del 1478 e del 1479 furono respinti ma la rocca cadde nel 1489 sotto le forze mercenarie guidate dai fuoriusciti senesi. I senesi, per riprendere Castelnuovo, spedirono ben 2000 armati costringendo in tal modo gli occupanti alla fuga. Per queste continue imprese tra il 1477 e il 1481 Castelnuovo venne cinto da un’altra corona muraria con ben sette torri, delle quali oggi ne rimane soltanto una.

Castelnuovo fu ceduto nel 1511 a Belisario Bulgarini, che rimase Podestà per alcuni anni, fino a quando non gli successe un componente della famiglia Bellarmati che vi restò fino al 1526, quando Siena riscattò Castelnuovo a suo beneficio.

La Repubblica senese accolse qui, nel 1527, Carlo di Borbone mentre egli si recava contro Roma con un esercito imperiale e nel 1538 vi si fermò il pontefice Paolo III, diretto verso Nizza per tentare di organizzare una crociata contro i turchi.

Nel 1555, caduta Siena, Castelnuovo fu incorporata nel dominio dei Medici, dopo essere stata occupata dalle truppe del conte di Santa Fiora e del marchese di Marignano, che rimasero per qualche tempo nel paese saccheggiandone i dintorni.

Per l’amministrazione ecclesiastica il territorio della comunità di Castelnuovo era diviso tra le diocesi di Siena ed Arezzo. Appartenevano alla diocesi senese sei parrocchie alla destra del fiume Arbia, mentre le altre erano di competenza della curia aretina. Una divisione che rimane tutt’oggi.

Con motuproprio del 2 luglio 1777 nasceva la comunità di Castelnuovo Berardenga, risultato della fusione dei 38 “comunelli” che formavano le due comunità di San Gusmè e di Castelnuovo. Con l’avvento del dominio francese, la Toscana venne divisa nei tre dipartimenti dell’Arno, dell’Ombrone e del Mediterraneo e le vecchie Comunità furono sostituite dalle Mairies, rette dal Maire e dal Consiglio municipale. Tutta la parte occidentale di Castelnuovo passava sotto la giurisdizione di Siena, quindi la nuova Mairie risultava più piccola della vecchia comunità.

Gli anni della Restaurazione segnarono uno dei periodi più oscuri della storia di Castelnuovo, che restò estranea ai fermenti risorgimentali.

Solo poche tracce rimangono oggi delle fortificazioni del primitivo nucleo insediativo di Castelnuovo, annullate dal progressivo sviluppo urbanistico.

A Castelnuovo nacque il grande pittore Domenico Beccafumi (1486-1551).

Bibliografia:

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Note: Castelnuovo in età etrusca e romana: alcuni ritrovamenti archeologici avvenuti nella zona hanno permesso di individuare un centro abitativo, formatosi fin dall’VIII secolo a.C. in corrispondenza dell’attuale sito di Cetamura. I resti di altri insediamenti di minore importanza sono emersi nell’area di Abbadia a Monastero, nella zona tra Sestano e Guistrigona, e nei pressi della collina di Montaperti. Alcuni ruderi di terme romane, con frammenti di mosaici, vasi aretini e monete imperiali dal I al IV secolo d.C., sono stati rinvenuti presso la pieve al Bozzone; non lontano da Castelnuovo Berardenga è stato inoltre rinvenuto un tratto di via selciata a grandi lastroni, presumibilmente di età romana.

La “Relazione Gherardini” del 1676: un affresco a tutto tondo della Castelnuovo Berardenga del XVII secolo è fornito dalla preziosissima relazione compilata tra il 1676 e il 1677 da Bartolomeo Gherardini, auditore generale in Siena per Cosimo III dei Medici. Il borgo era a quell’epoca governato da un Podestà. Il ruolo di importante centro economico e commerciale viene confermato dalla presenza di un mercato che si svolgeva ogni lunedì con grande afflusso di mercanti da Firenze e da Siena. Così viene descritto il castello: “è situato questo castello in un sito poco rilevato, ed è di forma quasi rotonda. Vi è una strada principale, che lo divide pel mezzo da una porta all’altra, però una di queste porte è chiusa. E’ cinto di mura, buona parte delle quali sono demolite… Attaccato al detto Castello dalla parte verso Siena vi è un Borgo in sito più basso del Castello. In questo Borgo vi è pubblica piazza con strada più ampla, che non è quella di esso Castello. Tanto le case del medesimo che quelle del Borgo sono comode, et apparenti…”.

Autore scheda: Eleonora Belloni

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