La Chiesa di San Giorgio

Luogo: Via Pantaneto, 111 – Siena

Contrada: Contrada del Leocorno

Denominazione: Memorie dalla chiesa di San Giorgio

Data/periodo: Memorie di un contradaiolo fino agli anni ‘60-’70

Descrizione: San Giorgio non è solo il nome di un Santo ma anche quello di una chiesa di stile barocco situata laggiù, quasi in fondo a Pantaneto, ripensando alla quale, come per magia, il nastro del tempo si riavvolge e si ferma ad un primo pomeriggio di tanti anni fa.

Sunto sparge nelle strade e nei vicoli i suoi primi rintocchi, un volo radente di rondini sfiora le nostre bandiere ancora appese alle colonne marmoree di questa chiesa.

Dal sagrato lo scalpiccio degli zoccoli di un cavallo rompe un silenzio odoroso d’incenso.

Nella penombra una cavalla storna avanza verso l’altare ed il sacerdote che la benedirà, condotta per le briglie dalle mani forti di un fantino leggendario e da quelle diafane e leggiadre della nostra Capitana.

Per chi, fra noi, ha una certa età, San Giorgio rappresenta il luogo della memoria, evoca il fascino sottile e particolare di sensazioni lontane, ma allo stesso tempo vicine nel tempo.

È il profumo dell’incenso, la luce delle candele accese sull’altare, un rullo di tamburo, il fruscio delle bandiere, il “vai e torna vincitore”, il rintocco di una campanina che suona a vittoria, il primo Maria Mater Gratiae gridato più che cantato con voce di fanciullo.

È l’elemento catalizzante che serve a far tornare alla mente la figura severa ma bonaria del Sor Primo Pianigiani, l’irruente, prorompente e contagiante esuberanza del Sor Mario Bracali, la compostezza del Sor Cesare Bassi, l’immagine diafana, dolce ed eterea della marchesa Carla, ed il baffo sorridente ma ferreo nelle decisioni importanti di Erminio Campanini.

È l’aggancio mentale che ci fa ripensare con un pizzico di nostalgia al “siamo del Leco col trallerallera, siamo del Leco col tralleralla’” di Decio Dainelli, e al furibondo furore di Tonino Basetti.

È il meccanismo di moviola temporale che ci fa rivedere con gli occhi della mente tutti quegli uomini e quelle donne, gente di Pantaneto, che hanno contribuito a far grande la nostra Contrada con la loro passione, il loro impegno e la loro dedizione.

Per quasi cento anni questa chiesa, che si trova inconfutabilmente nel territorio di un’altra Contrada, è stata però officiata dal Leocorno.

Negli angusti locali ad essa connessi, un corridoio ed una saletta, si sono conservati i nostri cimeli, i drappelloni vinti sul Campo e le monture indossate con orgoglio dai nostri giovani.

Nessuno ci potrà mai togliere dalla mente e dal cuore che in quella chiesa sono stati celebrati i riti sacri e profani della nostra vita contradaiola, che vi sono stati benedetti cavalli come Niduzza e Gaudenzia, che vi sono tornati vittoriosi fantini come il Meloni, Rancani, il Cispa, Remo e Vittorino, e che tra quelle quattro mura che hanno visto la gioia, la disperazione e la speranza di tanti contradaioli del Leocorno sono stati forgiati, attraverso decisioni sofferte ed a volte contrastate, gli attuali destini della Contrada.

Ed è in conseguenza di tutte queste considerazioni che di una cosa dobbiamo essere certi: che le bandiere che vedremo attaccate alla facciata di San Giorgio nei giorni del Palio e nei giorni di festa, anche se saranno di un’altra Contrada, avranno sempre, almeno per noi, i colori del Leocorno.

Fonti:

Memoria orale di Paolo Doretto

Note: Del primitivo impianto della chiesa, attestata dal 1081, non rimane che il campanile romanico-gotico, caratterizzato da 38 finestrelle che si aprono lungo i suoi quattro lati, che rimandano al numero delle Compagnie Militari senesi che presero parte alla battaglia di Montaperti nel 1260. L’aspetto attuale si deve all’architetto comasco Pietro Cremoni, che la terminò nel 1738. La facciata è caratterizzata da due colonne di ordine gigante e dallo stemma del Cardinal Anton Felice Zondadari promotore del rifacimento. All’interno, in controfacciata, spicca il policromo monumento funebre al pittore Francesco Vanni, realizzato dai figli nel 1656. I dipinti più interessanti sono: l’ “Incontro sulla Via del Calvario” di Raffaello Vanni e il “Crocifisso con il padre Matteo Guerra” di Francesco Vanni. Nel transetto si trovano i monumenti funebri di due esponenti della famiglia Zondadari.

Autore scheda: Contrada del Leocorno, Paolo Doretto

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento