Un territorio con il mare dentro

Luogo: Siena

Comune: Siena

Contrada: Contrada Capitana dell’Onda

Descrizione: L’acqua è, per l’Onda, il passato, il presente ed il futuro insieme a Siena, una città senza fiume ma che è stata in età protostorica in riva al mare. Gli studiosi ce ne parlano segnalandoci conchiglie e strati profondi sabbiosi, argillosi, il cosiddetto “tufo”, con i suoi cunicoli onnipresenti in città e i suoi preziosi tessuti impermeabili. Sono quelli che sin dall’antichità hanno consentito la raccolta delle acque, e quindi di vivere e prosperare su questi colli lungo i millenni pur senza avere più né il mare né alcun fiume cui attingere.

L’Onda è quindi “di casa” a Siena come nessun’altra Contrada: presenza ancestrale, profonda, ricordo indelebile dell’acqua impresso nel nostro Dna. In passato dal Castelvecchio e dalla via di Città le acque abbondanti che defluivano verso la valle di Montone, attraversata dalla strada che portava agevolmente verso la Val di Merse e  verso il “nostro” mare, furono di difficile governo.

Intorno al 1100, la fede (e il bisogno di governo dell’area) fece così edificare nel poggetto tra gli scoli (cui era intitolato l’attuale vicolo di San Salvadore) e la gavina (nel tratto inferiore del vicolo degli Ugurgieri)  una nuova chiesa parrocchiale, la chiesa di San Salvadore, che ricevette nel corso del 1500 il “Chiesino” attuale per le cure degli Ondaioli, divenendo il centro dell’area della Compagnia di San Salvadore consolidatasi dal secolo XIII.

Chiesa e compagnia furono al servizio del nuovo insediamento in zona, quello che si stava infittendo con l’inglobamento di tratti di mura cittadine nei nobili e ricchi palazzi del Casato, il quartiere “alto” dell’Onda, area della Compagnia del Casato di Sotto.

Probabilmente la nuova parrocchia fu intitolata al Salvatore perché la missione salvifica di Gesù era richiamata dalle ricche acque del nostro territorio. Perciò la Compagnia di San Salvadore, nucleo primigenio della Contrada, non poté evitare le onde per le proprie insegne, e fu così “naturale” per la Compagnia assumere la denominazione di Onda quando, nel corso del Quattrocento, cominciò a sviluppare la propria vocazione ludica e ad aggregare anche i giovani del Casato, ampliandosi poi, nel corso del Seicento, nell’area poi riconosciuta all’Aquila.

Dopo la ricostituzione di questa Contrada, al bando tuttora in vigore di Balia confermato dalla governatrice Violante di Baviera nel 1730, la Contrada dell’Onda risultò raccolta nel territorio con il suo centro nell’attuale via Giovanni Duprè e in quelle sottostanti; Casato di Sotto (lato sinistro da piazza del Campo al Casato di Sopra); Casato di Sopra (entrambi i lati); via di San Pietro (lato sinistro dal Casato a Porta all’Arco); via di Sant’Agata (lato sinistro da Porta all’Arco all’arco di San Giuseppe con l’area del piazzale di Santa Croce gestita in accordo con la Tartuca non essendo ricordata dal bando); via di Fontanella (entrambi i lati “fino alla svolta di Porta Tufi”); tutte le strade comprese tra il Casato e la Piazza del Mercato con la metà di questa; piazza del Campo (da via Duprè alla Bocca del Casato) e parte del Palazzo Pubblico (la parte principale, escluso il palazzo detto del Podestà).

Le aree verdi sottostanti fino alle mura tra Porta Giustizia e Porta Tufi, non attribuite esplicitamente dal bando qui come altrove, sono considerate dell’Onda fino alla via di Porta Giustizia.

Autore scheda: Contrada Capitana dell’Onda, Mario Ascheri

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