Acque termali delle Galleraie

Luogo: Val di Merse

Comune: Radicondoli

Denominazione: Bagni delle Galleraie

Data/periodo: 2,5 milioni di anni fa

Descrizione: Le Terme delle Galleraie, nei pressi di Radicondoli, sono immerse in un paesaggio di rara bellezza, circondate da rigogliosi boschi con prevalenza di latifoglie, dove un sottosuolo generoso ha donato fin dall’antichità acque benefiche solfato-bicarbonato-calciche che sgorgano a 29° da ben cinque sorgenti diverse, citate anche nel Dizionario Medico Larousse. 

Le virtù curative delle acque delle Galleraie erano conosciute e utilizzate fin da epoca etrusca, ma probabilmente anche prima considerato che proprio nell’area circostante allo stabilimento furono ritrovati resti di asce levigate di giadeite, cuspidi e pugnali in selce e numerose accette di bronzo ad alette, che provano e testimoniano come la popolazione del territorio di Radicondoli si sia dedicata alla caccia ed all’autodifesa sin da tempi immemorabili e forse questi stessi antichi abitanti della zona, già da allora, usufruivano delle benefiche acque termali che sgorgano ancor oggi in questo territorio. 

L’edificio più antico, fatto costruire nell’anno 1862 dal conte Bulgarini d’Elci, è stato fin dall’inizio sede di una stazione termale costituita da un albergo con ventisette camere e da un reparto con quattordici bagni (per i fanghi ed i bagni caldi contro artriti e artrosi). Nell’ampio piazzale antistante l’edificio si trovava un immobile con quattro grandi vasche per bagni con acqua ferrosa a 29°C, una stazione per il ricovero di cavalli e carrozze e, perfino, una piccola chiesetta.

Nel 1891 la città di Siena ospitò un importante congresso di idrologia e le acque delle Galleraie furono insignite di importanti citazioni e riconoscimenti. Ma ben più significativo risultò il Congresso nazionale di Idrologia, Climatologia e Terapia fisica tenuto a Napoli nel 1912, dove illustri medici e clinici, ritennero opportuno citare le acque delle Galleraie e decantarne le azioni terapeutiche. Le acque delle Galleraie non rappresentano le sole manifestazioni naturali del sottosuolo intorno alla Riserva Naturale delle Carline, ma nelle vicinanze si trovano anche sorgenti calde, putizze e fumarole che nell’antichità venivano sfruttate per produrre zolfo, allume, boro e vetriolo.

L’edificio ha subito nel 1987 un intervento di restauro conservativo e contemporaneamente fu realizzata una moderna stazione termale adiacente all’albergo, nella quale le acque endogene erano utilizzate nelle terapie a base di fanghi, balneazioni, inalazioni, insufflazioni e cure idropiniche. Le proprietà insite nelle acque delle Galleraie sono indicate per la cura delle malattie della pelle, dell’apparato locomotore e dell’apparato respiratorio. Lo stabilimento termale è oggi chiuso al pubblico, in attesa di un nuovo intervento di restauro e di una nuova riapertura.

Bibliografia:

1) Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia e delle sue isole, corredata di un atlante, di mappe geografiche e topografiche, e di altre tavole illustrative: 9: Italia media o centrale. Parte 8. Granducato di Toscana, Parte 8 (Google eBook), Attilio Zuccagni-Orlandini.

2) Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana per osservare le produzioni naturali, e gli antichi monumenti di essa. Ed. 2. con copiose giunte. – Firenze, Cambiagi 1768-79 (Google eBook), Giovanni I Targioni Tozzetti.

 3) Relazioni di alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana per osservare le produzioni naturali e gli antichi monumenti di essa (etc.)- Firenze, Stamperia imperiale 1751-54 (Google eBook), Giovanni I Targioni Tozzetti.

4) Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana per osservare le produzioni naturali, e gli antichi monumenti di essa, Volume 4 (Google eBook), Giovanni Targioni Tozzetti.

Note: Bagno delle Galleraie in Val di Cecina nel popolo Di Travalle, Comunità e Giurisdizione di Montieri, Diocesi di Volterra, Compartimento di Siena. Sono due polle d’acqua termale acidula solforosa che scaturiscono gorgogliando da un terreno argilloso sottostante ad un banco di travertino, le quali polle sono raccolte in una vasca coperta da una capanna, cui si dà l’onorato nome di Bagno. Sono albicce di colore, fetide di odore, quasi insipide di sapore, ed hanno circa 23 gradi di temperatura, al termometro Réaumur. L’uso loro è limitato all’immersione per curare specialmente i mali cutanei e i dolori reumatici. Dal Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti).