Santuario della Madonna delle Grazie a Chiusdino

Luogo: Chiusdino

Comune: Chiusdino

Data/periodo: 1615. Il Santuario della Madonna delle Grazie c’era già nel Trecento, ma l’attuale struttura è seicentesca, modificata negli interni nel corso del Settecento, quando fu aggiunto un fastoso altare

Descrizione: Il Santuario della Madonna delle Grazie si trova a trecento metri dal centro abitato di Chiusdino, uscendo da porta della Baccina, percorrendo la strada bianca che s’inoltra nelle colline della val di Merse e conduce a Frassini. Esistono diverse versioni sull’origine della chiesa, tra queste si ricorda che l’oratorio sorge sul luogo in cui, presumibilmente, durante la seconda metà del Trecento la Madonna apparve a una giovane, figlia di contadini del luogo, e miracolosamente la famiglia, in pena per la fame, ricevette del grano. Un’altra memoria riconduce l’origine del Santuario alla scoperta casuale di un’immagine della Madonna da parte di muratori di Chiusdino e ricorda che l’avvenimento era stato preannunciato da vari segni soprannaturali. Secondo una versione la scoperta avvenne prima della costruzione del Santuario e ne sarebbe stata la causa, secondo un’altra, il rinvenimento capitò durante i lavori di restauro del Santuario preesistente, l’immagine fu portata quindi nella chiesa del paese per essere adorata, ma scomparve per essere ritrovata nel luogo originario.

Nonostante quanto raccontino le diverse memorie, la chiesa è stata costruita tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, quando nei documenti si riscontrano le prime informazioni sulla presenza dell’immagine sacra. E’ sempre a partire dal Seicento che compare il termine Santuario, usato impropriamente dalla popolazione di Chiusdino, dato che non esiste alcun decreto dell’autorità ecclesiastica per la concessione di questo titolo. Nella facciata, in stile manierista, un’epigrafe riporta la scritta: “MARIA MATER GRATIARUM ORA PRO NOBIS – PER NOI PREGATE O FONTE IMMENSA DI QUELLE GRAZIE CHE DIO DISPENSA – ANNO D MDCCCXCVII”. L’ingresso del Santuario si raggiunge attraverso una scalinata in porfido che segue la morfologia del terreno e dolcemente degrada dalla strada comunale. Una grande porta a vetri, sormontata da un altorilievo bronzeo con la Madonna realizzato da Nino Gorni nel 1997, lascia intravedere gli interni.

Il tempietto è diviso in tre cappelle consecutive l’una all’altra. La prima cappella funge da ingresso e da pronao, attraverso una cancellata in ferro si accede alla seconda cappella coperta da volta a botte che si prolunga fino alla terza cappella in cui è affrescata La Vergine in atto di accogliere Chiusdino sotto la sua protezione. L’unico altare della chiesa si trova nel presbiterio ed è stato aggiunto nel Settecento. L’altare è ornato da una gloria di angeli in stucco dorato e al centro conserva l’immagine sacra della Madonna con il Bambino a graffito su muro che dal 1953 sostituisce l’originale che era dipinta a monocromo e fu tolta per il cattivo stato di conservazione. Secondo le fonti all’interno della chiesa si conservava anche un’altra immagine della Vergine Maria dipinta su tavola, ma di questa non si hanno più notizie.

Bibliografia:

Conti A., Il Santuario della Madonna delle Grazie di Chiusdino, Siena, Edizioni Cantagalli, 2004

Guiducci A.M., Murlo, in Le Crete Senesi, la Val d’Arbia e la Val di Merse, collana I Luoghi della Fede, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1998, p. 121

Fonti:

Scheda ICCD di riferimento: ASBAP Si e Gr: scheda di catalogo n. 00385113 (compilata da R. Pes, 1994)

Links:

Sito del Comune di Chiusdino

Sito della Pro Loco di Chiusdino

Note: Gli ex voto che ancora oggi riempiono le pareti del Santuario testimoniano la grande devozione per la Madonna da parte degli abitanti di Chiusdino, i più antichi riportano l’immagine della Madonna con il Bambino in lamina d’argento, altri mostrano donne genuflesse e oranti, altri bambini in fasce. Ancora oggi i chiusdinesi si rivolgono alla Madonna nei momenti di difficoltà e la ricordano in numerose occasioni liturgiche, tra cui il 3 settembre e il lunedì di Pasqua.

Autore scheda: Irene Sbrilli