Pieve di Santa Maria Novella a Radda in Chianti

Luogo: Radda in Chianti

Comune: Radda in Chianti

Data/periodo: La chiesa fu edificata a Radda probabilmente nel corso del X secolo, anche se è menzionata per la prima volta nel 1010 con l’appellativo “Novella”

Descrizione: Il toponimo è stato riferito al termine con cui nel Medioevo si designavano i terreni vergini (ager novellus) che, una volta dissodati, si destinavano a nuove colture. Infatti, questa zona appare fra le più fertili da un punto di vista agricolo, come testimonia la presenza di numerose case coloniche che confermano la funzione non solamente religiosa, ma anche agricola svolta dalla pieve, che ebbe numerosi poderi alle sue dipendenze.

La chiesa dedicata alla Madonna, designata con l’appellativo “Novella” sin dalla sua origine, talvolta compare come “la pieve di Chianti”.

Nei secoli XII e XIII, il plebato di Santa Maria Novella comprendeva ben nove chiese suffraganee. Successivamente, nel XIV secolo, le chiese suffraganee erano diventate quattordici. Le rendite cospicue che provenivano dai vasti possedimenti conferirono alla pieve notevole potenza e prestigio forse sin dal XII secolo, come attesta l’estesa giurisdizione ecclesiastica documentata dagli elenchi dei decimari due-trecenteschi. L’importanza dell’edificio si desume anche dalle prestigiose cariche ecclesiastiche riservate ai pievani di questa chiesa, come per esempio quella di collettore delle decime vaticane per il 1276-1277 e per quelle del 1302-1303.

Lo stato attuale dell’edificio è frutto di un rimaneggiamento integrale. La chiesa è stata, infatti, in gran parte demolita nella prima metà del secolo scorso e ricostruita sui resti della preesistente costruzione romanica. Una targa inserita in un tratto rimaneggiato del lato destro con l’iscrizione “C. L. P. 1838” ricorda il nome del parroco Lagomarsini e l’anno in cui furono effettuati i lavori. I restauri più recenti si pongono attorno al 1990.

Il pesante restauro ottocentesco ha fortemente alterato i caratteri originari dalla facciata, i paramenti murari perimetrali, che sono opera di un rimontaggio, e le due absidi laterali, costruite ex novo; anche il campanile, che si imposta sui resti del presente, è frutto del restauro ottocentesco. All’interno, il soffitto a capriate lignee delle tre navate è stato nascosto da volte a vela, affrescate in stile neoclassico, analogo a quello delle decorazioni ad affresco che ricorrono su gran parte delle pareti, che si presentano oggi decorate con motivi e scene elaborate.

L’originario rivestimento murario esterno in filaretto di alberese è individuabile soltanto in brevi tratti, mentre quello dell’interno in pietra arenaria risulta occultato dagli intonaci e da altre sovrastrutture ottocentesche. Del precedente impianto romanico si conservano all’esterno l’abside centrale e il basamento del campanile in bozze di alberese, all’interno le colonne di pietra serena, con i capitelli e i pilastri che sorreggono i muri in arenaria della navata centrale.

L’edificio attuale, di forme assai sobrie, si presenta come una delle tante chiese rurali ottocentesche della campagna chiantigiana, di aspetto vagamente neoclassico. Nella facciata si apre soltanto un portale, mentre l’interno è a pianta basilicale con tre navate divise da archi a tutto sesto.

Sul fianco sinistro della chiesa, in corrispondenza del muro perimetrale della navatella sinistra, si eleva la torre campanaria a pianta quadrangolare.

All’interno, nella concavità dell’abside centrale, seminascosta dall’altare maggiore ottocentesco, è murata una grande pala d’altare in terracotta policroma raffigurante la Vergine col Bambino tra i Santi Pietro, Lorenzo, Paolo e Stefano, mentre nella predella si trova una Deposizione con ai lati San Sebastiano e San Girolamo, attribuite alla bottega robbiana di Santi Buglioni degli inizi del Cinquecento.

Sopra una cantoria in legno, dal parapetto curvilineo decorato da ovali dipinti con figure di musicanti, collocata nella controfacciata, è situato un grande organo da muro realizzato nel 1756 da Antonio e Filippo Tronci di Pistoia.

Fra gli oggetti liturgici si trovano una Croce astile in bronzo dorato decorata a bulino su entrambi i lati, databile al XII-XIII secolo, due calici d’argento, alcuni turiboli e pissidi degli inizi del XVIII secolo, nonché numerosi piviali, pianete, veli omerali e tonacelle sempre dei secoli XVIII e XIX.

Bibliografia:

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Carnasciali M., Gli edifici sacri nel Comune di Radda in Chianti, Radda in Chianti, Studium, 1996

Casabianca A., Notizie storiche sui principali luoghi del Chianti (Castellina, Radda, Gaiole, Brolio), Firenze, Tipografia Giuntina, 1941

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Righini G., Il Chianti Classico. Note e memorie storiche-artistiche e letterarie, Pisa, Pacini, 1972

Torriti P. (a cura di), Le chiese del Chianti, Cassa di Risparmio di Firenze, Le Lettere, Firenze, 1993

Autore scheda: Maurizio Carnasciali

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