Convento e chiesa di Santa Maria in Prato a Radda in Chianti

Luogo: Radda in Chianti

Comune: Radda in Chianti

Denominazione: Santa Maria, Santa Maria a Radda

Data/periodo: Sin dal IX secolo il toponimo Santa Maria indica un piccolo oratorio edificato sopra un prato, meta di pellegrinaggi per via della presenza di un’immagine mariana ritenuta miracolosa. L’aspetto attuale è dato dai lavori che interessarono il convento francescano dal 1708 al 1710

Descrizione: La chiesa nasce come santuario mariano probabilmente già prima dell’anno Mille.

Il toponimo “Santa Maria” assegnato a questa zona ha infatti origini antichissime mentre l’edificio sacro viene ricordato sin dall’inizio del IX secolo come importante meta per i fedeli del Chianti, della Val di Pesa e del Valdarno.

Ad attirare i pellegrini era la presenza di un’immagine della Vergine, ritenuta miracolosa, in un piccolo oratorio, nei pressi del castello di Radda, facente parte dei possedimenti della famiglia Ricasoli da Montegrossi.

Con il passare del tempo, la piccola cappella prende il titolo di chiesa curata e nel XV secolo figura fra la chiese suffraganee della pieve di San Giusto in Salcio, per poi essere successivamente posta alle dipendenze della chiesa di San Niccolò a Radda come oratorio mariano.

Pur mantenendo questa funzione, nel 1708 viene donato ad una comunità di Francescani che vi realizza un piccolo convento grazie alle donazioni di numerose famiglie di Radda e di alcuni religiosi delle chiese vicine.

Fra il 1808 e il 1810 la chiesa e il convento vengono coinvolti dalla soppressione del Governo francese napoleonico, poi ripristinati con la Restaurazione nel 1815, e poi nuovamente soppressi da quella del Governo Italiano attuata nel 1866, diventando proprietà demaniale.

Nel 1935 il complesso viene acquistato dalla Provincia Toscana delle Sacre Stimmate dell’Ordine dei Frati Minori, e continua ad ospitare i religiosi fino al 1974.

Per quel che riguarda l’architettura, alla semplice chiesa romanica a navata unica vengono aggiunti nel XVIII secolo un transetto e una cappella terminale, che conferiscono alla chiesa una pianta a croce latina ed alcune cappelle patronali. Ad oggi si possono ancora ammirare lungo la navata i 4 confessionali di legno semi-incassati, ma purtroppo non sono più visibili gli arredi barocchi smantellati nel1949 a causa di un restauro di ripristino del primitivo carattere architettonico dell’edificio.

Le originarie forme romaniche invece possono essere ancora individuate nel paramento murario a filaretto della facciata a capanna, preceduta da un portico, aggiunto nel corso del Settecento a seguito del passaggio della chiesa ai Francescani. Il portico avvolge l’edificio anche sui fianchi laterali e presenta frontalmente tre ampie arcate ribassate poggianti su pilastri in pietra serena di sezione rettangolare, in cui sono state ricavate nicchie; anche le arcate laterali sono a sesto ribassato, ma sono sostenute da semplici colonne in pietra che hanno come base un muretto. L’occhio nella parte alta della facciata è frutto di un intervento dei primi decenni del Novecento. All’interno, sull’altare maggiore in pietra è stato ricollocato nel 1990, dopo un lungo restauro, il bellissimo polittico raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Nicola di Bari, Giovanni Battista, la Maddalena e Antonio abate dell’artista fiorentino Neri di Bicci, recante la data 1474.

Nel 1996 il convento è stato acquistato e restaurato dal Consorzio Vino Chianti Classico. Ad oggi la chiesa viene aperta molto raramente per funzioni religiose o concerti ma è possibile visitarla su appuntamento.

Bibliografia:

Anichini F., Enciclopedia del Chianti senese, Siena, Cantagalli, 2005, p. 371

Barzanti R., Chianti senese: pievi, castelli, borghi, vigneti e cantine, Milano, Mondadori, 1998, p. 181

Bosi E., Di castello in castello: il Chianti, Milano, La pietra, 1990, p. 265

Cannistraci P., Carnasciali M., Cimino L., Insediamenti medievali d’altura nel Chianti: i castelli di Radda e Volpaia, Siena, Tipografia dell’Università per Stranieri di Siena, 2006, pp. 19-23

Carnasciali M., Edifici religiosi a Radda in Chianti, Servizio editoriale fiesolano, 1997, pp. V-VII

Carnasciali M., Gli edifici sacri nel comune di Radda in Chianti, Radda in Chianti, Studium editrice, 1996, pp. 19-23

Moretti I. (a cura di), Istituzioni ecclesiastiche e vita religiosa nel Chianti tra Medioevo e età moderna. Atti del convegno, San Casciano Val di Pesa, 2 Ottobre 1999, pp. 105-108

Torriti P., Le chiese del Chianti, Firenze, Le lettere, 1993, p. 120

Fonti:

Scheda ICCD di riferimento: SBAP Si e Gr: scheda di catalogo n 09-00186709 (compilatore Arch. Luciana Masi, settembre 1985)

Note: In seguito al progressivo spopolamento delle campagne con conseguente abbandono di molti edifici religiosi, la Diocesi di Fiesole, insieme al comune di Radda in Chianti, alla Soprintendenza ai beni artistici e storici per le province di Siena e Grosseto e alla Fonazione perla Tutela del territorio del Chianti, hanno individuato in questo luogo la sede adatta per conservare ed esporre al pubblico opere d’arte e documenti provenienti dal comune di Radda in Chianti e dei comuni vicini. I locali superiori del convento dovrebbero infatti ospitare, tra breve, la sede del Museo d’arte sacra del Chianti.

Autore scheda: Francesca Rosini

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