Vicolo di Finimondo

Luogo: Vicolo di Finimondo – Siena

Contrada: Nobile Contrada del Nicchio

Descrizione: Siena, città magica; Siena, figlia della strada; Siena, erede di Roma. Siena è una città dai mille volti e fra i mille volti che possiede ce n’è uno affascinante ed è quello dei vicoli. Siena è una città piena di vicoli, di vicoli veramente interessanti, suggestivi, romantici. Vicoli che si aprono quando meno te lo aspetti, all’improvviso su strade o piazze; vicoli nascosti agli occhi più indiscreti. Vicoli per la maggior parte silenziosi dove il tempo sembra fermarsi e per un attimo chiudendo gli occhi si può tornare addietro nei secoli come su di una macchina del tempo, come per magia. Vicoli che si contorcono su sali e scendi, vicoli che corrono dritti come spade, vicoli che si nascondono dietro palazzi, vicoli che ti prendono per mano e ti accompagnano nei freschi pendii durante la calura estiva, vicoli che…

Anche il nostro rione ha un vicolo, un vicolo che si nasconde dietro alle case e che corre parallelo a via dei Pispini; è stretto e buio: da un lato le mura sono quelle dell’attuale casa circondariale ricavata nell’ex convento domenicano di Santo Spirito dall’altro finestre e porte fiabesche ornate di fiori multicolori che danno gioia anche nelle giornate più grigie. Dove si trova? È facile! Arrivate in piazza Santo Spirito, mettetevi di fronte alla chiesa e poi volgetevi a destra vedrete delle scale. Tranquilli non entrate dentro casa di nessuno.

Quello è il nostro vicolo, vicolo di Finimondo. Entrate, entrate pure, percorretelo tranquillamente ed ad un certo punto troverete una maiolica raffigurante una Madonna col Bambino, conosciuta con l’appellativo di “Madonna di Finimondo”, del secolo XVII. L’immagine, anche se posizionata in un punto lontano dai luoghi canonici per il popolo nicchiaiolo, ha una sua importanza per il rione. Nei giorni precedenti alla nascita della Vergine, l’8 settembre, diventa il centro culturale e religioso. Non bisogna mai dimenticare il ruolo importante che riveste la figura della Vergine Maria per la città di Siena: è vero che la città ha i suoi Santi protettori ma essa è “advocata” di Siena presso la Corte Celeste. La città si è offerta a Lei sin dall’antichità e quindi ecco spiegato questo attaccamento del rione, dei rioni, di Siena nei confronti della Vergine Maria. Come ho accennato prima, il vicolo diventa il centro nevralgico ed è percorso dai “cittini” (gergo volgare per indicare i bambini), sono loro gli artefici artistici dell’opera, e dagli adulti; le voci si susseguono ed il vicolo si sveglia improvvisamente dal torpore di tutto l’anno. Per un paio di giorni è il “Caput Mundi” della contrada. È la festa popolare dei “Tabernacoli”. Tutte le consorelle si animano in questo “singolar tenzone” nell’eseguire il Tabernacolo più bello. È la rivalità, la competizione il motore, la forza trascinante di questa città.

Poco oltre, all’interno di un cortile, il busto del noto poeta ed improvvisatore senese Bernardino Perfetti. Il poeta, vissuto nel Settecento, si suicidò in questo luogo a causa di un amore non corrisposto, gettandosi da questo punto dove probabilmente un tempo c’era un burrone. A questo punto non è possibile andare avanti, un edificio ci sbarra la strada come una sentinella sugli orti, sui giardini privati.

A questo punto scommetto che vi chiederete qual è il significato di questo nome, giusto? (come direbbe Gino). Ebbene ecco la storia del suo toponimo e di ciò che lo circonda.

La strada in se stessa viene già citata nel Costituto del 1309-10 il quale dispone che “la via, la quale è nel pogio Farolfi allato a le case […] si metta e si continui […] et esca ne la via publica, denançi a le grandora de l’Abbadia Nuova di Sancto Iacomo dietro”. Quindi “la via […] et esca ne la via publica, denançi a le grandora de l’Abbadia Nuova di Sancto Iacomo dietro” verosimilmente non è altro che il nostro vicolo di Finimondo che nei primi anni del Trecento si stabiliva di prolungare fino a San Giacomo, facendolo passare dietro alle case che si affacciavano su via dei Pispini. Questo fatto permette di rivisitare la tesi più accreditata sulla derivazione etimologica del nome: l’essere Finimondo una strada senza uscita ha indotto un grande conoscitore di storia senese quale Virgilio Grassi a supporre che la “bizzarra denominazione” le provenisse proprio “dal non avere sfondo, datale quasi, per esagerazione popolare, come se in essa il mondo finisse”.

Adesso possiamo affermare che il toponimo Finimondo ha un’origine completamente diversa, anche se non meno affascinante di quella prospettata da Virgilio Grassi, visto che nel Medioevo la via non era senza sfondo. Dopo esser passata dietro le case di via dei Pispini e aver costeggiato l’Abbadia Nuova, Finimondo usciva dalla porta di Busseto, di cui ancora oggi è visibile l’arco tamponato nelle mura che scorrono proprio sopra l’omonima strada. Fino ad alcuni decenni fa la toponomastica della zona, riportata nella tavoletta dell’Istituto Geografico Militare, segnalava in prossimità del vicolo l’esistenza di un podere “podere Finimondo” appena fuori delle mura. È probabile, quindi, che prima della costruzione del palazzo che ha accecato il vicolo questo conducesse ai terreni del podere, ai quali si poteva accedere dalla porta di Busseto, ed è altrettanto verosimile che proprio la vicinanza del toponimo agricolo abbia determinato il nome del vicolo stesso.

Bibliografia: 

Cresti R. e Martellucci M., Stradario/Stranario. Curiosità e stranezze nei toponomi di Siena, Siena, Betti Editrice, 2004, pp. 22-24

Fiorini A., Siena. Immagini, testimonianze e miti nei toponimi della città, Siena, Edizioni Alsaba, 1991, pp. 338-339

Autore scheda: Nobile Contrada del Nicchio, Paolo Fiorenzani

 

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