San Pietro Buio

Luogo: Via di Calzoleria – Siena

Contrada: Contrada Priora della Civetta

Data/periodo: 1600-1791

Descrizione: Quasi in fondo a Via di Calzoleria, sulla destra, si trova un cortiletto appartato che termina con un brevissimo diverticolo senza sfondo, residuo di un chiassino detto di S. Pietro Buio, che da Calzoleria e da Banchi di Sotto consentiva di accedere all’antichissima chiesa parrocchiale di S. Pietro alle Scale in Banchi. La chiesa − non più esistente − era popolarmente chiamata S. Pietro Buio, perché scarsamente illuminata. Era centrale e posta lungo la Francigena, in corrispondenza dell’attuale modesto fabbricato di Banchi di Sotto recante una targa con l’anno “1814”, con la Porta piccola in detta Strada situata in fianco di esso, e con altra Porta maggiore in facciata.

L’abside, a cui si appoggiava un esile arco di controspinta fattovi fare nel 1698 dal parroco don Antonio Perpignani con un contributo della Contrada della Civetta, era rivolta verso l’ultimo tratto di Calzoleria. La chiesetta aveva al centro della fiancata un piccolo campanile a vela con due campane e un “campanello”. Internamente era divisa in tre piccole navate, la prima delle quali era rifinita con volta, e le altre fino per anche a tetto. Il pavimento della chiesa rimaneva leggermente sopraelevato rispetto al piano stradale; infatti, vi si entrava salendo alcuni gradini che furono all’origine della sua denominazione ufficiale: S. Pietro alle Scale. L’aggiunta in Banchi − così come l’appellativo di S. Pietro Buio − serviva a distinguerla dall’omonima chiesa parrocchiale di S. Pietro alle Scale in Castelvecchio.

Per meglio comprendere com’era l’interno ci è di aiuto una descrizione del curato don Antonio, compilata il 30 agosto 1687 per un “Inventario di tutti i beni mobili, e stabili” della parrocchia chiesto dalla Curia Arcivescovile: La sud.a Chiesa di S. Pietro in Banchi è situata in Siena nel 3° di S. Martino, Contrada della Civetta, strada d.a Banchi, confina da tre bande la strada, e dall’altra la Casa Parrocchiale. In d.a Chiesa sono due Altari, il Maggiore di stucco con sue colonne ornato, con quadro dipintovi S. Pietro e Pavolo Apostoli, a’ quali è dedicato, e S. Ambrogio Sansedoni, e S.ta Caterina da Siena; fuori delle Colonne di d.o Altare da una parte vi è dipinto S. Giovanni Battista e dall’altra S. Ansano con suoi ornamenti di stucco; nelle basi delle Colonne di d.o Altare, dalla destra vi è l’Arme di Casa Marsili. Altro Altare da un fianco di d.a Chiesa in faccia alla porta piccola parim.te di Stucco ornato però senza colonne con quadro dipintovi S. Eligio Vescovo, al qual Santo è dedicato d.o Altare, vi è la sua mensa di stucco retta da due colonnine, et in tutte e due le basi di d. o Altare vi è l’Arme dell’Università degli Orefici, dalle quali fu fatto fare d.o Altare, di che n’è la Memoria al lato destro di d.o Altare con iscrittione in pietra.

Si tramandava che la chiesa di S. Pietro alle Scale in Banchi fosse stata costruita su un tempio romano dedicato a Giove. Come riporta una relazione compilata nel 1730 dal rettore don Ambrogio Perpignani per conto della Curia Arcivescovile, nei tempi del Gentilismo chiamavasi ‘l Tempio di Giove alle Tre Vie, adorandosi in esso il Simulacro di questa falsa Deità, e non vi entrava Lume, se non per alcune piccole aperture, dalle quali trasse il nome di Buio, conservato anche oggi fra il Vulgo. Non possiamo dire quanto di vero ci fosse in tale credenza; certo è che non molti anni fa, durante alcuni scavi in Banchi di Sotto, nei suoi pressi emersero dal terreno dei capitelli romani, purtroppo prontamente reinterrati.

Nel medioevo S. Pietro in Banchi fu sede della Compagnia Militare che ebbe per arme uno scudo azzurro con una scala e due chiavi pontificie incrociate. Oltre all’Università degli Orefici, dal 1692 al 1786, ospitò la Contrada della Civetta, che in essa ebbe a disposizione un altare dedicato a Sant’Antonio da Padova. I Civettini lo abbellirono con quattro statue di santi in cartapesta argentata e un quadro appositamente dipinto da Galgano Pepignani, nipote del parroco don Antonio.

La chiesa fu chiusa al culto a seguito della ristrutturazione delle parrocchie senesi (1786) e il suo titolo fu trasferito all’oratorio di S. Giovanni Battista nella Piazza della Staffa (oggi Piazzetta Virgilio Grassi). La Contrada, invece, ottenne un altare nella chiesa di S. Cristoforo.

Pochi anni dopo, le botteghe sottostanti o annesse a S. Pietro Buio, furono riscattate dai rispettivi pigionali. Successivamente, però, furono tutte rilevate dal nobile Alessandro Sansedoni, ad eccezione dell’ex chiesa che il 24 agosto 1791 era stata acquistata da un certo Francesco Sampieri “cappellaro”. Questi, nonostante l’opposizione del Sansedoni, abbatté completamente le mura dello stabile per ristrutturarlo e chiuse il vicolo. Di esso rimase soltanto un piccolo slargo sul retro dell’immobile, dalla parte di Via di Calzoleria, ribattezzato Piazza Padella per la presenza di stagnai, ramai e fabbri. Dall’8 dicembre 2007 lo slargo è stato intitolato ufficialmente Piazzetta Sabatino Mori. L’iniziativa è stata della Contrada Priora della Civetta, nel 25° anniversario della scomparsa del Mori, suo dirigente, capitano plurivittorioso nel Palio e mecenate, morto il 22 agosto 1982.

Bibliografia:

Fiorini A., La Contrada Priora della Civetta e le sue sedi, Sagep, Genova, 1984

Fiorini A., Siena. Immagini, testimonianze e miti nei toponimi della città, Al.Sa.Ba., Siena, 1984

Fiorini A., Strade di Siena. Strade, vie, vicoli e piazze raccontano la città, la sua vita, la sua storia, manoscritto, Siena, 2014

Autore scheda: Contrada Priora della Civetta, Alberto Fiorini

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