Il Duomo di Colle di Val d’Elsa

Luogo: Colle di Val d’Elsa

Comune: Colle di Val d’Elsa

Denominazione: Arcipretura dei Santi Marziale e Alberto, Cattedrale di Colle

Descrizione: Quando Colle di Val d’Elsa venne elevata a città e sede vescovile nel 1596, nacque l’esigenza di costruire una chiesa più adatta al nuovo e importante ruolo. Venne così deciso di demolire l’antica pieve di San Salvatore, risalente alla fine del XII secolo, e di costruire la nuova fabbrica sullo stesso sito, accanto al Palazzo al Podestà e con la facciata rivolta sulla piazza antistante.

La costruzione della cattedrale di Colle, ad opera del primo Vescovo Usimbardo Usimbardi, iniziò nel 1603 su progetto dell’architetto Fausto Rughesi di Montepulciano. I lavori, diretti dall’ingegnere fiorentino Gherardo Mechini, procedettero molto a rilento per la costante penuria di risorse finanziarie, tanto che spesso si dovette ricorrere alle generose donazioni delle famiglie colligiane. Nel 1658 il Vescovo Cosimo della Gherardesca consacrò ufficialmente la cattedrale.

La facciata, rimasta a lungo incompiuta, è stata costruita nel 1833 in stile neoclassico, su disegno dell’architetto senese Agostino Fantastici. Il paramento in laterizio, arenaria e cornici in travertino presenta due risalti nei quali sono inseriti i portali laterali. Al centro della facciata si trova una vetrata decorata di forma semicircolare, disegnata dall’Architetto S. Crott nel 1930 e, a chiudere, un frontone decorato a dentelli.

A sinistra della facciata si trova il campanile, in pietra arenaria e mattoni, iniziato nel 1632 ad opera del colligiano Renieri e rimasto incompiuto. Risale invece all’inizio del XIX secolo l’istallazione dell’orologio.

Tra il campanile e la chiesa c’è l’accesso a uno spazio funzionale all’ingresso nel battistero, dal quale si può vedere quello che resta della facciata romanica ad archi e colonne della vecchia pieve di San Salvatore, che costituisce il fianco sinistro del duomo. Dal lato destro invece si accede alla cripta (o oratorio della Confraternita della Misericordia), un ambiente con tre altari e suggestivi affreschi risalenti alla metà del XVIII secolo.

Entrando, la chiesa si presenta come un grande spazio a tre navate, scandito in quattro campate da colonne quadrate, ampio transetto e abside semicircolare. La copertura è realizzata con volte a botte nella navata centrale e nel transetto, all’incrocio dei quali avrebbe dovuto innestarsi una cupola mai realizzata, mentre le navate laterali sono coperte da volte a crociera.

Lungo le navate laterali si aprono quattro cappelle, omogenee negli elementi decorativi anche se realizzate in periodi diversi in un arco di tempo che va dal 1635 fino ai primi del Settecento. Tutte sono protette da balaustre lignee (ad eccezione di una che è in marmo), hanno altari architettonici a stucco ornati a finto marmo, decorazioni sulle pareti con candelabre dorate a bassorilievo e un ricco sistema di cornici che contengono affreschi e dipinti su tela.

La cappella che per prima è stata decorata (e alla quale le successive si sono uniformate) è la quarta su lato destro. Si tratta della cappella della Natività di Gesù, dedicata a San Girolamo, eseguita sotto il patronato di monsignor Girolamo Cervoni e completata nel 1635. Sull’altare campeggia la caravaggesca Natività di Rutilio Manetti, mentre i dipinti laterali e gli affreschi sulla volta sono opera di Astolfo Petrazzi. Accanto a questa c’è la cappella dedicata all’Immacolata Concezione, l’unica diversa dalle altre perché ristrutturata nel 1874. Troviamo quindi la cappella dell’Epifania, nella quale sono presenti il Battesimo di Cristo e Le Nozze di Cana del pittore senese Deifebo Bulbarini, e la cappella di San Marziale, dove sono raffigurati santi e beati della città. Quest’ultima, come le prime due sul lato sinistro (cappella di San Giuseppe e cappella dell’Ascensione), è stata realizzata a partire al 1690 grazie all’intervento del colligiano Ottavio Dini che, lavorando a Roma, ha chiamato per la decorazione giovani pittori romani. La terza cappella sul lato sinistro è stata rimodernata nel 1890 per ospitare le reliquie di Sant’Alberto da Chiatina e di nuovo modificata durante gli ultimi restauri del 1992. L’ultima cappella a sinistra è la cappella della Resurrezione di Cristo, decorata dalla Compagnia del Sacro Chiodo dal 1635 al 1642, che ha nel sottarco e nella volta episodi della vita della Vergine eseguite dal pittore Astolfo Petrazzi.

Altre due grandi cappelle si trovano alle due terminazioni del transetto: quella di destra è dedicata al Sacro Chiodo e quella a sinistra al Santissimo Sacramento. La prima è stata eretta sotto il patronato del Comune di Colle (come mostrano gli stemmi ai lati dell’altare). Vi si accede oltrepassando una cancellata in ferro battuto, opera del colligiano Drea di Lavaccio, risalente al XVII secolo. Degni di nota il tabernacolo marmoreo che custodisce la preziosa reliquia della crocifissione di Cristo: posto sopra l’altare, il tabernacolo quattrocentesca, attribuito allo scultore fiorentino Domenico Rosselli, presenta decorazioni e sportello in oro e un bellissimo leggio in bronzo fuso da Pietro Tacca nel 1629. Nel 1823, in un intervento di restauro della cappella, Antonio Marini dipinse sul soffitto angeli con gli strumenti della passione. La cappella del Santissimo Sacramento, sotto il patronato della famiglia Usimbardi, è stata eseguita dal 1626 al 1629 e si contraddistingue per gli arredi in marmi e pietre dure, frutto della maestria di un’importante bottega fiorentina. Sopra l’altare si trova la tela di Ottavio Vannini raffigurante l’Ultima cena, datata 1636, mentre la volta con i quattro evangelisti è stata decorata da Antonio Marini nel 1828.

Per quanto riguarda gli arredi sono degni di nota il quattrocentesco fonte battesimale attribuito allo scultore Domenico Rosselli, l’organo nella cantoria (risalente al 1786), il coro ligneo e la cattedra vescovile intagliati dal colligiano Silvestro Ceramelli nel 1628 e il crocifisso bronzeo posto sopra l’altare maggiore, fuso da Pietro Tacca su modello del Giambologna, donato dalla granduchessa Maria Maddalena d’Austria che si era sempre prodigata per completare l’edificazione della cattedrale. Addossato al terzo pilastro di destra, troviamo il bel pulpito realizzato nel 1465 riutilizzando tre rilievi trecenteschi decorati a bassorilievo, con l’aggiunta di due nuovi riquadri scolpiti e attribuito ancora a Domenico Rosselli.

Bibliografia:

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Fonti:

SBAP SI: 09/00494337 e 09/00494339 (Ravagni D. 1997) – 09/00494666 (Ravagni D. 1998)

Autore scheda: Silvia Vellini

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