I lavatoi a Monticiano

Luogo: Val di Merse

Comune: Monticiano

Descrizione: Una volta ogni paese aveva i propri lavatoi pubblici. Oggi a Monticiano, come a Iesa e nelle altre frazioni, queste strutture sono prive di una destinazione d’uso. Fino a pochi decenni fa, invece, i lavatoi e le incluse fontane erano luoghi centrali per ogni paese. Nati per scopi di pubblica utilità come strutture di approvvigionamento di acqua potabile e di supporto all’igiene personale, venivano usati talvolta come abbeveratoi per gli animali. Ogni giorno, le donne o i ragazzini vi si recavano per riempire brocche o, se era disponibile la ciuca, capienti barlette che poi portava l’animale.

I lavatoi erano soprattutto luoghi di incontro e socializzazione per le donne che, mentre lavavano i panni, si raccontavano i fatti del giorno e cantavano insieme.
Fare il bucato era davvero laborioso. I panni si portavano al lavatoio dove venivano bagnati e “assalivati” con sapone fatto in casa. Poi venivano messi in una tinozza che le donne caricavano sulla testa e portavano a casa. I panni venivano quindi messi dentro la conca, cioè un capace recipiente in terracotta, sulla quale era steso il cenerone, un panno ricoperto da uno strato di cenere sul quale veniva versata acqua bollente. Durante l’ammollo, il ranno, cioè la mistura di cenere e sapone, sbiancava i panni che poi dovevano essere riportati al lavatoio per essere sciacquati. Infine venivano stesi ad asciugare.
Negli anni Trenta, a Monticiano e a Iesa, la vasca unica del lavatoio fu sostituita con una decina di fontanili più piccoli, di cui uno riservato ai malati di tifo per evitare contagi.

Bibliografia:

Ascheri M., Borracelli M. (a cura di), Monticiano e il suo territorio, Siena, Cantagalli, 1997, pp. 243-245

Ciompi A., Monticiano e il suo Beato, Monticiano, Parrocchia dei Santi Giusto e Clemente, 2002, pp. 72-73

Autore scheda: Emanuela Cerioli

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