Il Bruscello di Montepulciano

Luogo: Montepulciano

Comune: Montepulciano 

Denominazione: Bruscello Poliziano 

Data/periodo: Dal 1939 

Descrizione: Il Bruscello Poliziano è uno degli appuntamenti più importanti ed originali del teatro popolare italiano, organizzato nel mese di Agosto dalla Compagnia Popolare del Bruscello di Montepulciano è una forma di teatro popolare tradizionale, nata in Toscana, e cresciuta con particolare vigore in Valdichiana; affonda le radici della sua tradizione nei riti agresti dellantichità e nelle usanze contadine di celebrare con rituali propiziatori la fine della stagione morta e l’inizio della bella stagione. 

Il Bruscello è quindi una rappresentazione a volte epico-drammatica, a volte farsesca di episodi della vita di tutti giorni creati dalla fantasia popolare o realmente accaduti; della storia o della letteratura. 

Questa tradizione di teatro popolare, che forse trae origine proprio in Valdichiana, é presente in Toscana, in varie forme, tutte collegate fra loro per l’originale comune derivazione ed in particolare il Bruscello è presente in tutto il territorio, presumibilmente già dal XV e XVI secolo, fino a giungere al 1939 in cui grazie alla Compagnia Popolare si scrisse il primo libretto, si raccolsero 177 bruscellanti e si dette origine alla prima edizione del Bruscello Poliziano (giunto quindi oggi alla 75esima edizione) con la rappresentazione e/o le gesta cantate di Pia de’ Tolomei. 

Il termine Bruscello, deriva dalla trasformazione popolare della parola arboscello’ (dal latino arbor che vuol dire albero) poi divenuto broscello, che come sopra descritto è quella forma di teatro popolare, rappresentato per secoli da compagnie itineranti di contadini, che innalzando un ramoscello e spostandosi di podere in podere, sulle piazze, negli incroci e davanti alle Chiese all’uscita della Santa Messa, col solo scopo della questua per una cena di tutta la Compagnia.  

Simbolici e rituali sono infatti tuttora i gesti dei bruscellanti, che con la loro gestualità spontanea, esprimono i loro sentimenti di odio, d’amore, d’ira, di stupore, tutti sentimenti elementari, che la voce sottolinea divenendo, ora grave ora stridula, ora solenne ora ammiccante.  

Il Bruscello Poliziano, giunto quindi dalle campagne della Valdichiana al Sagrato della Cattedrale, in Piazza Grande, ha assunto nel tempo le caratteristiche di cui necessità uno spettacolo moderno per venire apprezzato dagli spettatori. 

Negli anni cinquanta, ai contadini che fino ad allora ne erano stati i protagonisti principali, si sostituiscono a poco a poco nel ruolo di attori e di spettatori, gli artigiani, commercianti, studenti, impiegati, ecc.; essi “fanno” il Bruscello, innanzitutto per loro stessi e le proprie famiglie, che tradizionalmente costituivano l’insieme degli spettatori (popolo attore e popolo spettatore) ma anche per il “pubblico” in genere, formato dai turisti e dagli abitanti dei paesi limitrofi a Montepulciano. 

Di conseguenza entrano in campo le scenografie, le luci, i costumi ed un vero pubblico, al quale i bruscellanti si rivolgono, e che vogliono divertire e coinvolgere; ecco che la tradizione contadina si trasforma in tradizione cittadina, ecco che lo spettacolo si distacca sempre di più dalla semplice narrazione dei bruscelli arcaici, il canovaccio è sempre uguale, ma il racconto viene fatto da due figure tradizionali, quali lo Storico che introduce l’argomento all’inizio dei tre atti, ed il Cantastorie, una figura inserita soltanto dal 1945, che introduce l’argomento all’inizio di ogni scena. 

Sono trascorsi quindi 75 anni dalla prima edizione, la tradizione si è consolidata ed ogni anno schiere di ragazzi e ragazze, giovani e meno giovani, vestiti dei costumi dei loro avi, interpretano ruoti di santi, di eroine, di guerrieri, di traditori, di condottieri, ed ogni anno i Poliziani e gli ospiti della cittadina affollano la piazza per assistere alle vicende di Pia, di Genoveffa, di Ghino di Tacco, di Brandano, di Porsenna, di Caterina da Siena, ma anche alle furbesche ironie di Bertoldo o di Calandrino e di molti altri personaggi e storie che vengono tramandate attraverso l’animo popolare. 

La sera della rappresentazione un rituale segna l’inizio della rappresentazione: dopo il saluto del Cantastorie si fa buio in piazza e sul sagrato appare lo Storico, una figura vestita di una tunica con una lunga barba bianca che ha vicino a se un bambino che regge una lanterna ed un altro un arboscello. Sotto il braccio ha un grande libro, si ferma lo apre e mentre il bambino alza la lanterna verso di lui inizia a cantare raccontando la trama del Bruscello che andrà ad esser rappresentato. Alla fine della rappresentazione poi, il Cantastorie congeda gli spettatori salutandoli con questi versi: 

Buonanotte voi giù che ascoltate 

Per stasera il Bruscello e finito 

Grazie a tutti signori e scusate 

Se un po` tardi vi mando a dormir 

Ecco termina il dramma ed il canto 

che avrà fatto soffrir più di un cuore 

forse e poca la gioia e troppo il pianto 

ma è la vita che è fatta così 

E’ un esempio di teatro popolare che vive e si trasforma, ma che rimane legato ad una tradizione che non è morta con la scomparsa del mondo contadino, ma che è sopravvissuta al suo disfacimento perché ancora prima che questo avvenisse si era già evoluta e trasformata, ed oggi dopo quasi 80 anni è sempre viva e fa rivivere sul sagrato del Duomo di Montepulciano i suoi leggendari personaggi che l’animo popolare ha reso immortali. 

