Torre di Michelangelo Castellina in Chianti

Luogo: Località La Piazza

Comune: Castellina in Chianti

Denominazione: “Torrino di Michelangelo”

Data periodo: La torre rimane proprietà dei Buonarroti dal 1549 (anno in cui Michelangelo l’acquista) al 1867, quando Leonardo, l’erede del celebre artista, vende l’edificio

Descrizione: Percorrendo la strada che da Piazza conduce a San Donato in Poggio, nei pressi del confine tra le province di Siena e Firenze e addentrandosi in mezzo a vigneti e uliveti, si scorge una bella casa dalla tipologia a torre. Il proprietario, Rinaldo Busoni, l’acquista nel 1973 quando l’edificio è ridotto a un rudere; per non perdere l’antica struttura, inizia subito le opere di stabilizzazione e ristrutturazione. Mentre i lavori vanno avanti e si svela la bellezza dell’edificio, il signor Busoni viene a conoscenza di una storia assai interessante: gli abitanti della zona sostengono infatti che quel complesso sarebbe appartenuto allo scultore e architetto fiorentino Michelangelo Buonarroti. Impegnato per lavoro a Milano, Busoni segue i lavori di ristrutturazione solo nei fine settimana e, almeno inizialmente, non dà molto peso a questa voce, che gli sembra più che altro una leggenda.

In seguito, con il pensionamento e il maggiore tempo libero a disposizione, il signor Rinaldo si mette alla ricerca di notizie storiche sulla casa che confermino o smentiscano i racconti della gente. Con determinazione, Busoni dapprima controlla l’archivio della Chiesa che annovera tutte le abitazioni del territorio, censite dai parroci probabilmente per la benedizione annuale: i registri rivelano un tale Simone Abate Buonarroti come proprietario della casa. Per Busoni si tratta di un’assoluta sorpresa; si spinge dunque a cercare altre notizie, giungendo all’Archivio di Stato di Firenze. Proprio qui conosce il professore americano Rab Hatfield, che aveva condotto molti studi su Michelangelo Buonarroti, raccogliendo nel libro The Wealth of Michelangelo tutti i contratti per le commissioni che venivano fatte al celebre artista. L’incontro con Hatfield consente al signor Busoni di scoprire che il nome dell’edificio, noto come “Torre al Colle”, compare per la prima volta in un documento del 1047, conservato originariamente presso l’archivio della Badia a Passignano e in seguito trasferito all’Archivio di Stato di Firenze (ASF, R. Pass, Diplomatico Passignano, TVA 361). Le carte rivelano che la torre sarebbe stata costruita come fortificazione e che in un secondo momento sarebbe divenuta casa padronale.

Dei vari proprietari succedutisi nel corso dei secoli, particolarmente importante risulta Pierantonio di Giovanfrancesco de’ Nobili (della corte di Cosimo dei Medici), che era certamente proprietario del complesso nel 1494, come attestano alcuni documenti dell’epoca. Alla sua morte, avvenuta nel 1548, la proprietà di Torre al Colle venne venduta dalla vedova Simona Guicciardini a Michelangelo Buonarroti, cui era legata da vincoli di parentela. Michelangelo acquista il complesso nel 1549 per 2360 fiorini. La compravendita viene gestita direttamente dal nipote Leonardo, come dimostra la fitta corrispondenza epistolare con lo zio che si trova a Roma. Dall’anno di acquisto, gli eredi della famiglia Buonarroti abitarono in quello che oggi è noto come “Torrino di Michelangelo” per più di trecento anni, e precisamente fino al 1867, quando l’ultimo pronipote di Michelangelo vendette la proprietà alla famiglia Manenti, che la detenne fino al 1888, anno in cui subentrò la famiglia Brandani. Gli attuali proprietari, i signori Busoni, l’hanno acquistata, come detto, nel 1973.

Durante i decenni, sono stati effettuati diversi lavori di ampliamento e trasformazione. Il complesso architettonico era inizialmente parte di una rete di abitati fortificati che facevano capo al Castello di Grignano, abbattuto alla metà del Quattrocento dagli Aragonesi. La torre rappresenta la costruzione fortificata più antica (risale probabilmente alla seconda metà del XII secolo). Perse le funzioni difensive, venne trasformata tra il XV e il XVI secolo in un fabbricato colonico, con l’aggiunta di un fabbricato a pianta quadrata, la regolarizzazione dei prospetti, l’apertura di alcune finestre con cornici e la costruzione del giardino con il pozzo in pietra serena. Nel Settecento furono aggiunti un ulteriore edificio colonico a due piani e un frantoio, come documentato nella mappa del catasto lorenese del 1825.

Bibliografia:

Cammarosano P., Passeri V., I castelli del Senese. Strutture fortificate dell’area senese-grossetana, Siena, Nuova Immagine Editrice, 2006, p. 201

Hatfield R., The Wealth of Michelangelo, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2002

Fonti:

Intervista a Rinaldo Busoni, attuale proprietario del torrino, raccolta da Ylenia Civitelli il 10 Giugno 2013 a Castellina in Chianti

Autore scheda: Ylenia Civitelli

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