L’aratro

Luogo: Chianti

Comune: Radda in Chianti, Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Castelnuovo Berardenga

Data/periodo: Le prime forma di aratura del terreno risalgono al Neolitico

Descrizione: Conosciuto fin da tempi molto antichi, l’aratro è uno strumento usato per creare un solco nel terreno dove poi si seminerà grano, frumento e altri prodotti vegetali.

L’aratro può essere considerato come l’evoluzione tecnica ed ergologica del piccone, della zappa e della vanga, ossia di quegli strumenti più primitivi che inizialmente gli agricoltori usavano per lavorare la terra per la semina.

La specializzazione tecnica ha portato alla realizzazione di strumenti sempre più raffinati: il vomero rappresenta una vera e propria rivoluzione in campo agricolo, così come l’impiego della forza animale, che ha portato al risparmio di tempo e fatica.

In passato, l’aratro veniva attaccato ai buoi, o ai cavalli. Inizialmente questo strumento era fatto di legno ed era dotato di due ruote di dimensioni diverse, una più piccola dell’altra, che servivano a mantenere l’attrezzo dritto e a fare dei solchi ordinati.

Con l’abbandono degli animali e l’introduzione dei primi trattori, sono comparsi anche aratri di ferro, molto più pesanti e quindi poco adatti al traino delle bestie, capaci di solcare con più facilità e profondità il terreno.

Con l’abbandono delle terre in seguito alla fine della mezzadria e i processi di riqualificazione dei poderi, gli aratri hanno cambiato ruolo, divenendo oggetti di arredo un po’ malinconici, oppure documenti da lasciare esposti nei campi incolti, vicino alle vigne o davanti ai poderi ristrutturati, a memoria di un passato divenuto oggetto di contemplazione nostalgica.

Bibliografia:

Stancovich P., L’aratro-seminatore, ossia metodo di piantare il grano arando, Venezia, Editore Picotti, 1820

Autore scheda: Pietro Meloni

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