Statue acroteriali di Poggio Civitate a Murlo

 

Luogo: Poggio Civitate

Comune: Murlo 

Data/periodo: Fra il VII e il VI secolo a.C. Periodo etrusco, età orientalizzante: 735 – 580 a.C.; Periodo etrusco, età arcaica: 580 – 480 a.C 

Descrizione: Acroterio” è una parola di tradizione greca (χρωτήριον) che sta ad indicare un elemento decorativo figurato, diffuso dal VII secolo a. C. in Grecia e poi in Etruria, sistemato sulla sommità dei tetti dei palazzi e dei frontoni dei templi con funzione ornamentale. Proprio gli acroteri, fra i reperti portati alla luce dagli scavi del sito di Poggio Civitate, sono forse gli oggetti che colpiscono maggiormente per la loro bellezza e originalità. Sia gli edifici della prima fase di occupazione del Piano del Tesoro nel periodo orientalizzante, che il grande palazzo dell’ultima fase arcaica, presentavano un sofisticato sistema di copertura dei tetti con tegole e coppi di colmo sormontati da acroteri in terracotta di varia tipologia.

Gli acroteri del VII secolo a. C. erano del tipo detto a ritaglio, venivano cioè realizzati intagliando il soggetto in una lastra piatta di argilla ancora cruda, per poi essere applicati longitudinalmente al coppo in una apposita fessura e, infine, cotti in forno con dei sostegni che impedissero eventuali cedimenti. Gli acroteri a ritaglio sembra siano il primo tipo a comparire in Etruria nel tardo orientalizzante; se ne conoscono anche ad Acquarossa, a Tuscania e a Roma. Le tracce di pigmento indicano che le terracotte dovevano presentarsi colorate con vernice rossa e bianca. Lo studio dei frammenti ha rivelato che, per questa fase, doveva trattarsi di circa 33 acroteri, sia a soggetto vegetale, come quello raffigurante una coppia di viticci che si toccano con al centro un bocciolo, che animale il cui miglior esempio è quello del cavallo con cavaliere con i dettagli delle figure, come la criniera, i capelli e l’abbigliamento dell’uomo, realizzati a linee profondamente incise. Fa la sua comparsa anche un tipo di acroterio a rilievo realizzato senza l’utilizzo di matrici e raffigurante due felini che azzannano una figura umana posta al centro della composizione circolare, un repertorio tipicamente figurativo.

Anche il tetto del grande palazzo di VI secolo a. C. era sormontato da una variegata e numerosa serie di acroteri fittili. Sono stati divisi in due gruppi: acroteri a figura umana e acroteri a figura animale. Le statue umane dovevano essere non meno di tredici e poste sul lato nord del tetto dell’edificio, direttamente fissati al coppo di colmo. Alcuni acroteri, di dimensioni maggiori, presentano la figura umana seduta su uno sgabello, vestita con una lunga veste e babbucce a punta e con le mani appoggiare sulle ginocchia poste nell’atto di stringere e tenere orizzontalmente un oggetto oggi scomparso. Il volto è rotondo e massiccio con grandi occhi a mandorla, bocca e naso resi solo sommariamente e lunga barba squadrata. Ma l’elemento che meglio distingue queste statue è il copricapo, un cappello a larghe falde rialzate e con alta calotta conica. Si tratta ormai di un vero e proprio simbolo caratteristico degli etruschi di Poggio Civitate non essendo stati trovati, fino ad oggi, confronti puntuali per un simile tipo di cappello. Alcuni frammenti di seni rinvenuti farebbero pensare che non tutte le statue dovevano essere di sesso maschile. Oltre alle figure appena descritte ve ne erano anche altre di dimensioni inferiori e altre raffigurate in movimento, come quella, interpretata come una Gorgone, rappresentata inginocchiata in corsa e caratterizzata da un modellato accurato e da argilla più depurata.

Gli acroteri a soggetto zoomorfo sono quelli rinvenuti maggiormente frammentari e comprendono  sia animali fantastici, come sfingi alate e grifoni, che reali, come leoni, arieti, pantere, cinghiali e cavalli. L’esemplare meglio conservato è una sfinge maschile eretta sulle zampe e con le ali distese verticalmente all’indietro, il volto è incorniciato da due lunghe trecce che scendono fino al petto rigonfio. Il volto sembra essere stato modellato direttamente con le dita, come anche per le grandi statue.
Da un punto di vista tecnologico è stato possibile comprendere quali dovevano essere le varie fasi artigianali per la costruzione degli acroteri; in primo luogo tutte le terrecotte architettoniche sono state realizzate a Murlo, come risulta dall’argilla impiegata. Le statue venivano modellate eseguendo per prima cosa la base con il poggiapiedi e sul coppo colmo veniva poi praticato un foro e inserito un tubo che serviva da sostegno per il resto della struttura arrivando fin dentro alla testa. Il posizionamento di quest’ultima era il passaggio più problematico a causa del suo grande peso. I particolari della veste erano sovra-dipinti in bianco su uno strato di ingubbiatura rossa e le scarpe avevano la tomaia marrone e i particolari in bianco. I tratti del volto venivano modellati con la pressione delle dita mentre capelli, barba e sedile erano realizzati a stecca.
L’interpretazione delle grandi figure acroteriali umane è tuttora avvolta nel mistero; potrebbe tuttavia trattarsi di figure protettive di antenati comuni al clan familiare proprietario del grande palazzo arcaico. 

Bibliografia

Edlund-Berry I., Four Terracotta Heads from Poggio Civitate (Murlo). Towards a Definition of the Murlo Style, ibid., XVII, Astrom Edition, 1989, pp. 21-32 

Edlund-Berry I., The Seated and Standing Statue Akroteria from Poggio Civitate (Murlo), Roma, Giorgio Bretschneider, 1992

Goggioli S. (a cura di), Antiquarium di Poggio Civitate, Protagon, Siena 2002 

Nielsen, E. O., Aspetti della produzione artigianale a Poggio Civitate, in Formigli E. (a cura di), Preziosi in oro, avorio e osso. Arte e tecniche degli artigiani etruschi, Siena, Nuova Immagine, 1995, pp. 19-26 

Rystedt E., Early Etruscan akroteria from Acquarossa and Poggio Civitate (Murlo), in Aqua-rossa, vol. IV, Stoccolma,Paul Astrom, 1983 

Warden G. P., A Decorated Terracotta Stand from Poggio Civitate, in RM, 84, 1977, pp. 199-210

Winter N. A. Architectural Terracottas with Human Heads from Poggio Civitate (Murlo), in ArchC1, XXIX, 1977, pp. 17-34

Links:

Antiquarim di Poggio Civitate, Musei Senesi http://archeologicomurlo.museisenesi.org 

Note: Gli acroteri sono visibili presso l’Antiquarium di Poggio Civitate Museo Archeologico di Murlo, sede di una ricca collezione di reperti provenienti dagli scavi archeologici di Poggio Civitate insieme ad altri oggetti provenienti dal territorio comunale. 

Autore scheda: Giulia Losi