Il fantasma della Monaca del Convento del Paradiso
Luogo: Via del Paradiso, Piazza Giacomo Matteotti – Siena
Contrada: Contrada del Drago
Data/periodo: XVI secolo
Descrizione: Una ben strana vicenda riguarda gli antichi locali della società di Camporegio della Contrada del Drago, un tempo luogo delle umane vicende delle monache di Santa Caterina del Paradiso.
Dopo la soppressione leopoldina del 1787 i locali di via del Paradiso e di Piazza Matteotti hanno mantenuto parte dell’originaria struttura del convento, portandosi dietro anche storie che interessano il mondo dell’occulto o, se vogliamo, stratificando leggende che hanno una valenza antropologica e sociale di particolare fascino. Si racconta, infatti, che questi locali non siano stati abbandonati del tutto dalle sue abitatrici: soprattutto una suora, di nome Monica, aleggia ancora in questi locali, portandosi dietro storie e inquietanti episodi. Già dal secondo dopoguerra c’era chi affermava di non voler raccontare quello che aveva visto e sentito, altrimenti nessuno avrebbe avuto più il coraggio di entrare la notte da solo in Camporegio.
Una seduta spiritica del 1982 ha permesso poi di ricostruire una bella vicenda sia terrena che metafisica, scatenando piccoli fenomeni ripetuti nel tempo, nonché una tradizione che riconosce nella Società del Drago la presenza del fantasma di una suora che si aggira di notte in questi antichi saloni. Suor Monica ebbe modo di rivelare, con il linguaggio del piattino e del cartello delle lettere, non solo di aver qui vissuto, descrivendo la sua morte e la sua condanna a vagare per una terribile colpa carnale e per trapasso non certo naturale. Raccontò con precisione il luogo dove il suo corpo era stato confinato, promettendo a chi l’avesse liberata, dalla scomoda tomba, descritta sotto la grande finestra che guarda Siena, un regalo terreno e simbolico: il velo e l’anello che aveva al momento della terribile condanna. Durante questo inquieto colloquio ebbe a manifestarsi con rumori e cadute di oggetti, rivelando anche il volersi identificare con una delle bandiere esposte nel salone. In effetti quella scelta dalla religiosa si arrotola in particolari momenti, a porte chiuse. Chi la srotola sa già di fare cosa invano: ben presto tornerà legata fino all’ultimo centimetro, non preoccupandosi di avvolgersi davanti a qualcuno che guarda esterrefatto la strana scena.
Adesso è quasi un rito obbligato osservare la bandiera alla vigilia di ogni avvenimento che merita una particolare attesa, come ad esempio il responso del Palio, accompagnando l’arrotolarsi improvviso con presagi sia positivi che negativi. La vicenda metafisica di suor Monica non è solo il segno di un originale forma di municipalismo e di una simbolica sottomissione ad un passato che ancora persiste, è una sorta di invitante iceberg di un universo letterario popolato di originalissime vicende, la forza di sentimenti e di emozioni che precipitano nell’inconscio, dove “energizzano” un contenuto collettivo. E la Contrada è il luogo ideale per riconoscersi nella realtà del mutabile presente.
Bibliografia:
Biliorsi M., Al di là di Siena, Istituto Fotocromo Italiano, Firenze, 1988
Biliorsi M., Guida magica di Siena, Edizioni Il Leccio, Siena 2008
Civai M. e Toti E., Siena. Il Sogno Gotico, Alsaba Edizioni, Siena, 2004, p. 216
Autore scheda: Contrada del Drago, Massimo Biliorsi
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