Lorenzo Fabbri detto Pappio, storico barbaresco del Drago
Luogo: Piazza Giacomo Matteotti, 5 – Siena
Contrada: Contrada del Drago
Denominazione: Pappio
Settore di riferimento: Personaggio locale
Data/periodo: 26 gennaio 1891, gennaio 1951
Descrizione: Si chiamava Lorenzo Fabbri, ma nella memoria dei senesi vive con il suo soprannome: Pappio. L’origine di quel soprannome è incerta. Si racconta che una volta il giovane Lorenzo avrebbe interpretato la parte di Papa Pio in una recita di filodrammatici e, per un fenomeno linguistico chiamato “crasi”, Papa Pio sarebbe diventato Pappio; altri sostengono che con il soprannome di Pappio sarebbe già stato conosciuto il babbo di Lorenzo e, secondo un’usanza che tuttora vige dalle nostre parti, il soprannome sarebbe passato dal padre al figlio.
Pappio era nato il 26 gennaio 1891 in Piazza Giacomo Matteotti, allora Piazza Giuseppe Pianigiani, al numero civico 5. Abitava nel Ghetto insieme alla moglie Marianna, di professione infermiera. Pappio non ebbe mai un lavoro fisso, se non per un breve periodo in cui tenne una bottega di vinaio, per volere di Marianna che sperava di aver trovato il mestiere giusto per il marito conoscendone bene la competenza in materia di vini, ma non fu una scelta azzeccata.
Pappio ogni mattina, intorno alle 9, chiudeva bottega e andava a far colazione da un altro vinaio per non confondere il piacere con il dovere. Lo stesso principio però veniva meno durante il giorno perché gli capitava spesso di tener compagnia agli avventori della sua bottega bevendo insieme a loro. Con tali abitudini non era facile far quadrare i conti e così, dopo poco tempo, Pappio pose termine alla sua esperienza di vinaio e tornò ad arrangiarsi con qualche lavoretto saltuario. I compensi che riceveva erano qualche pranzo e qualche mancia che poi finiva nel cassetto della Ciechina o in quello dello Spalletti, storici vinai con esercizio nel territorio del Drago.
Più che dalla vita privata, Pappio ebbe lustro dalla vita pubblica. Ricoprì per molti anni la mansione di Portalabaro del Magistrato delle Contrade. Di questo suo ruolo è perenne memoria nella Porta della Riconoscenza del Duomo di Siena, opera di Vico Consorti, Dragaiolo come Pappio. Nel pannello che raffigura la consegna simbolica delle chiavi della Città a Maria Santissima, durante la seconda guerra mondiale, Pappio, riconoscibilissimo, è con il labaro del Magistrato delle Contrade alle spalle del Podestà Luigi Socini Guelfi e del conte Guido Chigi Saracini, Rettore del Magistrato, di fronte all’Arcivescovo Mario Toccabelli. Ma, se scolpita nel bronzo della Porta del Duomo rimarrà nei secoli la figura di Pappio con la cinquecentesca palandrana del Portalabaro del Magistrato, nell’immagine di lui scolpita nel cuore dei vecchi Dragaioli l’abito che indossa è quello che ebbe più caro e che gli regalò le più grandi emozioni: il costume del Barbaresco del Drago.
A 19 anni, in occasione del Palio Straordinario del settembre 1910, Pappio ebbe anche la soddisfazione di uscire dall’Entrone come fantino del Drago per correre la terza prova in sostituzione del fantino Bubbolo. Il 29 giugno 1944, quando per il quinto anno consecutivo il Palio non si correva a causa della guerra, Pappio si alzò di buon’ora, si fece consegnare da un amico un cavallo, lo condusse dentro il Cortile del Podestà, vuoto e silenzioso, e lo legò a una colonna, come se avesse dovuto partecipare alla Tratta. Fu il suo modo di sfidare il destino rinfacciandogli la colpa di aver annullato l’appuntamento più bello e più gioioso di tutto l’anno.
Nel gennaio 1951 Pappio passò da questo mondo al mondo dei giusti dove il tempo non esiste, ma si fa fatica a credere che il 29 giugno sia per lui un giorno uguale a tutti gli altri.
Autore scheda: Contrada del Drago, Enrico Giannelli
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