Palazzo Vestri: Il palazzo senza scale

Luogo: Via Salicotto – Siena

Contrada: Contrada della Torre

Data/periodo: XIX secolo

Descrizione: “Ho vinto io, ho vinto io, ho vinto io”. Almeno una volta all’anno si sente riecheggiare  all’interno di Palazzo Vestri uno stridolio di piccoli contradaioli che rivendicano il primo posto di una Paliata appena finita. Occhi pieni di emozione, sudore in fronte, battito accelerato, madri affannate che provano a fermare il proprio “barberino”. E’ proprio così, non si può farne a meno: quando superi l’androne del palazzo non puoi non rimanere affascinato da quella magnifica rampa elicoidale che caratterizza il suo interno. Il fascino che destano le grandi architetture, quelle che, all’improvviso, si ergono davanti alla tua vista.

Niente di artificioso, semplicemente un disegno nuovo, qualcosa di inaspettato. Subito, senza esitare un solo attimo, preso fiato dallo stupore, partono i cittini a corsa: Su e giù, su e giù, su e giù per questa strana rampa senza scale. Gridano emozionati, imitano la corsa del Palio, ognuno in veste di un immaginario barberino che rotola nella più affascinante pista che un contradaiolo possa immaginare. Suggestione per i grandi, magia per i più piccini.

Il Palazzo, dalle vesti Neoclassiche, è stato probabilmente costruito da Giovanni Vestri (capitano della Torre e capomastro) che era un fervente garibaldino senese, come i suoi figli: Archimede, Ademaro e Baldovina. Forse su disegno di Archimede -architetto e impresario torraiolo- venne fatta questa rampa elicoidale senza scalini. Uno stile particolare e sicuramente differente da lessico madre che caratterizza le nostre architetture: Gotico e Rinascimentale.

E’ riconducibile a quel periodo “tra purismo e liberty” che ha dato a Siena monumenti e capolavori di natura eclettica. Sebbene rimanesse sempre salda la primaria fonte d’ispirazione -la stagione dei grandi maestri del medioevo- l’Ottocento registrava a Siena una forte vitalità nelle arti, nel pluralismo di stili: sintomo di un costante collegamento con la società del tempo.

In pochi lo conoscono, ma i torraioli lo proteggono gelosamente, almeno nel ricordo di una barberata fatta con i propri amici di contrada. Provo a chiedere un po’ a qualche contradaiolo: “ricordo che vinsi”, mi risponde un amico,  “ricordo che ci salimmo con le bici”, un altro ragazzo. Poi lui, tutto serio e meravigliato: “E’ una di quelle cose che quando sei un piccolo torraiolo fai sicuramente, come la corsa attorno alla fontanina….perchè te, filippo, non sei mai caduto nella fontanina?”, mi chiede incuriosito un, ormai vecchio, cittino di Salicotto. “Certo”, rispondo fiero e affascinato, “certo”. “ma allora spiegami una cosa, perché venne fatta senza scalini?” Mi guarda come se non sapessi qualcosa di scontato, sospira orgoglioso del suo sapere ed esclama: “Garibaldi! Era per farlo sali’ a cavallo. Garibaldi, andava a trovare Baldovina… Garibaldi….” Beh, non so cosa ne pensate, ma era così certo mentre lo diceva che mi sono immaginato tutto. E voi?

Bibliografia:

Anselmi Zondadari M., Architettura e disegno urbano a Siena nell’Ottocento, tra passato e modernità, Allemandi, Torino, 2006

AA.VV., Siena tra purismo e liberty, Siena, Mondadori – De Luca, 1998, pp. 270, 288

Brino G., Le facciate delle case di Siena (1900-1902), Siena, Protagon editori Toscani, 2007

Michel E., voce Vestri Giovanni, in M. Rosi, Dizionario del Risorgimento Nazionale. Alle origini a Roma capitale. Fatti e persone, vol. IV: Le Persone. R-Z, Milano, Vallardi, 1937, pp. 561-562

Sisi C., Spalletti E., voce Vestri Archimede, in La cultura artistica a Siena nell’Ottocento, Siena, Amilcare Pizzi, 1994

Autore scheda: Contrada della Torre; Filippo Gastone Scheggi

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