Pian d’Albola – Radda in Chianti
Luogo: Pian d’Albola
Comune: Radda in Chianti
Data/periodo: L’abitato attuale è sede di una vasta proprietà che Lodovico Acciaiuoli aveva costituito a partire dal 1514 con l’acquisto di terre, poderi, case coloniche e altri annessi situati nelle immediate vicinanze, riuscendo così a formare una notevole proprietà i cui terreni si trovavano anzitutto a Pian d’Albola e nelle località confinanti
Descrizione: Il luogo si raggiunge percorrendo la strada Radda in Chianti – Badia a Montemuro.
Nei relativi atti di vendita e nelle denunce catastali del primo ventennio del XVI secolo, sono citati numerosi appezzamenti contigui di “terre vignate, lavorative, sode e boschive”, acquisiti in tempi diversi dai precedenti proprietari, comprese le abitazioni dei signori di Monte Rinaldi i quali, come è noto, avevano esercitato il loro dominio in questa parte del territorio chiantigiano fra i secoli XII e XIV.
Attualmente l’elemento dominante è la villa-fattoria circondata da un ampio parco. È stata ricostruita nel XVIII secolo secondo il programma di rinnovamento edilizio del nuovo proprietario, il senatore fiorentino Ascanio Samminiati, che comportò la demolizione di gran parte delle strutture architettoniche medievali e della complessa casa turrita – antica residenza dei signori di Monte Rinaldi – i cui resti furono incorporati nella nuova costruzione, come testimoniano ancora oggi le due torri nel prospetto della villa.
Nel Catasto fiorentino del 1427, il luogo “Piano da Albola” comprende “terra lavorativa, soda e vigna”, mentre nelle annotazioni catastali del 1776 figura l’attuale toponimo “Pian d’Albola” individuato con “casetta da lavoratore e terra lavorativa”, a conferma del ruolo agricolo preminente nell’economia agricola della zona. Precedentemente, la località “Piano di Albola” è individuabile nelle strutture medievali raffigurate nella cartografia della fine del XVI secolo, inclusa nel popolo di San Salvatore ad Albola.
Nel nuovo Catasto toscano del 1832, la proprietà è registrata fra i beni dei figli di Giovanni Cosimo dei Pazzi il quale, sposandone la figlia unica erede, aveva ereditato il vasto patrimonio di Ascanio Samminiati. Dopo i Pazzi, proprietari dal 1762 al 1891, fra la fine del XIX secolo e gli inizi del successivo si susseguirono diversi passaggi di proprietà. Nel 1940 la villa-fattoria fu acquistata dalla famiglia Ginori Conti alla quale è appartenuta sino al 1979 quando è stata venduta a un’azienda vitivinicola ancora proprietaria.
Bibliografia:
Brachetti Montorselli G., Moretti I., Stopani R., Le strade del Chianti. Gallo Nero, Firenze, Bonechi, 1984
Cammarosano P., Passeri V., I castelli del senese. Strutture fortificate dell’area senese-grossetana, Siena, Nuova Immagine, 2006
Carnasciali M., Gli edifici sacri nel Comune di Radda in Chianti, Radda in Chianti, Studium, 1996
Casabianca A., Notizie storiche sui principali luoghi del Chianti (Castellina, Radda, Gaiole, Brolio), Firenze, Tipografia Giuntina, 1941
Moretti I., Stopani R., Chiese romaniche del Chianti, Firenze, Salimbeni, 1966
Repetti E., Dizionario geografico fisico storico della Toscana, Firenze, Tipografia Tofani (poi Mazzoni), 1833-1846
Righi Parenti G., Guida al Chianti. La terra, il vino, i castelli, Milano, Sugarco, 1977
Righini G., Il Chianti Classico. Note e memorie storiche-artistiche e letterarie, Pisa, Pacini, 1972
Torriti P. (a cura di), Le chiese del Chianti, Cassa di Risparmio di Firenze, Le Lettere, Firenze, 1993
Autore scheda: Maurizio Carnasciali
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!