Senza alcun dubbio, di fondamentale importanza per la storia recente del Bruscello” è stata la nascita della Compagnia Popolare del Bruscello di Montepulciano, sorta ufficialmente come detto nel 1939 per iniziativa di cultori locali della tradizione del Bruscello, con lo scopo di divulgare anche nella cittadina poliziana e nel territorio circostante lattività di una Compagnia di Bruscellanti che cantavano le loro storie nelle campagne intorno alla città. La Compagnia ebbe il primo impatto con un pubblico più numeroso in un piccolo teatro cittadino già nel lontano 1924 mentre lanno successivo si presentò con una nuova rappresentazione (Furono cantate la vita di Sant Eustachio e le gesta di Nerone) che ebbe così tanto successo che fu deciso di replicarla anche a Montefollonico ed a Pienza. Memori del gradimento dei cittadini di Montepulciano e delle altre località in cui fu replicato limprovvisato spettacolo, dopo oltre dieci anni alcuni bruscellanti intraprendenti, coadiuvati da altri appassionati estimatori di quella tradizione, pensarono di proporre il Bruscello ai cittadini poliziani in forma continuativa, ma risultando troppo stretto il teatro, ritennero opportuno scegliere come luogo dello spettacolo la Piazza Grande di Montepulciano. Essendo poi la Quaresima, tempo in cui si cantava nelle campagne, troppo fredda e perciò improponibile, fu scelto il mese di agosto, e così è rimasto sino ai giorni nostri. Ecco che in modo del tutto naturale, soltanto cercando di risolvere le difficoltà e le emergenze incontrate, nacque il Bruscello nella forma in cui ancor oggi viene rappresentato, da allora sono trascorsi 75 anni, sono stati messi in rima più di trenta Bruscelli e sono state orchestrate le relative musiche ed in gran parte derivate dalle antiche arie tradizionali. 

In 75 anni, il Bruscello è stato cantato in Piazza Grande 68 volte in altrettanti anni in cui è stato programmato e gli anni di pausa corrispondono a quelli della seconda guerra mondiale 1940/44 ed al 1953-1954 anni in cui la Compagnia attraversò una grave crisi finanziaria che impedì la messa in scena dello spettacolo. Nel tempo la Compagnia è passata attraverso diverse fasi che hanno anche rappresentato altrettanti momenti di cambiamento, per stare al passo con il mutare dei tempi, continuando in quellevoluzione naturale del modo di ‘fare il Bruscello’ che costituisce poi laggiornamento di una tradizione legata fortemente al territorio. Oggi la Compagnia, formata ancora da dilettanti, ha prodotto negli anni, quasi per gemmazione, altre compagnie teatrali, che costituiscono per il Bruscello un serbatoio dove attingere per avere un naturale ricambio sia di cantanti che di attrezzisti, tecnici delle luci, scenografi e registi, che si alternano dagosto sul sagrato del Duomo. Come ogni anno il Bruscello è diretto da un regista che si avvale di uno scenografo e che dispone di una regia e luci professionali, ma i bruscellanti sono e rimarranno sempre dei bravi dilettanti, di ogni estrazione sociale, amanti del canto e del teatro, componenti di alcuni gruppi corali locali che cantano in chiesa o in altre prestigiose manifestazioni di Montepulciano e soprattutto della tradizione del Bruscello; rappresentazione che amano e custodiscono nel profondo dellanima. 

Da qualche tempo la Compagnia del Bruscello, ha portato in scena la forma bruscellesca più vicina a ciò che veniva cantato nelle campagne durante la Quaresima. Questo evento, Bruscello nelle aie’ che si svolge principalmente a settembre dopo le rappresentazioni più importanti di agosto, vuole portare una testimonianza del passato ma anche mostrare come si è evoluta la tradizione facendo comprendere così che se il Bruscello, fosse rimasto quello delle origini, la tradizione sarebbe forse scomparsa e che invece oggi vive proprio perché si è trasformato adeguando la sua forma stilistica e musicale, mantenendo invece i contenuti e la metrica della poesia ad una forma molto legata alla tradizione. 

 Bibliografia  

Fresta M., La Val dOrcia di Iris. Storia, vita e cultura dei mezzadri, Montepulciano, Le Balze 2003

Morganti M., Romani F., Il Bruscello Poliziano: immagini e storia di una tradizione, Montepulciano, Le Balze 2004 

Mario Moganti, Bruscello Poliziano, Inserto della Pulcinella, Thesan&Turan, Montepulciano, 2011

Links: 

Sito ufficiale del Bruscello Poliziano

Zelindo il Garibaldino

Pagina Facebook della compagnia popolare del Bruscello Poliziano 

Autore scheda: Linda Coppi 

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