La Cattedrale di Chiusi – San Secondiano
Luogo: Chiusi Città
Comune: Chiusi
Data/periodo: La costruzione della chiesa risale all’anno 560. “SCS /EPCS FLO/RENTINUS/FICIT” (il Santo Vescovo Florentino fece): così recita l’iscrizione sul pulvino posto sopra la terza colonna a sinistra entrando e identifica la personalità del vescovo Florentino come l’unico elemento per stabilire la collocazione cronologica della Cattedrale di San Secondiano
Descrizione: La nascita e i primi sviluppi della Cattedrale di San Secondiano sono noti grazie agli scavi archeologici effettuati negli anni fra il 1969/70 e il 1976, durante i quali furono messi in luce: resti di una struttura di epoca tardo repubblicana; resti di un edificio di carattere privato risalente all’età imperiale; mosaici appartenuti ad una grande basilica cristiana costruita tra la fine del IV e l’inizio del V secolo.
Il vescovo Florentino provvide ad una totale riedificazione della vecchia basilica, la cui architettura sopravvive sostanzialmente nella chiesa moderna. Gli elementi architettonici utilizzati erano costituiti per la maggior parte da materiali antichi di recupero. Tra gli elementi di maggior pregio, le diciotto colonne, di cui poche in travertino e le più in marmi pregiati, i capitelli di ordine ionico e corinzio e i pulvini (blocchi di pietra scolpiti di varie dimensioni che, posti sopra i capitelli, fungono da cuscinetti di adattamento per portare gli archi alla stessa altezza) che presentano interessanti e rudimentali bassorilievi dall’alto valore di simbolismo cristiano.
Ogni elemento descritto fino a questo momento è possibile osservarlo in Cattedrale in tutta la sua autenticità. Il resto è il frutto di interventi di restauro che, per vari motivi, si sono susseguiti nel tempo. In particolare quello che oggi appare ai nostri occhi è il risultato del più lungo ed importante restauro della cattedrale di Chiusi, quello ottocentesco. L’architetto Giuseppe Partini (1842-1895) e il pittore Arturo Viligiardi (1869-1936) furono i due protagonisti del restauro di ripristino del duomo di Chiusi, iniziato nel 1887, che ha dato alla chiesa l’aspetto attuale. Imponente e grandiosa la decorazione pittorica di Arturo Viligiardi che con finti mosaici riassunse i caratteri dello stile musivo paleocristiano in accordo con le forme architettoniche proposte dal Partini.
Una delle opere più pregevoli che il Duomo chiusino conserva è la tavola del Bernardino Fungai (1460- 1516) raffigurante l’Adorazione del Bambino tra i Santi Secondiano e Girolamo. Collocata sull’altare del Santissimo Sacramento nella cappella di sinistra è stata oggetto di un clamoroso furto, avvenuto nel gennaio 1994, che privò l’opera della predella e di entrambi i pilastri laterali. Fortunatamente, circa due anni più tardi, furono ritrovate a Boston quattro delle sette tavole che costituivano la predella.
Bibliografia:
Barni E. – Bersotti G., La Diocesi di Chiusi, Chiusi, Edizioni Luì, 1999
Laurini E., La Cattedrale di San Secondiano in Chiusi. Storia della conservazione, tesi di laurea, Università degli Studi di Siena, 2003
Maetzke G., Le origini della Cattedrale, in Martini L. (a cura di), Chiusi Cristiana, Chiusi, Edizioni Luì, 1997, pp. 72-83
Martini L., La Cattedrale dalla Controriforma al Settecento, in Martini L. (a cura di), Chiusi Cristiana, Chiusi, Edizioni Luì, 1997, pp. 102-115
Mazzoni G., Il restauro ottocentesco del Duomo. L’intervento di Giuseppe Partini e la decorazione di Arturo Viligiardi, in Martini L. (a cura di), Chiusi Cristiana, Chiusi, Edizioni Luì, 1997, pp. 116-141
Links:
Sito della Regione Toscana “I Luoghi della Fede”
Note: Una figura di fondamentale importanza per Chiusi e per la cattedrale fu Giuseppe Pannilini, vescovo della città dal 1775 al 1823. Per sua volontà nel 1785 il corpo di Santa Mustiola, patrona di Chiusi, fu traslato in cattedrale dall’antica e omonima basilica, all’epoca in fase di avanzato decadimento. La venerazione per la martire cristiana, pur mantenendo la dedicazione della chiesa a San Secondiano, si è protratta fino ai giorni nostri; il 3 luglio di ogni anno, in occasione della festa patronale, sulle sponde del lago di Chiusi viene ricordato come la santa riuscì a fuggire miracolosamente dalle guardie romane usando il suo mantello come mezzo di galleggiamento.
Nel 1810, lo stesso vescovo donò al Capitolato della cattedrale ventuno libri di coro e una muta di candelieri di ottone, identificati con quelli esposti nel Museo della Cattedrale. Entrambe le opere, provenienti dall’abbazia di Monte Oliveto Maggiore, furono in questo modo salvate dalle depredazioni del governo francese. Contraddistinti ognuno da una lettera dell’alfabeto sono codici di altissima qualità, fra gli esempi più significativi della miniatura del Quattrocento. Vi lavorarono pittori di diversa matrice e provenienza, fra i quali i senesi Sano di Pietro e Francesco di Giorgio Martini, il fiorentino Bartolomeo Varnucci, i lombardi Venturino Mercati e Gerolamo da Cremona, il veneto Liberale da Verona.
Autore scheda: Elisa Laurini