Il Chianti nell’arte e nella pittura

Luogo: Chianti

Comune: Castelnuovo Berardenga, Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti

Data/periodo: Prima del XVI secolo non esistono opere che ritraggono la campagna e le architetture chiantigiane

Descrizione: La campagna toscana è stata costruita come una vera e propria opera d’arte. Essa mostra i segni profondi dell’attività umana che, col passare dei secoli, l’ha plasmata sia nelle aree agricole sia nei centri urbani.

Dalla prima metà del Trecento, l’attenzione che gli artisti hanno rivolto a questo territorio è stata appassionata. Nonostante questo diffuso interesse, le rappresentazioni della campagna chiantigiana e dei centri urbani del Chianti sono però assai scarse e, quando compaiono, in genere non risalgono a epoche antecedenti al XVI secolo, come invece accade per moltissime altre realtà insediative toscane. Basti ricordare, a tal proposito, la spettacolare panoramica della Val di Chiana dipinta da Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena, in cui si riescono a identificare uno per uno tutti i luoghi da Rigomagno a Sinalunga.

Come sottolineato da Giuseppina Carla Romby, negli affreschi, nelle tavole dipinte e nelle miniature coeve agli Effetti del Buono e del Cattivo Governo (circa 1338) non riusciamo a ritrovare nessuno dei centri urbani chiantigiani. Anche le rappresentazioni dei Santi del Chianti (Eufrosino, Leonino, Benedetto e Isidoro) sembrano ignorare la tradizionale consuetudine di effigiare il santo patrono nell’atto di recare in mano la città o il castello affidato alla sua protezione.

Una tale carenza di testimonianze iconografiche precedenti alla metà del Cinquecento si può spiegare con le variazioni di carattere geo-politico che hanno interessato il territorio fin dal XII secolo. L’area infatti inizia da subito ad attirare le attenzioni sia di Firenze che di Siena, diventando una terra di confine in cui gli assetti mutano continuamente, a seconda delle fortune delle due parti contendenti.

Nel 1502, Leonardo da Vinci realizzò una carta con prospettiva a volo d’uccello della Toscana, in cui vengono segnalati anche numerosi centri del Chianti, ma è solo da quando il territorio diviene parte della Repubblica Senese che cessa di essere “incognito e non definibile”. Da quel momento sono rintracciabili le prime immagini degli insediamenti chiantigiani.

Nell’Allegoria del Chianti (1563-1565) dipinta da Giorgio Vasari e i suoi aiuti nel soffitto del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze, riusciamo a distinguere immediatamente i tre centri raffigurati, considerati emblematici della realtà chiantigiana: Castellina, Radda e Brolio.

Una fra le più antiche rappresentazioni del Chianti è sicuramente una stampa del 1584, conservata presso il castello di Brolio, che rappresenta l’albero genealogico della famiglia Ricasoli a partire dal leggendario capostipite Geremia fino alle generazioni di fine Cinquecento. Alla base dell’albero sono infatti raffigurate con minuzia di particolari la città di Siena e ben quarantuno località del Chianti e del Valdarno superiore.

Contemporaneamente, anche la cartografia ufficiale fornisce le prime rappresentazioni del sistema insediativo del Chianti, attraverso le mappe disegnate dai tecnici della magistratura dei Capitani di Parte Guelfa. In questo caso, i centri urbani e le fortificazioni sono disegnati in modo simbolico, con una visione dall’alto, ma non mancano di riportare fedelmente alcune caratteristiche imprescindibili del territorio e dell’abitato, per fornire una documentazione quanto più dettagliata possibile.

Nel corso del Seicento e del Settecento le rappresentazioni dell’area chiantigiana sono perlopiù frutto di iniziative private rivolte alla documentazione di proprietà fondiarie, case, mulini, ville e fattorie, e molto raramente immortalano i centri urbani maggiori. Bisogna arrivare agli inizi dell’Ottocento per trovare testimonianze figurative d’interesse più generale, anche se limitate ai centri più vicini a Siena, come i disegni a penna dell’erudito senese Ettore Romagnoli (in gran parte conservati presso la Biblioteca degli Intronati di Siena), che testimoniano la ricchezza di presenze architettoniche oggi in parte modificate o distrutte.

Con le planimetrie catastali si esaurisce il repertorio delle rappresentazioni dei centri chiantigiani, ma occorre riservare uno spazio particolare alla documentazione relativa al castello di Brolio: esistono infatti centinaia di disegni eseguiti dall’architetto-restauratore Pietro Marchetti, a partire dal 1863, in occasione della riedificazione del castello, divenuto uno dei simboli più conosciuti dell’intera regione chiantigiana.

Bibliografia:

Anichini F., Enciclopedia del Chianti Senese, Siena, Cantagalli, 2005, pp. 15-17

Bruscoli P., Il paesaggio nella rappresentazione artistica in AA.VV., Castelnuovo Berardenga, Museo del Paesaggio, Fondazione Musei Senesi Guide, 15, Milano, Silvana editoriale, 2012, pp. 23-38

Desplannques H., Il paesaggio rurale della cultura promiscua in Italia, in “Rivista Geografica Italiana”, LXVI, 1959, pp. 29-64

Marchetti F., Tognaccini D., Le più antiche immagini del Chianti. L’albero genealogico dei Ricasoli in una stampa del 1584, Firenze, Edizioni polistampa, 2009, pp. 39-43

Pansini G. (a cura di), Piante di popoli e strade dei Capitani di Parte Guelfa 1580-1585, Firenze, Leo S. Olschki, 1989

Ranieri A., Il paesaggio senese nelle rappresentazioni artistiche in AA.VV. Castelnuovo Berardenga, Museo del Paesaggio, Fondazione Musei Senesi Guide, 15, Milano, Silvana editoriale, 2012. pp. 32-33

Romagnoli E., Vedute dei contorni di Siena, Siena, Betti editrice, 2000, pp. 233-249

Romby G. C., Rappresentazioni e immagini degli insediamenti chiantigiani: borghi, mercatali, castelli in Renato Stopani (a cura di), “Imago Clantis”. Cartografia e iconografia chiantigiana dal XVI al XIX secolo, Radda in Chianti, Centro di studi chiantigiani, 1993, pp. 35-49

Fonti:

Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena Ms. C II3, Ms. C II4

Note: Durante il Novecento, in concomitanza della riscoperta e valorizzazione della campagna senese, il territorio del Chianti è stato scelto come residenza da molti artisti, pittori e scultori, anche stranieri (tra gli altri: Matthew Spender e Maro Gorky). Inoltre nel 2004, in località Pievasciata (Castelnuovo Berardenga), è stato inaugurato il Parco Sculture del Chianti, una nuova importante realtà dell’arte Contemporanea nella provincia di Siena.

Autore scheda: Francesca Rosini

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