Sega la Vecchia a Chianciano Terme

Luogo: Chianciano Terme

Comune: Chianciano Terme

Data/periodo: L’attuale Sega la Vecchia di Chianciano è una rievocazione estiva che richiama quella, di probabili origini medievali, che ancora si metteva in scena negli anni Sessanta del secolo scorso. Legata ai cicli stagionali del mondo contadino, la rappresentazione del Sega la Vecchia si praticava nel periodo di mezza Quaresima: gruppi di giovani contadini (rigorosamente uomini) andavano in giro per i poderi portando questa storia tramandata oralmente e chiedendo in cambio delle offerte, solitamente uova e farina

Descrizione: Il Sega la Vecchia di Chianciano è un esempio di tradizione contadina riadattata, in tempi recenti, come forma di intrattenimento per la popolazione locale e per gli ospiti delle terme. A testimonianza di questo mutamento, negli ultimi decenni il Sega la Vecchia si mette in scena non più nel periodo di mezza Quaresima, ma ad agosto, vale a dire nel momento di maggiore affluenza turistica e di rientro in paese degli abitanti trasferiti per motivi di lavoro. Questo non deve sorprendere, accade per molte feste e tradizioni toscane e, oltretutto, non modifica quella che era la struttura originaria della performance.

Si tratta di uno spettacolo itinerante – trasposto in versione teatrale – con protagoniste alcune delle figure più comuni e caratteristiche delle piccole comunità di provincia: marito e moglie, figlio o figlia, segantini, notaio, maresciallo, dottore. La storia è l’allegoria dell’arrivo della primavera, raccontata attraverso l’uccisione e la rinascita della Vecchia, che simboleggia la fine dell’inverno e l’inizio della buona stagione per il lavoro nei campi.

Nella versione che si rappresenta a Chianciano, la storia racconta di un uomo che intende liberarsi della Vecchia, cioè della moglie, una donna con alle spalle una vita travagliata. Ottenuto il permesso dal Capoccia, l’uomo decide di segarla e chiama due segantini per svolgere il lavoro. I segantini, prima di procedere, chiedono alla Vecchia se vuole fare testamento e chiamano un notaio per disbrigare la pratica. Nel testamento, la Vecchia lascia in eredità le mutande, l’unico bene che possiede, e chiede alla figlia di mandare un telegramma al figlio maresciallo che si trova lontano in licenza. I segantini dunque segano la Vecchia, che si accascia al suolo. Arriva in quel mentre il maresciallo che, vista la madre a terra, subito chiama un dottore perché possa curarla. Il dottore pratica alla Vecchia un clistere e questa riprende conoscenza, tra la gioia della figlia e del figlio maresciallo, che impone al vecchio padre di chiedere perdono per il suo gesto. Il vecchio chiede perdono, la Vecchia gli augura di prendere il suo posto in Paradiso e lui le augura di andare all’Inferno. Un canto di gruppo – il cui incipit, come ricorda Priamo Caleri è Buonasera padroni di casa, siam venuti a segare la Vecchia – annuncia la fine della rappresentazione, salutando il pubblico e invitandolo a lasciare un’offerta e a ritornare l’anno successivo per vedere una nuova Vecchia da segare.

Bibliografia:  

Caleri P., Buonasera padroni di casa, Grotte di Castro, s.e., 2004

Fresta M., Il rito della Vecchia produce ancora buoni frutti, in Caleri P., Buonasera padroni di casa, Grotte di Castro, s.e., 2004

Fresta M., Il Bruscello e la vecchia nel Sud della provincia di Siena, in “Lares”, XLV (4), 1979, pp. 531-557

Documenti:

Personaggi del Sega la Vecchia

Premio Sega la Vecchia

Ricordo del Sega la Vecchia

Note: Priamo Caleri è ideatore dell’associazione culturale Gruppo Contadino Chiancianese “Quelli della Vecchia”, che s’impegna nella promozione e nella diffusione della tradizione e della conoscenza della “Vecchia”.

Autore scheda: Pietro Meloni

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