Horti Leonini a San Quirico d’Orcia

Luogo: San Quirico d’Orcia

Comune: San Quirico d’Orcia

Data/periodo: 1580

Descrizione: Gli “Horti Leonini” si sviluppano all’interno del centro storico dell’abitato di San Quirico d’Orcia, che ancora oggi presenta integra e ben conservata la struttura urbanistica medievale con buona parte della cinta muraria quattrocentesca. Proprio in prossimità dei baluardi eretti a difesa del centro, nell’area a sud-ovest del borgo, è ubicato il giardino denominato Horti Leonini. Il giardino, realizzato intorno alla fine degli anni ’80 del ‘500 su un terreno che Francesco I dei Medici aveva donato a Diomede Leoni, uomo di fiducia della famiglia medicea, prende il nome dal proprietario nonché progettista del giardino stesso.

Gli Horti hanno mantenuto fino ad oggi la conformazione e la struttura originaria, costituendo un esempio di classico giardino all’italiana e un modello di sistemazione a parco ripreso nei secoli successivi.

In conseguenza alla conformazione del terreno il giardino risulta diviso in due distinte zone, la parte inferiore, in prossimità dell’ingresso, più formale modellata in forme geometriche e la parte superiore lasciata in forma più naturale. La parte inferiore, a forma di rombo, è delimitata da muri in pietra e filari di piante di leccio potate a formare una cortina di schermatura.

Questa zona del giardino è caratterizzata da aiuole di forma triangolare bordate da una doppia siepe di bosso, all’interno delle quali, in posizione baricentrica, è posizionata una pianta, sempre di bosso, modellata a forma sferica. La zona centrale del giardino formale è costituita da aiuole disposte a raggiera a formare un esagono al centro del quale, attualmente, è posizionata la statua del Granduca Cosimo III dei Medici, scolpita da Bartolomeo Mazzuoli nel 1688 (benché la stessa non fosse originaria del luogo ma realizzata per il salone del Palazzo Chigi, dal quale è stata spostata all’interno del giardino solo nel 1951). Ulteriori aiuole sempre di forma rettangolare completano questa parte di giardino.

Il viale, che taglia simmetricamente il giardino all’italiana, collega la porta d’ingresso con una scalinata in travertino che mette in comunicazione questa zona con la zona superiore caratterizzata da un piazzale erboso. Detto piazzale è circondato su tre lati da un fitto bosco di lecci secolari, “ragnaia”, mentre sul quarto lato sono oggi visibili i soli resti della torre del Cassero (come si evince dall’incisione del Ferrati) distrutta da un bombardamento durante la seconda guerra mondiale.

In prossimità dell’ingresso sud-est è attualmente presente una piccola area coltivata con cespugli di rose, che in ogni caso in origine risultava essere una piazza prospiciente la Pieve di Santa Maria ed esterna all’impianto originario del giardino.

All’interno del parco, oltre alla statua di Cosimo III dei Medici, sono presenti pochi elementi ornamentali, mentre il muro di cinta è disseminato di lapidi con iscrizioni aventi particolare caratterizzazione simbolica che richiamano temi cari a Diomede Leoni. Tra questi due teste di leone poste sui portali d’ingresso alludono sia al nome del proprietario, sia alla potenza dello stesso. Una testa di “Giano bifronte”, posizionata nel punto di confine tra la parte di giardino formale e la “ragnaia”, sottolinea la diversità dei due luoghi. Nelle numerose lapidi in travertino, tra le varie iscrizioni, alcune come ”hic ver assiduum” (qui è una primavera perenne), “nihil agis/insidias in me componis inanes” (non ti agitare. Acquieta in me le inutili preoccupazioni) “peregrino labore fessi/venimus larem ad nostrum” (stanchi del faticoso peregrinare siamo giunti al nostro focolare), “hic vitabis aestus” (qui troverai riparo al caldo torrido) testimoniano il particolare attaccamento del proprietario-ideatore per il luogo e ne elogiano le virtù.

In prossimità del muro perimetrale del giardino, sul lato ovest, facente parte della cinta urbana distrutta durante i sanguinosi scontri che nel 1558 ha visto soccombere la Repubblica di Siena contro il granducato di Firenze, ed in gran parte ristrutturato durante la realizzazione del giardino, sono presenti un caseggiato rustico (in adiacenza ai resti della torre del Cassero) ed una palazzina rinascimentale addossata alle mura stesse all’altezza della parte formale del giardino. Tale palazzina, malgrado le ridotte dimensioni, potrebbe aver assolto alle funzioni di un casino di villa, e ciò spiegherebbe la presenza all’interno del giardino di una cantina ed una ghiacciera (fossa utilizzata per la conservazione della neve) ubicati all’interno del bosco di lecci.

Il tratto di mura compreso tra la palazzina e l’ingresso nord vede in sommità anche la presenza di un camminamento panoramico dal quale si può godere di una vista dall’alto dell’intero giardino.

Bibliografia:

Val d’Orcia S.r.l, Guida Val d’Orcia, Edizioni Effigi, 2012. Naldi G., San Quirico d’Orcia e dintorni, Editrice Donchisciotte

Links:

Forme nel verde

Autore scheda: Tiziana Arezzini

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento