Lega del Chianti

Luogo: Chianti

Comune: Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti

Data/periodo: La data di nascita della Lega è controversa. Delle Leghe parla per la prima volta Giovanni Villani nel capitolo 39 del libro VI della sua “Cronaca” in occasione delle riforme istituzionali avvenute nel 1250, collocando dunque in quel periodo la loro nascita. Lettura ripresa dai maggiori storici di Firenze antica. Tale lettura è stata tuttavia superata da analisi più recenti che ne contestano la veridicità. Nessun accenno alle Leghe esiste, ad esempio, nel famoso “Libro di Montaperti”, così come nella “Cronica” di Dino Compagni o in quella di Paolino Pieri; nulla troviamo neppure in documenti ufficiali della Repubblica fiorentina. La prima menzione delle Leghe in un atto ufficiale risale al 1306, mentre per quanto riguarda nello specifico la Liga et societas de Chianti, questa viene citata per la prima volta in una lettera inviata il 4 ottobre 1308 dalle supreme magistrature fiorentine in seguito ai tumulti scoppiati due giorni prima dell’uccisione di Corso Donati. L’equivoco è probabilmente da attribuirsi al fatto che alcuni possano avere confuso le Leghe con i Vicariati, una istituzione antecedente alle Leghe stesse e con funzioni per certi versi simili. La Lega del Chianti, come le altre Leghe, venne sciolta nel 1774 in seguito alle riforme di Pietro Leopoldo

Descrizione: Le Leghe, nate nel contesto delle lotte tra Guelfi e Ghibellini a cavallo tra XIII e XIV secolo, vennero inizialmente concepite soprattutto a scopo di tutela dell’ordine pubblico e di difesa (dopo la vittoria senese a Montaperti, nel 1260, Firenze aveva avvertito con sempre maggiore urgenza la necessità di controllo del territorio). Tra i compiti delle Leghe, c’erano la difesa dei diritti dei popolari di fronte alle sopraffazioni dei magnati, la repressione di violenze, furti e atti di brigantaggio e, se necessario, la mobilitazione militare a difesa della Parte Guelfa.

Con il tempo, le Leghe si trasformarono in istituzioni con compiti soprattutto di gestione amministrativa. Impiantate sulla preesistente organizzazione territoriale in popoli e pivieri, tali istituzioni dovevano assicurare a Firenze un più saldo controllo del contado e rappresentarono in tal senso le prime vere creazioni circoscrizionali che travalicavano la comunità e gli enti amministrativi locali, finendo per divenire le uniche forme stabili e strutturate di organizzazione del territorio fiorentino a partire dal XIII secolo, dotate com’erano di una base territoriale ben definita e, insieme, di una struttura interna complessa.

La Lega del Chianti comprendeva settanta popoli e risultava divisa in tre “Terzieri” facenti capo alle più importanti località: Radda in Chianti, Castellina in Chianti e Gaiole. Nella prima, capoluogo della Lega, risiedeva il Podestà, rappresentante della Repubblica gigliata. Inizialmente era in realtà un Capitano, cittadino fiorentino, popolare e guelfo, a guidare ogni singola Lega all’adempimento delle sue funzioni. Nel loro territorio i Capitani, che avevano l’obbligo di risiedere in loco almeno per dieci giorni al mese, gestivano anche l’esercizio della giurisdizione civile fino a 40 soldi. Con la riforma del 1376, il Capitano venne sostituito dalla figura del Podestà, a cui vennero attribuiti compiti in parte diversi e dettagliatamente descritti negli statuti che via via andarono a regolare la vita delle Leghe.

Il più antico Statuto della Lega del Chianti conservato è quello del 1384, con successive modifiche intervenute tra il 1413 e il 1531. Lo Statuto contiene tutte le norme di diritto civile e penale alle quali dovevano attenersi gli abitanti della Lega e che il Podestà doveva far osservare.

Con il tempo, scomparsi i compiti di natura più strettamente militare ed attenuatisi quelli di polizia politica, i Podestà videro ampliarsi l’ambito della loro giurisdizione nel giudicare e reprimere i reati comuni e, soprattutto a partire dall’inizio del Quattrocento, i compiti di gestione e di controllo delle funzioni amministrative, fiscali e finanziario-contabili. All’esigenza strettamente difensiva-militare prevalente all’inizio del Trecento si aggiunse cioè, nel corso del tempo, la necessità di esercitare il complesso dei diritti sovrani, compresi quelli fiscali.

Nel 1772, il Podestà venne sostituito con il Vicario Regio, che aveva compiti di giustizia civile e criminale in più podesterie. Il vicario di Radda, ad esempio, aveva giurisdizione su Radda e su Greve.

L’ordinamento amministrativo imperniato sulle Leghe verrà meno solamente nel 1774, in seguito alle riforme promosse dal granduca Pietro Leopoldo che trasformò i tre Terzieri nelle omologhe Comunità, prima assegnate al Dipartimento dell’Ombrone, durante il governo francese, e poi, con l’unificazione, divenute comuni della provincia di Siena.

Nel 1970 la Lega del Chianti è stata rifondata, come naturale proseguimento dell’antica Lega, con gli scopi dichiarati di “esaltare e valorizzare la Terra del Chianti […] esaltare il senso religioso della vita, i valori della civiltà del vino, della vita di campagna […] promuovere la formazione di una coscienza comune che si esprima in amicizia e solidarietà fra tutti gli uomini e le donne della Terra del Chianti e fra tutti coloro che amano questa terra”.

