Le lotte mezzadrili nel Chianti

Luogo: Chianti

Comune: Radda in Chianti, Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Castelnuovo Berardenga

Data/periodo: Dai primi del Novecento fino agli Settanta

Descrizione: Le lotte mezzadrili sono state un momento fondamentale nella crisi del mondo rurale dell’Italia centrale, trovando in Toscana e in Emilia Romagna i maggiori centri di diffusione.

I motivi delle lotte erano principalmente due: le percentuali del riparto tra il mezzadro e il proprietario terriero e l’affermarsi di una generazione di giovani che non intendeva più vivere nelle difficoltà della famiglia contadina.

Di lotte contadine è caratterizzato tutto il Novecento. Già nel 1902 abbiamo notizie di lotte a Chiusi, dove i mezzadri, particolarmente interessati alla salute dei buoi che servivano per portare avanti il lavoro nei campi, smettevano di governarli e li lasciavano muggire per giorni, rallentando così le attività del podere, col rischio di gravi perdite non solo per la propria famiglia, ma anche per il padrone, proprietario delle bestie, che mettevano alla prova, in una battaglia di nervi, finché non avevano ottenuto il riconoscimento di alcuni diritti per il miglioramento della propria condizione.

Molte delle lotte mezzadrili dipendevano anche dal tipo di fattoria: in quelle grandi, a esempio, le donne avevano un ruolo importante e spesso erano proprio loro a circondare la casa del padrone per promuovere le proprie rivendicazioni, mentre gli uomini continuavano a lavorare i campi.

Le proteste si attivavano con una struttura sindacalista e divenivano più accese soprattutto quando una famiglia veniva messa sotto sfratto, magari perché alcuni membri erano stati identificati come agitatori e quindi si voleva allontanarli dalla fattoria. In questi casi si portavano avanti scioperi anche lunghi, per cercare di convincere il padrone a ritornare sui propri passi. Alle volte, però, il padrone mandava i carabinieri: in questi casi, nei racconti di chi le ha vissute o le ha sentite raccontare, si ricordano scene da Far West, con scontri tra sceriffi e fuorilegge, fughe nei boschi e assalti ai gendarmi a cavallo.

I giovani erano quelli che maggiormente cavalcavano le proteste, scontrandosi talvolta con i vecchi mezzadri che, in cuor loro, si sarebbero facilmente piegati alle disposizioni padronali, magari continuando a portar loro le regalie come di consueto.

Il periodo delle lotte mezzadrili segna anche la crisi profonda di questo modello, il suo avviarsi verso la definitiva conclusione; nonostante i riparti garantiti dalla legge De Gasperi del 1947, la mezzadria non sembra più in grado di mantenere il modello economico che le aveva permesso di sopravvivere per secoli. La struttura collassa, per diversi motivi e, di lì a pochi decenni, i mezzadri verranno inesorabilmente risucchiati nella società di massa, abbandonando quasi interamente le campagne che, fino a poco tempo prima, erano state il loro mondo.

Bibliografia:

Betri M. L., (a cura di) Contadini, Torino, Rosenberg & Sellier, 2006

Contini G., Aristocrazia contadina. Sulla complessità della società mezzadrile: fattoria, famiglie, individui, Siena, Protagon, 2005

Di Piazza V., Semboloni Q., Quando cominciai a capì un po’ ‘l mondo. Biografia di un mezzadro toscano dirigente comunista, Firenze, Centro Editoriale Toscano, 1999.

Orlandini A., Venturini G., Padrone arrivedello a battitura. Lotte mezzadrili nel senese nel secondo dopo guerra, Milano, Feltrinelli, 1980

Rossini E., Vanzetti G., Storia dell’agricoltura italiana, Bologna, Edagricole, 1987

Documenti:

Clemente-Crisi della mezzadria e lotte contadine

Fonti:

Intervista a Pietro Clemente raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Siena il 7 maggio 2013

Autore scheda: Pietro Meloni

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