La Contrada del Leocorno tra XVII e XVIII secolo

Luogo: Via Follonica, 15 – Siena

Contrada: Contrada del Leocorno

Data/periodo: XVII-XVIII secolo

Descrizione: Alcune notizie storiche contribuiscono a chiarire la storia più generale delle Contrade e del Palio. La richiesta, per esempio, presentata, e approvata il 7 luglio del 1660 dalla Compagnia di San Giovanni Battista in Pantaneto, da un della Contrada del Leocorno, et a nome di altri, stante che, se si desse il caso che la detta Contrada volesse corrire come altre Contrade, desidererebbero radunarsi nella nostra Compagnia, cioè nel nostro Cappellone… segna, da una parte, la data d’inizio della Contrada del Leocorno moderna, quella che, di mutazione in mutazione, è arrivata sino a noi; ma dall’altra, a ben vedere, ci fornisce, pure nella sua essenzialità, una serie di preziose informazioni generali: la Contrada manteneva una sua continuità storica a prescindere dal fatto di partecipare o no ai Palii; esisteva come territorio ed esisteva come popolo; ma, volendo corrire come altre Contrade, cioè partecipare al Palio corso in onore della Madonna di Provenzano, era necessaria una terza componente: un luogo di culto presente nel territorio, nel quale il popolo si potesse adunare nel nome di Dio e della Madonna per decidere di correre e per dare validità alla richiesta conseguente.

Naturalmente, l’ospitalità offerta dalla Compagnia era ripagata dalla Contrada con il dono dei premi conquistati con la vittoria delle carriere. Sappiamo che il piatto d’argento messo in bella mostra sopra il Drappellone è l’elemento che la Contrada vittoriosa deve restituire al Comune. Il pranzo che da esso prende il nome si può considerare il momento conclusivo della celebrazione della vittoria di un Palio. Ebbene, l’atto della restituzione del piatto ha un’origine storica ben definita. Fin dal 1727, quando si ha la prima attestazione nel processo verbale steso dal cancelliere di Biccherna, la Contrada vittoriosa era tenuta a questo impegno, con il quale otteneva in cambio l’asta e il Drappellone e, soprattutto, il premio in denaro di sessanta talleri. Dal 1731, quando si trovò in difficoltà economiche, la Compagnia di San Giovanni Battista in Pantaneto dette a noleggio, agli orefici incaricati di presentare il palio, il bacile vinto dalla Contrada del Leocorno nel Palio d’agosto del 1704.

La consuetudine si ripeté, in maniera più o meno continuativa, fino al 1778, anno in cui le Compagnie laicali furono soppresse con decreto granducale. A proposito di premi, anche per la già ricordata vittoria del 1° giugno 1664 il Leocorno aveva vinto un bacile d’argento. Secondo gli accordi, l’aveva offerto alla Compagnia con preghiera di mutarlo in una lampada votiva in argento da appendere all’altare della Madonna della Pace, che si trovava nel Cappellone dove si riuniva la Contrada stessa. Con il ricavato del bacile, oltre alla lampada, venne realizzato anche un crocifisso. Nel settembre del 1750 la Compagnia, a corto di utensili sacri e mancando soprattutto di un ostensorio per l’esposizione del Santissimo Sacramento, delibera di farne fare uno fondendo l’argento della lampada votiva. Ci si può immaginare l’emozione dei contradaioli del Leocorno nell’ammirare nel contesto degli arredi sacri, degnamente esposti in Contrada, l’ostensorio datato al piede 1751.

Tenuto conto che tutti i premi vinti fino a Settecento inoltrato ebbero un utilizzo pratico e, quindi, sono andati perduti, si può dire, a giusto titolo, che questo ostensorio, oltre a quello intrinseco, ha un valore del tutto particolare, rappresentando il segno di una vittoria di Palio. Il più vecchio conservato da una Contrada.

Bibliografia: 

Lombardi Tertulliano P., I Leaiolii, vol. I e vol. II, Siena, 2012, 2013

Autore scheda: Contrada del Leocorno, Paolo Lombardi

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