Il gioco del Panforte

Luogo: Val d’Orcia

Comune: Torneo in piazza a Pienza e in tutta la Val d’Orcia

Data/periodo: Tipico gioco delle feste natalizie nella Val d’Orcia mezzadrile ma di antiche origini  è tutt’ora praticato

Descrizione: Il panforte, dolce senese per eccellenza, diveniva oggetto di gioco, torneo e baldoria. Oltre al disco speziato voluminosamente impacchettato, le altre necessità consistevano in uno spazio adeguato, un tavolo convenientemente lungo e la competizione accesa di agguerriti giocatori professionisti. Numerose squadre si affrontavano nell’acerrima lotta alla “cappanna” reale.

Nella sua versione classica, a punto avanti, i concorrenti si alternavano alla battuta, variamente distante dal tavolo, per lanciare il panforte. Lo scopo del gioco era posizionare il dolce il più vicino possibile al limite opposto della tavola, facendolo strisciare lungo le assi di legno. I giocatori migliori riuscivano ad oltrepassare il bordo, lasciando in precario equilibrio il panforte e fissando così la “cappanna”, cioè il punto, opportunamente misurato con un mestolino.

Molteplici le tecniche di lancio, i calcoli minuziosi di forza ed attrito per definire la parabola perfetta, la gestualità rituale e le scaramanzie, il tifo, le urla e le risate per qualche sghembo lancio omicida verso la compagnia. Il silenzio, il fruscio della rotazione, le teste che seguono la curva, il tonfo sordo sulla superficie liscia del legno, gli occhi fissi e bramosi di futuro, la corsa e il sussurro del movimento, il brusio e il vociare che monta, il bordo lucido e smussato, l’incertezza, il tracollo finale, il limite superato, le grida canzonatorie irrompono e nella confusione il panforte cade, come la tensione per una vittoria mancata.

Le varianti al gioco erano numerose e divertenti, la più complessa era la famigerata gara a punto indietro, dove il limite anteriore del tavolo diveniva il bordo da centrare, oppure il sottogamba, dove solo i più scaltri e flessibili raggiungevano risultati dignitosi deridendo i goffi tentativi di caparbie massaie in gonnella o le cadute esilaranti di qualche mezzadro vacillante per i troppi gottini di vino. Nell’attimo della proclamazione della squadra vincitrice, raggiunto il punteggio stabilito, il panforte, attrezzo da lancio balistico, diveniva nuovamente quel prelibato prodotto edule che, equamente spartito, avrebbe reso felici vinti e vincitori, nella generale pax augustea calata sulle fazioni contendenti.

Bibliografia:

C. Cambi, Orcia Miseria. Quando campare era un rimedio, Pisa, Pacini Editore, 2004

Autore scheda: Val d’Orcia srl

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