La pieve di San Polo in Rosso – Gaiole in Chianti

Luogo: San Polo in Rosso

Comune: Gaiole in Chianti

Data/periodo: La pieve è ricordata anteriormente all’anno Mille fra i possedimenti dei Firidolfi da Montegrossoli, poi Ricasoli, in un frammento di cronaca conservato nell’archivio del castello di Brolio

Descrizione: La pieve, essendo situata in un punto strategico al confine fra le repubbliche di Siena e Firenze, fu da quest’ultima fortificata a partire già dal XIII secolo e più compiutamente nel Quattrocento, come dimostrano le strutture difensive oggi visibili.

Un episodio singolare avvenne nel 1351, quando il pievano Raniero Ricasoli fu assalito dai propri nipoti, che rivendicavano la proprietà e la gestione della chiesa. Essi furono respinti e allontanati soltanto dopo l’intervento delle truppe fiorentine.

Durante i lavori di fortificazione, la facciata della pieve venne rialzata, così come i prospetti della parte absidale e della navata sinistra, per formare i muri perimetrali di una rocca che comprendeva anche la canonica e il cortile. Tale intervento ha alterato l’aspetto interno della chiesa, che in origine doveva presentare le caratteristiche tipicamente romaniche. Internamente, infatti, sono presenti i tratti fondamentali di questo stile: tre navate divise da pilastri, di cui la principale sopraelevata e terminante nell’abside semicircolare.

Sul finire del XIV secolo, altri interventi strutturali all’interno dell’edificio hanno sostituito la copertura a capriate con volte a crociera gotiche, mentre agli inizi del Novecento la pieve è stata interessata da un ripristino in stile che ha cancellato altari e intonaci e dotato volte e abside di nuove ornamentazioni di gusto neomedievale.

La pieve di San Polo in Rosso, in passato, fu sicuramente una delle più importanti chiese del Chianti. La sua rilevanza è dovuta anche alla grande ricchezza e varietà degli arredi che conservava, fra cui il celebre polittico di Ugolino di Nerio, oggi presso il castello di Brolio, e una croce dipinta, oggi presso la Pinacoteca di Siena, attribuita a un anonimo seguace di Duccio, denominato Maestro di San Polo, riconosciuto in seguito dalla critica in Segna di Buonaventura.

Nella chiesa vengono tuttora celebrate alcune messe durante l’anno, soprattutto in occasione di ricorrenze come il Natale, l’Epifania, la Pasqua di Resurrezione e l’Assunta.

Attualmente il complesso ospita una struttura ricettiva.

Bibliografia:

Anichini F., Enciclopedia del Chianti senese, Siena, Cantagalli, 2005, pp. 365-366

Barzanti R., Chianti senese: pievi, castelli, borghi, vigneti e cantine, Milano, Mondadori, 1998, pp. 185-186

Bosi L., Le ville del Chianti, Pistoia, Tellini, 1981, pp. 114-116

Moretti I., Stopani R., Chiese romaniche nel Chianti, Firenze, Editore Salimbeni, 1966, pp. 43-49

Moretti I., Stopani R., I castelli dell’antica lega del Chianti, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1972, pp. 87-93

Torriti P., Le chiese del Chianti, Firenze, Le lettere, 1993, pp. 149-152

Valenti M., Il Chianti senese: Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti, Siena, Nuova immagine, 1995, p. 258

Documenti:

Casabianca A., Guida storica del Chianti, con numerose tavole fuori testo e una carta topografica, edizione anastatica, Firenze, tipografia giuntina, 1970, p.161

Casabianca A., Guida storica del Chianti, con numerose tavole fuori testo e una carta topografica, edizione anastatica, Firenze, tipografia giuntina, 1970, p.177

Moretti I., Stopani R., I castelli dell’antica lega del Chianti, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1972, p.91

San polo. Marchetti F., Tognaccini D., Le più antiche immagini del Chianti. L’albero genealogico dei Ricasoli in una stampa del 1584, Firenze, edizioni polistampa, 2009, pp.80-81

Fonti:

Casabianca A., Guida storica del Chianti, con numerose tavole fuori testo e una carta topografica, edizione anastatica, Firenze, Tipografia giuntina, 1970, pp. 161 e 177

Note: Un’interessante disputa sull’attribuzione degli affreschi con Storie della vita di Cristo della navata centrale della chiesa ha coinvolto, dagli anni Trenta ad oggi, numerosi storici dell’arte senese. Recentemente gli affreschi sono stati attribuiti a Cristofano di Bindoccio e Meo di Pero, due pittori “vagantes” attivi nel territorio e influenzati da più noti pittori del Trecento: di qualità modesta, hanno tuttavia un tocco genuino e fresco accentuato da un tono naif.

Autore scheda: Francesca Rosini

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