Le sale affrescate di Palazzo Corboli a Asciano

Luogo: Asciano

Comune: Asciano

Data/periodo: XIII sec.

Descrizione: Il complesso edificio che ospita oggi il museo Corboli fu un tempo residenza della nobile famiglia senese dei Bandinelli. All’antico palatium, risalente alla prima metà del XIII secolo, venne aggiunta, qualche decennio dopo, la torre. In seguito, tra la fine del XIII e la prima metà del XIV secolo, i due nuclei più antichi vennero arricchiti e collegati da ulteriori ambienti e da una corte scoperta. Nel corso dei secoli successivi, altri interventi modificarono l’assetto dell’edificio. Il restauro effettuato tra il 1996 e il 2001 ha permesso di recuperare buona parte dell’edificio originario e di trasformarlo in una sede museale con un vasto spazio espositivo.

La sala detta “di Aristotele” si trova al primo piano. Realizzata tra la fine del XIII secolo e il XIV secolo, si caratterizza per una vivace decorazione a finti marmi policromi e un’ampia successione di stemmi gentilizi nella zona alta delle pareti.

Sullo sfondo campeggiano tre medaglioni figurati di diverse dimensioni e una rota nella parete sinistra. Il più grande dei tre medaglioni della parete destra va senza dubbio considerato come l’incipit di tutto il programma iconografico della sala: in posizione centrale, raffigurato a mezzo busto, si riconosce Aristotele, attorniato dalle Virtù Cardinali (Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza) e da personaggi storici o mitici. Nella formella quadrilobata, proprio sotto il filosofo, si trova l’immagine di un uomo che indica una mano che regge un’ascia e una torre civica, simbolo della città di Asciano.

La scena ha lo scopo di esaltare il bene comune, obiettivo principale di chi detiene il potere (secondo gli insegnamenti di Aristotele), che si ottiene grazie al supporto delle Virtù, prima fra tutte la Giustizia. Il medaglione collocato a sinistra del tondo di Aristotele rappresenta infatti l’episodio biblico del Giudizio di Salomone, esempio di re giusto e illuminato dalla sapienza divina. Il medaglione a destra, invece, rappresenta il primo Sogno di Nabucodonosor narrato dal profeta Daniele. Il re Nabucodonosor si dimostrò arrogante, superbo e avaro; il Sogno si presenta dunque, in netta contrapposizione al Giudizio, come monito e condanna dell’abuso di potere del governante iniquo, destinato a un inesorabile tracollo.

Il progetto iconografico prosegue infine nella parete contigua con la spettacolare Ruota di Barlaam, che fa riferimento a un racconto della tradizione buddista secondo cui il giovane principe Iosaphat, dopo aver abbandonato la vita agiata e dedita al piacere, decide di abbracciare uno stile di vita ascetico sotto la guida dell’eremita Barlaam, che gli rivela il vero senso della vita. La versione cristianizzata del racconto è composta da una serie di parabole che l’eremita narra al giovane principe per svelargli la natura incerta e vana dei beni terreni. La figurazione centrale della Ruota di Asciano è dedicata al IV apologo della leggenda di Barlaam e Josaphat, che insiste sulla fugacità dell’esistenza e sulla perdizione cui possono condurre i beni e le preoccupazioni terrene: il tema viene rafforzato grazie agli exempla di uomini famosi (quali Priamo, Scipione l’Africano, Ciro Re di Persia, Re David e altri ancora) raffigurati nei medaglioni circostanti, che per loro colpe o per un ineluttabile destino hanno visto cadere il loro potere e sono stati puniti con una terribile morte.

Il secondo ambiente affrescato, che si trova al pianterreno della torre di Palazzo Corboli, è comunemente chiamato “sala delle Quattro Stagioni”: infatti nelle vele della volta, immaginate all’interno di tondi posti al centro di campiture azzurre decorate con gigli di Francia, spiccano quattro personaggi, personificazioni delle stagioni. La loro dipendenza stilistica dai modelli dipinti da Ambrogio Lorenzetti nella Sala della Pace in Palazzo Pubblico a Siena è immediatamente percepibile. La critica è ormai concorde nell’attribuire i dipinti a una coppia di artisti attivi a Siena nella seconda metà del Trecento e nel primo decennio del Quattrocento: Cristoforo di Bindoccio e a Meo di Pero.

Bibliografia:

Alessi C. (a cura di), Palazzo Corboli, Museo d’Arte Sacra, Siena, Protagon, 2002

Capresi D., Nerucci S. e Maccari L. (a cura di), Musei del Senese. Itinerari culturali in terra di Siena, Siena, Nuova Immagine, 2007

Autore scheda: Marta Mazich

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento