I Palazzi storici di Pienza

Luogo:  Pienza

Comune: Pienza

Denominazione: I Palazzi del Corso

Data/periodo: 1459-1462

Descrizione:  I palazzi che si dispongono lungo il corso in prossimità della piazza appartengono ciascuno ad un cardinale della corte papale. Pio II per realizzare in fretta e secondo i piani prestabiliti la sua città, vincolò di fatto ogni suo cardinale a costruirvi una sua residenza. I palazzi furono così costruiti o iniziati  seguendo il desiderio del papa. Alcuni furono realizzati rapidamente, altri furono soltanto avviati e portati a termine dopo la morte del papa.

Oggi vi sono ricerche convincenti che sono ormai in grado di spiegare in modo abbastanza chiaro quali furono i committenti originari dei palazzi cardinalizi. Di fronte al Palazzo Piccolomini, ad esempio si trovano i Palazzi di Salomone Piccolomini (con lo stemma graffito) parente del papa, e quelli (oggi riuniti nel volume del Palazzo Newton) del Cardinale Gonzaga e del Cardinale Ammannati, fiduciario del papa, il quale acquistò dal Gonzaga il palazzo rimasto avviato e non finito. L’attuale Palazzo vescovile, che è alla sinistra di chi osserva il Duomo, porta ancora chiaramente lo stemma dei Borgia e seguendo il corso sulla destra si possono rinvenire i palazzi Jouffroy, come attesta uno stemma visibile nella crocera di una finestra e di seguito i probabili palazzi Spannocchi e Lolli. Difficile attribuirne poi altri con certezza, anche se è certo che  Ambrogio Spannocchi e il Cardinale Forteguerri avevano fatto costruire o avviato la costruzione di un loro palazzo.

La palazzina che fronteggia il Duomo sulla piazza sembra che appartenesse a Tommaso Piccolomini, futuro primo vescovo di Pienza. Ma al di là di questo difficile esercizio nel quale gli studiosi si sono confrontati con  le loro ipotesi, ciò che di più affascina in questa vicenda è l’unidirezionalità della volontà papale, sorretta da grandi mezzi e da disposizioni ferree, volta  alla realizzazione di Pienza, un modello di città che nelle sue intenzioni, oltre a ricordare per sempre il  passaggio terreno di un suo grande figlio, in questa amata terra natia, avrebbe voluto forse costituire anche un esempio unico nel suo genere di città frutto della creatività dell’Umanesimo. E’ certo che i lavori di ristrutturazione del borgo di Corsignano costrinsero tanti suoi abitanti ad abbandonare case e palazzetti prossimi alla piazza, i quali furono abbattuti non senza polemiche. Ma il Piccolomini provvide anche a sanare i problemi che la costruzione di questa nuova città comportavano. La costruzione infatti di dodici ‘nuove case per il popolo’, ancora visibili in parte in Via delle Case Nuove, nella zona nord-ovest del centro storico pientino, servì a trovare casa a tutti quei cittadini sacrificati nella loro residenza originale alle esigenze del progetto-Pienza. Anche in questo, il papa umanista, più vicino all’ideale democratico dell’età classica che alla concezione monocratica del potere di ascendenza  medioevale, dimostrò un’apertura di pensiero all’altezza dei tempi nuovi che si annunciavano.

 Autore scheda: Giampietro Colombini

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