Palazzo Cervini a Vivo d’Orcia

Luogo: Vivo d’Orcia

Comune: Castiglione d’Orcia

Denominazione: Contea del Vivo d’Orcia

Data/periodo: 1541 terminato alla fine del secolo vede alcuni rifacimenti, nella parte laterale ovest,  nell’ Ottocento

Descrizione: La famiglia Cervini entrò in possesso del monastero del Vivo d’Orcia  o di quello che ne rimaneva nel 1538. Divenuto proprietà dei Farnese, fu dal cardinale Alessandro, nipote di papa Paolo III Farnese, rivenduto a Marcello Cervini. Solo tre anni dopo il cardinale ne prese possesso ed iniziarono i lavori per la costruzione della villa del Vivo. Nella parte inferiore della villa, nella parte occidentale, è identificabile il nucleo rimanente dell’Eremo di San Pietro dove, nascoste dalla scarpata costruita poi nell’Ottocento sembrano trovarsi le celle monastiche. L’incarico per la realizzazione del palazzo venne affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane. Egli realizzò almeno cinque disegni che hanno rilevato le affinità stilistiche con altre costruzioni rinascimentali romane e toscane ma anche la discordanza con l’edificio attuale, anche se non se ne spiegano i motivi. Questo fa supporre che i disegni non fossero altro che un punto di partenza, delle idee realizzate ‘a tavolino’ sulle quali ragionare, insieme all’esperto cardinale per poi giungere ad un progetto finale.

Alla fine del quarto decennio del secolo si aggiunge il progetto di Jacopo Barozzi  da Vignola  composto di ventuno tavole realizzava il più dettagliato progetto di un  palazzo rinascimentale. Sono ancora superstiti nove tavole che sono sufficienti per dare idea del progetto che appare però come una mera esercitazione teorica: il progetto non fu pensato per essere realizzato e ancora di più si allontana dall’edificio attuale. Anche se il lavoro sembra aver comunque fornito degli spunti di riflessione al cardinale che divenne poi il vero protagonista adeguando e ridimensionando il progetto del Sangallo. L’incarico di seguire i lavori venne affidato ad uno dei due fratellastri Romolo per i soldi utilizzò i proventi della Ferriera ubicata lungo il corso del torrente Vivo e di sua proprietà. Anche l’altro fratello Alessandro seguirà i lavori come si evince da alcuni documenti. Il cantiere procede a rilento e ancora nel 1552 la villa non è terminata a questo si devono aggiungere anche problemi economici derivanti dal cantiere del Palazzo Cervini a Montepulciano.

Alla Morte di Papa Marcello II avvenuta nel 1555, la fabbrica rimase incompiuta e come emerge da alcuni particolari  la villa ebbe un approssimativo completamento solo sul finire del secolo probabilmente ad opera del nipote Antonio. L’impianto presenta uno sviluppo planimetrico alquanto complesso e di difficile lettura e solo la parte, angolata, nord-est del palazzo appare finita. Particolarmente suggestiva la vista che si affaccia sul lato ovest, ove il complesso è caratterizzato da una grande scarpa realizzata in epoca ottocentesca in aggiunta all’originario edificio che si sviluppa per quattro piani. L’interno della villa   mantiene l’impianto planimetrico originario e i portali e alcuni camini si riferiscono a tratti caratteristici del Sangallo. Il palazzo è di proprietà della famiglia Cervini

 Bibliografia:

Atti del convegno: L’Eremo del Vivo  Secolo XI Secolo XXI fra dinamiche religiose e territoriali, a cura di Cortonesi A., Piccinni G., Arcidosso, Edizioni Effigi, 2004

Comune di Castiglione d’Orcia, Dalla Val d’Orcia alle pendici del Monte Amiata, Siena, AL.SA.BA, Grafiche

Autore scheda  Valentina Pierguidi

 

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