Breve glossario del bosco
Luogo: Val di Merse
Comune: Sovicille
Data/periodo: 1800
Descrizione: Il rapporto della popolazione della Val di Merse con il bosco è talmente intimo da aver generato un glossario di termini considerevole, alcuni di uso nazionale, altri di carattere principalmente locale. Il corbezzolo, ad esempio, si chiama Albatro, e i suoi frutti sono le albatrelle. Quando si ammucchia la ramaglia si dice invece ammontinare. La carbonella si chiama brusta. Il bosco ceduo è quello costituito principalmente dai polloni che si sviluppano in seguito al taglio effettuato periodicamente per ricavare legna di piccole dimensioni. Il ciocco è la radica, la radice della pianta. Particolarmente importante è quella dello scopo, l’erica maschio e, in alcuni casi, anche quella del corbezzolo, che venivano utilizzate per la fabbricazione delle pipe, oppure trasformate in carbone utilizzato soprattutto dai fabbri per via dell’alto potere calorifero.
Quando si passeggia nel bosco e si produce rumore, si dice frascare, tipico suono prodotto dalla vegetazione smossa, dalle foglie e dai rametti calpestati. Ci sono poi attrezzi da lavoro, come la grata, una griglia di legno che serviva per l’essiccazione delle castagne, o il corbello, paniere costruito con listelli di castagno. C’era poi il manascure che veniva usato per estrarre il ciocco, strumento simile a una zappa ma con un lato tagliente come un’accetta. E non poteva mancare, poi, il pennato, il principale attrezzo per il taglio del bosco. I nomi delle piante sono svariati, carpinese e rossolina, una varietà di castagna; il cerro, la quercia; il crognolo, il corniolo, piccolo arbusto particolarmente duro; il rogo, il rovo; il vetrice, il salice. Un vocabolario appena accennato, che ci informa della ricchezza linguistica che il bosco ha generato nella popolazione locale, fonte di una cultura propria con la quale farvi riferimento.
Bibliografia:
Molteni G., a cura di, Il museo del bosco. Orgia, Protagon, Siena 1993
Autore Scheda: Pietro Meloni