Castello di Monterinaldi – Radda in Chianti

Luogo: Località Monterinaldi

Comune: Radda in Chianti

Data/periodo: Le prime attestazioni del castello di Monterinaldi come insediamento longobardo risalgono all’XI secolo

Descrizione: L’insediamento, situato al centro della zona storica più antica del Chianti Classico, si trova in prossimità di un antico tracciato viario etrusco. Attualmente, percorrendo la strada che da Radda in Chianti porta a Panzano, dopo circa cinque chilometri incontriamo il bivio che ci conduce a Monterinaldi.

Questo possedimento viene citato per la prima volta in un documento del1016 in cui si attesta che si trovava sotto la signoria di Gottifredo o Gottizio di “nazione longobarda”.

Nel XIII secolo la località viene controllata da una famiglia di conti detta “di Monte Rinaldi” finché non passa sotto il dominio dei conti Guidi di Firenze, come risulta da un privilegio di Enrico VI del 25 Maggio 1191.

Il borgo svetta sulla sommità di una collina da cui si può ammirare un vastissimo panorama su boschi, vigneti e sulla valle del torrente Pesa. Questo luogo è spesso ricordato per esser stato teatro di un’aspra battaglia fra Senesi e Fiorentini, vinta dai primi. Sia guelfi che ghibellini continuano nel tempo a saccheggiare il castello, intuendone il valore strategico.

I signori di Monte Rinaldi vengono fatti esiliare nel 1268 in quanto ghibellini, ma si pensa che qualche anno prima il castello venisse abitato da gente di parte guelfa: infatti, dopo la vittoria nella battaglia di Monteaperti nel 1260, i Senesi si recano a Monte Rinaldi e, oltre alle mura e al cassero, distruggono diverse abitazioni. Pochi anni dopo la definitiva caduta di Siena nel 1557, Monte Rinaldi perde la sua funzione militare e passa definitivamente sotto Firenze. Da quel momento non sarà più necessario fortificare l’abitato: il nucleo rimane come un villaggio aperto, senza protezioni né mura.

Oggi, solo la forma ellittica dell’insieme lascia immaginare la vecchia cinta muraria. Altre notizie del castello di Monterinaldi risalgono alla fine del Seicento, quando passa alla famiglia patrizia fiorentina dei Geppi, come è ricordato sulla lapide di Tommaso di Marcello Geppi, inumato nel 1686 nella chiesa di Santa Maria dell’Impruneta : “ex Cottanis olim a Monterinaldo nobilissima prosapia orto”. Sempre sotto questa famiglia, nel 1693, il castello viene trasformato in villa padronale.

Gli ultimi avvenimenti che, purtroppo, hanno causato mutazioni negative al borgo risalgono al 1944. Nelle vicinanze si era insediato un comando tedesco e spesso i militari andavano al borgo per fare razzia di viveri. Una mattina di giugno, però, i soldati, dopo avere fatto evacuare gli abitanti, incendiarono tutte le case. Alcuni affermano che l’incendio sia stato appiccato per vendicare la morte di un soldato tedesco avvenuta in circostanze non chiarite.

Nel borgo si trova anche la piccola chiesetta di San Martino. Nonostante i rifacimenti dovuti a restauri moderni e rimaneggiamenti settecenteschi, l’edificio conserva in parte la struttura romanica.

All’esterno presenta una facciata a capanna, un portale profilato da cornici in pietra serena, una finestra quadrangolare e un campanile a forma di torre merlata, mentre all’interno troviamo un’unica navata a capriate con tre altari. Vi si conserva un turibolo in rame dorato con decorazioni a bulino di scuola senese.

L’edificio accanto alla chiesa, oggi sconsacrato, veniva usato come sede della Compagnia di Santa Brigida. Nelle pareti interne sono visibili affreschi molto deteriorati di scuola fiorentina di fine Cinquecento, raffiguranti i dodici Apostoli.

Nel 1965 lo scrittore Raymond Flower di Grignano, al tempo proprietario del castello, restaura il complesso, come testimonia una targa affissa sulla facciata.

Altri lavori di manutenzione di registrano nel 1978 e nel 1982, quando il castello viene acquistato dagli attuali proprietari.

Bibliografia:

Anichini F., Enciclopedia del Chianti senese, Siena, Cantagalli, 2005, pp. 193-194

Avanzati E., Ciampolini M., Il Chianti senese: itinerari storico-artistici, Siena, Nuova immagine editrice, 2001, pp. 119-120

Bosi E., Di castello in castello: il Chianti, Milano, La pietra, 1990, p. 267

Cammarosano P., Passeri V., I castelli del senese. Strutture fortificate dell’area senese-grossetana, Siena, Nuova immagine, 2006, p. 365

Carnasciali M., Gli edifici sacri nel comune di Radda in Chianti, Radda in Chianti, Studium editrice, 1996, pp. 62-63

Fonti:

Scheda ICCD di riferimento: SBAP Si e Gr: scheda di catalogo (compilatore Arch. Antonio Giachetti, 1985)

Autore scheda: Francesca Rosini

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento