Storia di Castellina in Chianti

Luogo: Castellina in Chianti

Comune: Castellina in Chianti

Data/periodo: Un antico nucleo abitativo, a circa un chilometro dall’attuale Castellina in Chianti, si fa risalire ad epoca etrusca (VII-VI secolo a.C.); i primi documenti certi sull’attuale insediamento risalgono all’XI secolo

Descrizione: Le origini di Castellina si rintracciano in un antico nucleo abitativo oggi completamente scomparso che si trovava a circa un chilometro dall’attuale centro. Tale nucleo abitativo risalirebbe al periodo della civiltà etrusca (VII-VI sec. a C.), come dimostrano alcuni importanti ritrovamenti archeologici avvenuti nella zona. La Castellina etrusco-romana era ubicata sul poggio di Castellina vecchia nei pressi di Salingolpe, dove sono stati ritrovati una cinta muraria quadrangolare con un pozzo circolare all’interno, e diverso materiale archeologico, oltre ad una tomba a ipogéo, il tumulo di Montecalvario, del diametro di oltre cinquanta metri, comprendente quattro tombe a camera disposte a croce e rivestite di lastre di pietra.

Forse saccheggiata e distrutta intorno al III secolo a C. dall’invasione barbarica guidata dal condottiero dei Galli, Brenno, Castellina venne ricostruita a circa un chilometro di distanza dal vecchio insediamento.

Lo sviluppo di Castellina come importante centro chiantigiano è legato storicamente alla conquista fiorentina del Chianti. Il primo documento che si riferisce con certezza a Castellina è un atto di compravendita rogato in Rencine nel 1054, dove si dice appartenere questa, insieme a Castellina, al territorio fiorentino. Appartenenza confermata dalle delimitazioni di confine tra Siena e Firenze stabilite con il Lodo di Poggibonsi del 1203.

Del 1220 è un diploma di Federigo II e Arrigo VI che confermavano ai conti Guidi il possedimento con il nome di “Castiglioni”; i conti lo cedettero a loro volta a dei vassalli del vicino castello del Trebbio, da cui “Castellina dei Trebbiesi”.

In seguito, Castellina fu posta a capo di uno dei Terzieri in cui venne divisa la Lega del Chianti e per qualche tempo fu a capo della Lega stessa. Facendo parte della Repubblica di Firenze, quando questa nel 1324 fece guerra a Lucca e a Castruccio Castracani, Castellina dette il suo contributo di uomini e di mezzi sia come capoluogo della Lega che con uomini del paese.

Nel 1400 i Fiorentini decisero di cingere Castellina di potenti mura, dopo che nel 1397 il borgo, forte per sito ma debole per arte – secondo una efficace definizione del Repetti – era stata presa e distrutta dalle truppe viscontee guidate da Alberigo da Barbiano. I lavori di fortificazione (che pare procedessero con una certa lentezza) mostrarono tutta la loro efficacia nel 1452, quando Castellina riuscì a resistere per 44 giorni all’assedio delle forze aragonesi del re Alfonso di Napoli. Diverso l’esito del secondo assedio aragonese del 1478, durante il quale Castellina dovette infine arrendersi, dopo una resistenza di oltre un mese, alle milizie senesi e napoletane unitesi per cacciare i Medici da Firenze. In questa occasione la difesa fu diretta personalmente dal celebre architetto Giuliano da Sangallo, mentre l’assedio venne condotto dall’altrettanto celebre architetto Francesco di Giorgio Martini. Il Casabianca non esclude che proprio la difficile battaglia, che li vide contrapposti per così tanti giorni, abbia aguzzato l’ingegno dei due architetti, spingendoli a progettare negli anni successivi alcuni dei più importanti esempi della nuova architettura militare. Gli assediati infine scesero a patti ma, puniti per la loro ostinata difesa e contro gli accordi raggiunti, videro la rocca arsa e distrutta.

In seguito agli accordi di pace fra Siena e Firenze, nel 1483 il castello fu restituito ai fiorentini, che ne fecero un centro commerciale di primaria importanza. Nel quadro della dominazione fiorentina si affermò a Castellina, tra gli inizi del 1400 e la metà del 1500, il potere della famiglia degli Squarcialupi.

Fu solo con la caduta della Repubblica di Siena (1555) che il borgo perse la sua importanza strategico-militare (delle antiche fortificazioni non rimanevano che le due porte e la base del cassero) e divenne rilevante polo agricolo.

Alla fine del XVIII secolo, con l’abolizione della Lega del Chianti, Castellina divenne comune insieme a Radda e Gaiole, come stabilito da Pietro Leopoldo con il motu-proprio del 1774. A partire dal 1812 verrà poi compresa nel Dipartimento dell’Ombrone, sotto la dominazione francese.

Nel 1927 il regime decise di restaurare la rocca, simbolo antico del potere politico, enfatizzandone l’aspetto medievale con la realizzazione di una merlatura ghibellina e di finestre bifore, e ne fece poi la nuova sede municipale.

Considerata tradizionalmente comune “nero” in epoca fascista, a causa della forte adesione al regime da parte soprattutto di piccola e media borghesia e dei proprietari terrieri, a partire dal secondo dopoguerra, come tutto il Chianti, anche Castellina è stata investita dallo spopolamento, anche se il fenomeno è stato meno rilevante rispetto ad altre zone per via dell’importante sito di produzione di alimenti zootecnici della famiglia Niccolai, collocato in  prossimità del paese negli anni Sessanta, che fino agli anni Novanta è stato una delle principali fonti di sviluppo economico e occupazionale della zona.

Bibliografia:

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Note: Terminati i lavori di fortificazione voluti dai Fiorentini all’inizio del Quattrocento, Castellina divenne un importante centro commerciale, grazie anche al mercato del giovedì che venne protetto e incoraggiato da leggi apposite, secondo le quali veniva stabilito una specie di porto franco dove nessuno poteva venire preso, né gravato, né molestato in qualsivoglia modo, estendendo quanto già era in uso per le chiese che offrivano rifugio sicuro a chiunque vi chiedesse ospitalità.

La crescita dell’importanza economica di Castellina fu legata anche alla sua posizione strategica da un punto di vista viario, in quanto attraversata dalla Strada Maestra romana o Strada Reale, oltre che dalla via Francigena, che ne facevano uno degli snodi principali dell’intera viabilità dello stato fiorentino. Questo particolare spiega anche la fitta presenza, a Castellina, di enti religiosi, che spesso si insediavano in prossimità delle principali vie di comunicazione per raccogliere più facilmente i fedeli e svolgere meglio le proprie funzioni assistenziali e ospedaliere.

La fortificazione quattrocentesca del borgo di Castellina constava di un giro di mura a forma ellittica bastionata ad intervalli regolari da dodici torri. Due porte (una detta “senese” e l’altra “fiorentina”) si aprivano in corrispondenza della via che tagliava in due parti l’interno: la “porta senese” venne demolita all’inizio dell’Ottocento, la “porta fiorentina” nell’immediato dopoguerra.

Autore scheda: Eleonora Belloni

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