L’evoluzione della bandiera dell’Istrice

Luogo: Economato e Museo della Contrada Sovrana dell’ Istrice – Siena

Contrada: Contrada Sovrana dell’Istrice

Data/periodo: Le prime tracce relative all’uso delle bandiere della Contrada Sovrana dell’Istrice risale alla seconda metà del sec. XVI. Da quel momento fino ai giorni nostri la bandiera ha subito numerosi cambiamenti ed evoluzioni

Descrizione: Fin dal 1546 e per più di un secolo, l’Istrice partecipò alle pubbliche feste con bandiera a liste bianche e nere con croce rossa di traverso (croce di Sant’Andrea). Per molti anni furono usati i colori suddetti perché ben riconoscibili tra le altre bandiere.

Con il passare del tempo, gli stessi colori furono adottati anche da altre contrade, con ripartizioni diverse, tanto che nel 1694 gli Istriciaioli tolsero il bianco e spiegarono bandiera a fiamme rosse e nere in parti uguali. Questa bandiera però, affinché non venisse confusa con quella di altre consorelle, fu ulteriormente variata nel 1704, sostituendo il rosso con un celeste acqua-di-mare, spiegando bandiera a liste orizzontali nere e celesti. Con questi colori la nostra Contrada non poteva venire confusa con altre ma, come riconobbero i nostri antenati, non era affatto apprezzata.

Nel 1714 fu tolto il celeste e comparve una bandiera a liste trasversali nere e bianco perlato in parti uguali. Si ipotizza che con questi nuovi colori gli Istriciaioli volessero riprodurre i colori degli aculei come sono al naturale. Nel 1717, con la venuta della Governatrice di Siena, la Principessa Beatrice Violante di Baviera, gli Istriciaioli cambiarono ancora per impressionarla al momento del suo passaggio per Camollia. Crearono per l’occasione una bandiera a fondo bianco con arabeschi rossi, celesti e neri in parti uguali ed in mezzo un Istrice. Si pensa che con questa nuova bandiera volessero tornare pressappoco ai colori che usavano circa 170 anni prima, riconoscendo in essi una maggior efficacia.

La Contrada dell’Istrice è giunta agli attuali colori tramite quattro ulteriori variazioni in soli ventitré anni. Il 30 Aprile 1980, in virtù dei legami storici intercorsi tra la Contrada e i Cavalieri di Malta, il Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, Frà Angelo de Mojana di Cologna, concesse alla Contrada di inscrivere al proprio stemma il capo di rosso alla croce ottagona d’argento e di fregiare il manto rosso del duce della croce ottagona stessa, nonché di assumere l’appellativo di “Sovrana”.

La nostra Contrada, a differenza di tante consorelle, ha variato molte volte il disegno: ad esempio, nel 1904, per il rinnovo dei costumi, venne realizzata una bandiera detta “alla francese” (per la somiglianza con la bandiera della nazione transalpina), nel 1928 quella “a monticini” disegnata da Arturo Viligiardi, negli anni Trenta le bandiere “a sole” (realizzate per il rinnovo dei costumi), negli anni Cinquanta “a onde verticali”, progettata da Emilio Barbucci. La tradizione vuole che siano le donne del rione a occuparsi della manutenzione e della realizzazione delle bandiere. Il Magistrato delle Contrade, nel 1992 e 1993, organizzò un corso per “bandieraie” grazie al quale anche nella Contrada Sovrana dell’Istrice è nata una “scuola” che tutt’oggi porta avanti il lavoro ordinario e straordinario di manutenzione delle vecchie bandiere e della realizzazione delle nuove. Si tratta di una delle massime espressioni di arte popolare contradaiola.

Bibliografia:

Civai M., Rieccole finalmente le vecchie care bandiere, in “L’ Aculeo”, periodico della Contrada Sovrana dell’Istrice, n. 4-5, 2011

Contrada Sovrana dell’Istrice, La Bandiera dell’Istrice, Siena, Edizioni Cantagalli, 1998

Folchi. S., Le nostre bandiere, in “L’ Aculeo”, periodico della Contrada Sovrana dell’Istrice, n. 1, 2004

Contrada Sovrana dell’Istrice, Inventario e catalogazione dei beni di interesse storico e artistico presenti nella sede museale e nell’Oratorio della Contrada Sovrana dell’Istrice, Siena, Arti Grafiche Nencini, 2005, pp. 39-46

Contrada Sovrana dell’Istrice, Restauri 2009-2010, Siena, Tipografia Il Torchio, 2011

La questua per la bandiera, in “L’ Aculeo”, periodico della Contrada Sovrana dell’Istrice, n. 1, 1990

Quattro colori-genesi della bandiera istriciaola, parte II, in “L’ Aculeo”, periodico della Contrada Sovrana dell’Istrice, n. 2, 1975

Zazzeroni G., Bandiere, in “L’ Aculeo”, periodico della Contrada Sovrana dell’Istrice, n. 3, 1995

Fonti:

