Sala delle Vittorie della Contrada della Chiocciola
Luogo: Via delle Sperandie, 27 – Siena
Contrada: Contrada della Chiocciola
Denominazione: Cripta
Data/periodo: La costruzione risale ai primi anni del XVII secolo. Costituiva in origine il sepolcreto delle monache del monastero. All’interno di esso è tuttora presente una Pietà in stucco che testimonia il carattere di sepoltura che aveva il luogo. La contrada lo acquisì nel 1974 e poi lo ristrutturò, inaugurandolo nel 1982 dopo averlo collegato con un’ampia scala al piano superiore della chiesa
Descrizione: Lo spazio costituito anticamente dalla cripta della chiesa del monastero di San Paolo è stato adibito a Complesso Museale della Contrada della Chiocciola. Qui hanno sede la cosiddetta “Sala delle Vittorie” e il “museino”, che raccoglie le memorie storiche della Sezione dei Piccoli, primo gruppo piccoli ad essere formato fra le 17 consorelle. Nella Sala delle Vittorie sono conservati i drappelloni vinti dalla Contrada della Chiocciola.
Il drappellone (anticamente “pallium”) è il premio per la vittoria della carriera. Inizialmente era un drappo prezioso, spesso in velluto rosso, foderato di zendado e arricchito da pelliccia di vaio. Il drappo vinto era spesso riutilizzato per confezionare paramenti sacri o paliotti da altare per la chiesa o, addirittura, venduto per coprire spese contrada. Questo spiega come mai la Chiocciola conservi un piccolo numero di antichi drappelloni. A lungo il Palio ebbe forma di uno stendardo processionale con iconografia semplice e ripetitiva. All’inizio del Novecento, furono stabilite delle regole precise per la pittura del drappellone e fu indetto un concorso tra gli allievi dell’istituto d’arte cittadino.
Dalla fine degli anni Sessanta ai pittori senesi (cui è affidata la pittura del palio che le contrade si contendono a luglio), si alternano pittori contemporanei di fama mondiale (ai quali è commissionata la realizzazione del “cencio” da conquistarsi nella carriera d’agosto).
Nella sala i palii sono esposti in ordine cronologico. Il palio originale più antico conservato nel museo è quello dell’agosto 1772, fatto correre dalla Contrada dell’Istrice (vincitrice del Palio di luglio) e per questo è presente l’iconografia di San Bartolomeo (protettore dell’Istrice) invece che della Vergine. Di particolare prestigio sono anche i drappelloni dipinti da Aligi Sassu (agosto 1975), Mario Carmassi (agosto 1982), e del senese Vasco Valacchi (agosto 1964).
Vicino alla teca che conserva il palio del 1911, si trova la famosa icona raffigurante Sant’Antonio Abate, che nel 1896 fu gettata nel pozzo ubicato davanti alla stalla, recuperata, per volere delle donne della Contrada, nel 1910.
Oltre ai drappelloni, la sala ospita una nutrita serie di monture di varie epoche e di masgalani che la contrada si è meritata negli anni. Il masgalano è il premio che viene assegnato alla comparsa (rappresentanza della contrada in costume) che meglio figura nella passeggiata storica che anticipa le due carriere che si svolgono in un anno. Il termine masgalano sembra derivare dallo spagnolo “mas galante”, che significa “il più elegante”. Questa tradizione trova le sue origini nel Cinquecento, quando i “Signori del Brio” conferivano un premio alla comparsa che aveva effettuato la più bella esibizione e mostrato le più ricche monture.
In questa sala è esposto anche il “marchingegno”, ovvero lo strumento che tutt’oggi permette di stabilire, del tutto casualmente, l’ordine di partenza (mossa) per la corsa del palio. Il marchingegno fu ideato dal senese e chiocciolino Luigi Sprugnoli, vincitore di un apposito concorso bandito dal Comune di Siena nel 1949 e fu utilizzato per la prima volta nel palio straordinario del 1950 vinto dal Valdimontone. L’esemplare conservato nel museo della Contrada è una copia che Luigi Sprugnoli volle regalare alla sua Chiocciola. I “barberi”, piccole palline con i colori delle dieci contrade che prendono parte alla corsa, vengono inseriti nell’ovale dello strumento. Il marchingegno viene quindi agitato e capovolto così che i “barberi” possano prendere posto nella parte cilindrica. L’operazione si svolge nel momento in cui i cavalli escono dal Cortile del Podestà (detto “entrone”).
Bibliografia:
Betti L., L’oggetto del desiderio, in Betti L. (a cura di), La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo ed il Museo della Contrada della Chiocciola, Monteriggioni (SI), Betti Editrice, 1994, p. 254
Ciocchi P., Masgalani, in Betti L. (a cura di), La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo ed il Museo della Contrada della Chiocciola, Monteriggioni (SI), Betti Editrice, 1994, p. 288
Olla P.L., Le sale di rappresentanza, in Betti L. (a cura di), La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo ed il Museo della Contrada della Chiocciola, Monteriggioni (SI), Betti Editrice, 1994, p. 247
Perra A., Museo: opera aperta, in Betti L. (a cura di), La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo ed il Museo della Contrada della Chiocciola, Monteriggioni (SI), Betti Editrice, 1994, p. 250
Stelo F., Un chiocciolino nella storia del Palio: Luigi Sprugnoli e il suo marchingegno, in Betti L. (a cura di), La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo ed il Museo della Contrada della Chiocciola, Monteriggioni (SI), Betti Editrice, 1994, p. 294
Note: Il museo della Contrada della Chiocciola, così come la chiesa, è visitabile su prenotazione tutto l’anno, e (ad ingresso libero) la sera del 28 giugno in occasione dei festeggiamenti dei Santi Pietro e Paolo.
Autore scheda: Contrada della Chiocciola
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