Castello di Saltennano – Monteroni d’Arbia
Luogo: Saltennano
Comune: Monteroni d’Arbia
Denominazione: Saltemnano, Saltennano
Data/periodo: XI secolo
Descrizione: Il castello di Saltennano, o Saltemnano, si trova su una collina dominante la valle senese dell’Arbia, torrente attraversato da un antico ponte che dà il nome al paese sottostante, Ponte d’Arbia, e il borgo fortificato di Buonconvento, sorto sulle rive del fiume Ombrone, lungo l’antica via Francigena. Il complesso, dalle fortificazioni imponenti, è raccolto intorno ad un cortile centrale, cui si accede da una porta, volta ad occidente e in mattoni ad arco, sormontata da un apparato difensivo a sporgere con archetti aggettanti e piombatoi. Alla sinistra della porta vi è la parte più antica del castello, databile al XII secolo, costituita dal torrione in pietra con base a scarpa, che possiede un lato sul cortile; altri due torrioni in mattoni, risalenti alla fortificazione del castello compiuta nel XV secolo, si trovano agli angoli meridionali ed orientali della struttura. L’ultimo di essi, ben conservato, mostra un cordone in laterizi al sommo della scarpa.
Il toponimo Saltemnano conserva la memoria di un nome proprio di origine etrusca, Saltinnanū, a conferma dell’antichità del sito. La località è citata per la prima volta in una Bolla del 1055, con cui l’imperatore Enrico III la sottopose all’autorità del vescovo di Siena Giovanni. La bolla fu confermata come privilegio alla chiesa senese da un altro imperatore, Enrico VI, nel 1189. Nel documento era citato anche Raginerio figlio di Ugo di Saltemnano, probabilmente il primo dei signori dell’area a donare il castello ed altre località (Agello, Monteorgiali, Vallerano e Montepescini) alla chiesa senese, che a partire da queste donazioni vi costituirà il feudo di Vescovado nella campagna nei pressi di Murlo e che ancora ne porta il nome.
Il castello svolse per Siena, tra XIII e XIV, un’importante funzione di controllo del territorio, assieme agli insediamenti circostanti del vicariato di Percenna, in particolare per il mantenimento delle strade e dei ponti sul torrente Sorra, ai suoi piedi, e dell’Arbia, e per la fortificazione e la custodia del borgo di Buonconvento nel 1372.
A partire dal 1420 Saltennano viene ceduta alla nobile famiglia senese dei Pecci: in quell’anno Giacomo de’ Pecci ospitò papa Martino V (Oddone Colonna, 1369-1431) e la corte pontificia nel castello. Il castello, il cui palazzo fortilizio dotato di quattro torri era stato riedificato o migliorato per l’occasione, oltre che statio durante il viaggio della corte papale fu anche lo sfondo per un accordo fra Giacomo e il papa, dove il primo concesse al secondo un prestito di 45.000 fiorini ricevendone in pegno e garanzia la rocca di Spoleto, che tenne per alcuni anni.
A partire dalla metà del XVII secolo la proprietà di Saltennano passa alla famiglia Massari, originaria di Radicofani ed emigrata tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento a Siena. Qui in breve tempo fece fortuna ed entrò nel novero del patriziato cittadini attraverso la pratica politica e l’adesione ad uno dei monti, o partiti, che dominavano una delle ultime e più longeve repubbliche del rinascimento italiano.
Il XVII secolo, con la sottomissione ai Medici e al Granducato di Toscana vide un lieve miglioramento della comunità di Saltennano, per gran parte posseduta dai Massari.
Nel 1777 un Decreto del granduca di Toscana aggregherà alla comunità di Buonconvento i “comunelli” circostanti, fra cui Saltennano; nel 1809 l’operazione si ripeterà sotto il governo napoleonico spostando però il castello sotto la mairie (comune) di Monteroni.
Oggi, gran parte del complesso è destinato ad attività agrituristica, e la restante ad appartamenti residenziali.
Bibliografia:
Cammarosano P. e Passeri V., I castelli del senese. Strutture fortificate dell’area senese-grossetana, Siena, Nuova Immagine Editrice, 2006
Documenti:
Links:
Autore scheda: Eleonora Belloni e Massimo Padrini
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!