Castello di Frosini – Chiusdino

Luogo: Frosini

Comune: Chiusdino

Data/periodo: La prima attestazione del castello risale al 1004, nell’atto di dotazione pronunciato dai conti Gherardo e Willa, della famiglia dei Gherardeschi, in favore dell’abbazia di Serena; a partire dal 1503 viene trasformato in residenza privata dell’ultimo abate commendatario dell’abbazia di San Galgano, cardinale Feroni. L’originaria struttura è oggi in gran parte scomparsa; molto di quanto è visibile è frutto di un restauro compiuto nel XIX secolo

Descrizione: Agli inizi dell’XI secolo il castello figura nel numero dei castelli della Val di Merse di proprietà della famiglia Gherardeschi. Posto a controllo delle ultime propaggini della Diocesi di Siena e di uno dei principali nodi della viabilità verso il mare e verso l’area mineraria, svolge un ruolo di avamposto del potere signorile.

Agli inizi del XII secolo, sconfitti nel conflitto con il vescovo di Volterra, i conti sono costretti a cedere il castello (insieme a quello di Serena) al vincitore che lo concede poi loro in feudo in cambio dell’omaggio ligio: Frosini rimane così dominio saldo dei signori che nel 1178, in seguito alla divisione della famiglia in quattro rami, ne assumono il potere comitale.

Fra la fine del XII secolo e gli inizi del secolo successivo, viene coinvolto nei tentativi della famiglia di contrastare il potere vescovile, favorendo l’ingresso di Siena in Val di Merse attraverso la cessione di diritti e proprietà; nel 1215, il vescovo è costretto a riconoscere l’autorità cittadina sui suoi beni in Val di Merse, e fra queste anche Frosini.

A partire dalla metà del XIII secolo, diviene oggetto di interesse da parte dell’abbazia cistercense di San Galgano che, con l’obiettivo di consolidare la sua presenza in Val di Merse, acquista in breve tempo la metà delle proprietà immobili all’interno del castello e la quasi totalità dei villaggi presenti nel suo territorio, che poi provvederà a trasformare in aziende agricole, definite grange.
Siena si impegna con forza a contrastare il tentativo dei religiosi di ottenere il controllo del castello, ricevendone in cambio la fedeltà; verso la fine del XIV secolo e gli inizi del successivo, pur rimanendo sotto il dominio cittadino, Frosini però viene di fatto gestito dall’abbazia. Nel 1409 il Comune obbliga l’abbazia a sorvegliare il castello ed impedirne il degrado: la scellerata gestione degli abati commendatari segna la decadenza di Frosini, che nel 1503 diviene residenza privata dell’ultimo abate.
La Tavola delle Possessioni (un inventario fiscale di inizi XIV secolo) consente di capire l’organizzazione del castello e la sua consistenza: 24 case e 5 casalini disposti intorno ad aree aperte e ad un solo edificio ecclesiastico, intitolato a San Michele Arcangelo (già attestato nel 1004); non sono ricordati impianti produttivi, presenti però sul territorio (ad esempio, nella grangia di Valloria).

Dell’impianto medievale rimangono poche tracce: l’organizzazione degli edifici sul fianco ovest intorno ad una corte centrale; la torre, che rimanda ad un’edilizia di XIII secolo, ed il palazzo coevo, con il bel portale con arco senese, sormontato da una formella in marmo con l’immagine di San Galgano (ricordo del dominio cistercense).

La chiesa, realizzata in pietra calcarea, mantiene l’impianto romanico ad aula unica con terminazione absidale. La muratura conserva due fasi costruttive: quella iniziale di XI secolo (in conci di calcare alternati a tre semicolonne) e una successiva di fine XII-inizi XIII secolo nella parte superiore dell’abside. A questa fase rimanda anche la facciata ed il fianco sinistro mentre quello destro, chiuso per buona parte da edifici pertinenti all’abitazione colonica, sembra riferibile alla fase originaria.

Le mura che cingono il nucleo sono frutto invece di un restauro di XIX secolo che modifica l’impianto medievale; a questo intervento si deve anche il rialzamento coronato da merli del torrione centrale, forse nucleo primitivo del castello (chiuso dalle strutture successive non può essere valutato e datato).

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Documenti:

01 Nardini Frosini

02 Nardini Frosini

03 Nardini Frosini

04 Nardini Frosini

05 Nardini Frosini

Fonti:

Archivio di Stato di Siena, Caleffo di San Galgano, Conventi 161

Archivio di Stato di Siena, Caleffo di San Galgano, Conventi 162

Archivio di Stato di Siena, Caleffo di San Galgano, Conventi 163

Autore scheda: Alessandra Nardini