Bibliografia:

Benigni P., L’organizzazione territoriale dello Stato fiorentino nel ‘300, in S. Gensini (a cura di), La Toscana nel secolo XIV. Caratteri di una civiltà regionale, Pisa, Pacini Editore, 1988, pp. 151-163

Boglione A., Le origini, in Lega del Chianti. Una storia attraverso i secoli, Firenze, Edizioni il Torchio, 1983, pp. 17-33

Carnasciali M., Stopani R. (a cura di), L’antica Lega del Chianti: gli stemmi dei Podestà, Radda in Chianti, Studium Editrice, 1986

L’antica Lega del Chianti: gli stemmi dei podestà. Catalogo didascalico. Mostra fotografica. Radda in Chianti, Palazzo Comunale 29-31 agosto 1980, Siena, Amministrazione provinciale di Siena, 1980

Raveggi S., Parenti P. (a cura di), Lo Statuto della Lega del Chianti (1384), con le aggiunte dal 1413 al 1532, Firenze, Polistampa, 1998

Righi Parenti G., La storia del Chianti, Siena, Edizioni Periccioli, 1980

Zorzi A., L’organizzazione del territorio in area fiorentina tra XIII e XIV secolo, in G. Chittolini, D. Willoweit (a cura di), L’organizzazione del territorio in Italia e Germania: secoli XIII-XIV, Bologna, Il Mulino, 1994, pp. 279-349

Documenti:

Parenti e Raveggi Lo Statuto della Lega del Chianti 1384

Stopani e Carnasciali Gli stemmi dei Podestà

Note: Il Podestà e la sua “famiglia”. L’elezione del Podestà spettava alla Signoria fiorentina poiché le Leghe erano veri e propri organi periferici dell’autorità centrale; egli giurava sullo Statuto davanti ai sindaci della Lega nella chiesa di San Niccolò a Radda. Massima autorità della Lega, il Podestà doveva provenire da Firenze, doveva dimorare stabilmente nel castello di Radda e avere al seguito una “famiglia” composta da tre notai, cinque berrovieri, un paggio e due cavalli da guerra; riceveva un salario di 625 lire per sei mesi. I tre notai risiedevano uno a Radda, uno a Gaiole e uno a Castellina, dove svolgevano funzioni luogotenenziali del Podestà. Al di sotto del Podestà vi era una struttura di dirigenti e ufficiali locali. L’assemblea poteva legiferare, designare chi avrebbe ricoperto certi incarichi, stanziare pagamenti; i membri avevano l’obbligo di partecipare alle sedute, tenendo un atteggiamento corretto durante i dibattiti ed assicurando il segreto delle discussioni svoltesi in assemblea; il gonfaloniere, che presiedeva un consiglio di tredici membri, aveva tra l’altro il compito di dichiarare la mobilitazione militare quando necessario; i tre camarlinghi avevano funzioni amministrative e contabili, mentre ai tre pennonieri erano affidati compiti nel campo della tutela dell’ordine pubblico; vi erano infine tre messi, con il compito di banditori e latori di messaggi, e trentasei guardie segrete con il compito di svolgere indagini su presunti colpevoli di reati (compiti di cui molti non hanno mancato di sottolineare la chiara impronta delatoria). Alla fine del mandato, per tutti (anche per il Podestà) era previsto il “sindacato”, cioè un’inchiesta con la quale si doveva giudicare l’operato e in occasione della quale chiunque poteva denunciare negligenze o soprusi che, se accertati, venivano puniti con pene pecuniarie. Da sottolineare la rilevanza del fatto che un “uomo di Firenze”, rappresentante nelle sue funzioni il potere dominante, fosse comunque sottoposto al giudizio della comunità chiantigiana.

Gli stemmi dei Podestà. Una delle rubriche della riforma dello statuto del 1413 stabiliva che “El Podestà lasci un palvese alla podesteria”. E’ questo l’antecedente della pratica, attestata a partire dal 1495, per cui ogni Podestà doveva lasciare un proprio stemma o in pietra scolpita o in terracotta invetriata che andava a decorare le pareti della facciata e dell’interno del porticato dell’attuale Palazzo Comunale di Radda, già sede del Podestà. Attualmente ne rimangono 48, 3 dei quali quattrocenteschi, 23 del Cinquecento, 15 del Seicento e 7 del Settecento.

La leggenda del Gallo nero. La bandiera scelta per la Lega del Chianti fu un drappo giallo con un Gallo nero come stemma. La leggenda vuole che nell’accordo di Fonterutoli del 1208 tra i Senesi e i Fiorentini si fosse deciso che il punto di massima penetrazione delle due repubbliche venisse fissato là dove si fossero incontrati due cavalieri, uno senese e uno fiorentino, partiti dalle rispettive città al canto del gallo. I fiorentini scelsero un galletto nero e lo tennero al buio e al digiuno, tanto che appena esposto alla fievole luce di una lanterna cantò, molto prima dell’alba. I “notari senesi”, presenti sul posto, non poterono negare che il galletto avesse cantato. Il cavaliere fiorentino partì quindi molto prima ed incontrò il senese a pochi chilometri da Siena, decretando così il passaggio del Chianti sotto il controllo di Firenze.

Autore scheda: Eleonora Belloni

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