Il castello di Celsa – Sovicille
Luogo: Celsa
Comune: Sovicille
Data/periodo: 1200. Il Castello di Celsa nasce come baluardo difensivo della Repubblica di Siena sul versante fiorentino. Nel 1377, come testimoniato da alcuni documenti, fu diffidato dall’ospitare i fuoriusciti senesi.
Nel Cinquecento, la struttura fu trasformata in residenza per iniziativa di Mino Celsi, letterato senese e accademico degli Intronati, che divideva la proprietà con lo zio Cristofano. I lavori sono tradizionalmente ascritti a Baldassare Peruzzi, sebbene l’ipotesi non sia suffragata da alcuna testimonianza documentaria. Al Peruzzi si dovrebbero la cappella circolare e la sistemazione esterna dei muri di terrazzamento paralleli al viale d’accesso.
Nel maggio 1554 il complesso fu devastato dalle truppe imperiali di Carlo V, mentre nel Seicento furono realizzati i giardini barocchi. Nel 1672 fu restaurata la cappella dedicata ai Santi Ignazio e Francesco Saverio ad opera della famiglia De Vecchi, che come ricorda una lapide era proprietaria del complesso.
Verso il 1868 il complesso passa in proprietà Antinori per il matrimonio di Giulia de’ Vecchi con Amerigo Antinori. La loro figlia Maria, moglie di Giuseppe Aldobrandini, promosse un importante lavoro di ristrutturazione nel gusto neogotico per mano dell’architetto Mariani. Alla morte di Maria, Celsa passa al figlio Clemente Aldobrandini
Descrizione: Dell’originaria rocca difensiva sembrerebbe rimasta la torre sud, di cui forse è autentica anche la merlatura, e la base a scarpa della torre est, mentre la torre ovest presenta finestre e merli ricostruiti dall’architetto Maraini nel 1900.
L’intervento attribuito a Baldassarre Peruzzi nella cappella circolare è indicato già dal Repetti. Lo stesso Peruzzi avrebbe anche realizzato i muri di terrazzamento che conglobarono il castello medioevale in una sistemazione simmetrica.
All’edificio più antico si unì obliquamente un’ala contigua, che dette forma a un cortile interno triangolare, chiuso verso valle da un muro con tre portali (soluzione simile a quella peruzziana del Castello di Belcaro): fu così creata una soluzione spaziale completamente rinnovata.
Dei giardini rinascimentali rimangono le aiuole antistanti il castello, con gli emblemi dello stemma Aldobrandini (stelle e rastrelli), e gli ampi giardini laterali con la siepe di cipressi a catena, la pilastrata con vasi, la peschiera e il suo parapetto con altorilievi.
La cappella, che sorge isolata sul lato nord-orientale del terrazzamento tra il corpo della villa e il giardino, è a pianta circolare ripartita all’esterno da lesene che si spingono a sorreggere una cornice, oltre la quale affiora il tiburio. Ai lati del portale d’ingresso, il sistema delle specchiature ospita nicchie che sormontano finestre, mentre ai lati di queste si trovano semplici oculi ellittici.
La decorazione dell’altare, in stucco, è stata recentemente accostata alle realizzazioni dell’architetto senese Jacomo Franchini.
Dopo la Seconda Guerra mondiale, Clemente e Luisa Aldobrandini hanno curato il restauro del castello e soprattutto del giardino. Restauro e manutenzioni straordinarie vengono ora continuate per opera di Livia Aldobrandini, coadiuvata dal marito Giancarlo Pediconi.
Bibliografia:
AA.VV., La Toscana paese per paese, vol. III, Firenze, Bonechi, 1981, p. 418
Cammarosano P. e Passeri V., I castelli del senese. Strutture fortificate dell’area senese-grossetana, Siena, Nuova Immagine, 2006, p. 448
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Bonelli Conenna L. e Pacini E. (a cura di), Vita in villa nel Senese. Dimore, giardini e fattorie, Pacini Editore, Pisa, 2000.
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Rotundo F. , Al servizio dei nobili: artificio e regola nei progetti di Jacomo Franchini, in Mussari B. e Rotundo F. (a cura di), La regola e il capriccio. Jacomo Franchini e il barocco senese, Siena, Arti Grafiche Ticci, 2010, pp. 103-118, p. 106
Fonti:
Schede SBAP: n. 00385494 e n. 00385495, 1995 (a cura di Cipriani O.); n. 00403582, 1995 (a cura di Pizzonia G. e Lisci M.)
Links:
Dizionario geografico, fisico e storico della Toscana Repetti on-line
Autore scheda: Silvio Masignani