Archivio Contrada Sovrana dell’Istrice, sezione bozzetti e disegni (1, 119, 20, 19, 3, 4, 271, 335)

Archivio Contrada Sovrana dell’Istrice, Fototeca

Archivio Contrada Sovrana dell’Istrice, verbale assemblea generale 31 luglio 1792, B.I

Archivio Contrada Sovrana dell’Istrice, verbale consiglio generale: 30 dicembre 1921, 19 luglio 1919, 21 novembre 1947, 2 agosto 1948, B. II

Archivio Contrada Sovrana dell’Istrice, verbale seggio 4 marzo 1927, B II

Note: Lo stemma è sempre stato un Istrice al centro della bandiera. Fu cambiato quando Re Umberto I venne in visita a Siena nel 1887, e autorizzò tutte le Contrade a fregiare le proprie bandiere con qualche segno dello stemma sabaudo. La nostra Contrada, per la sovrana concessione, disegnò uno stemma che “araldicamente consiste, d’argento all’Istrice fermo sopra un ristretto di terreno al naturale, sormontato da una corona all’antica d’oro, ed accompagnato in capo da due rose (dette di Cipro) di rosso ed in punta da un nodo di Savoia d’ azzurro”. Il disegno fu iscritto al Ministero della Real Casa, Divisione II n. 1527 del 9 Febbraio 1889.

Il verbale dell’adunanza del Consiglio Generale datato 31 Luglio 1792 tratta di una raccolta di fondi, o “questua”, da tenersi tra i Protettori della Contrada per il restauro di una bandiera. L’Onorando Priore rende noto che la Contrada, non avendo alcuna sorta di entrata , è impossibilitata a supplire a diverse spese indispensabili, perciò si vede costretta a fare una questua tra i Protettori e gli abitanti del rione. La spesa è da sostenere ogni molti anni, per non far gravare sul Capitano le spese delle nuove creazioni. Per il mantenimento delle vecchie bandiere, invece, viene proposto che il Capitano pro-tempore debba pagare per la rappresentanza e corsa del 2 Luglio dell’anno in questione, lire 14 e per l’altra, del 16 agosto, lire 10 a titolo di mantenimento, che deve depositare  nelle mani del Camarlengo. La delibera viene approvata con la maggioranza dei 2/3 del Consiglio e riportata in Assemblea Generale dove venne approvata con la stessa maggioranza.

Il verbale dell’adunanza del Consiglio Generale datato 30 Dicembre 1921 riporta che passò attraverso il voto degli Istriciaioli l’approvazione di un bozzetto di una nuova bandiera da eseguirsi con i residui di seta avanzati dalle altre bandiere. Questi fecero un grande sforzo di fantasia per far fruttare al meglio le poche risorse disponibili, utilizzando appunto gli scarti di altre cuciture.

Dal verbale del Consiglio Generale del 19 Luglio del 1919 si evince che le donne del Rione di Camollia vogliono offrire alla Contrada una bandiera, gesto che si ripete dopo tre decenni. Il Consiglio, preso atto di ciò, decide di nominare alcune di loro per entrare a far parte della commissione che si occuperà della realizzazione di detta bandiera (Mazza Irina, Mazza Iole, Barbucci Ada, Marchi Isola, Piazzesi Bruna, Del Corso Eleonora, Ghini Lorenza).

Nel verbale del Seggio de 3 Febbraio del 1927 si dice che per la realizzazione di sei nuovi vessilli viene acquistata la seta presso la ditta “Truchot & C.” di Lione e affidata l’esecuzione alla bandieraia Francini Pierina. La spesa ingente per le casse della Contrada spinse quest’ultima a trattare il prezzo al metro della seta da Lire 55 a Lire 50 con pagamento posticipato al 31 marzo. Il Consiglio Generale approvò l’ operato del Vicario e ordinò al Camarlengo di pagare alla scadenza l’ ammontare di Lire 1524.

La lotteria per la realizzazione di otto bandiere. Dal verbale del Consiglio del 21 Novembre 1947 si viene a sapere che la Contrada necessita di un minimo di otto bandiere per l’ imminente Palio del 2 Luglio. Essendo questa una spesa ingente, l’Onorando Priore (Griccioli) propone di organizzare una lotteria gastronomica. I premi verranno offerti dall’Onorando stesso, dal Priore Onorario, dal Capitano (Barone Sergardi) e dal Consigliere Bilenchi. Dopo ampia discussione viene deliberato di fare indire un’unica lotteria dilazionata nel tempo per permettere la vendita completa di tutti i biglietti.

Per stabilire il valore di uno scampolo di seta è necessario sapere quanti fili ci sono in un metro (trama e ordito); più la densità è alta, più la seta è preziosa. La Contrada Sovrana dell’Istrice utilizza solo seta tessuta a mano in quanto i telai meccanici appiattiscono e fanno perdere corpo e lucentezza al filo di seta.

Autore scheda: Contrada Sovrana dell’Istrice, Annalisa Lapisti e Caterina Pistolozzi

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