Casa Carletti e vetta Monte Cetona

Luogo: Monte Cetona 

Comune: Cetona 

Data/ periodo: Età del Bronzo, Bronzo finale 1.175-950 a.C. 

Descrizione: Labitato etrusco di Casa Carletti fu segnalato all’archeologo Umberto Calzoni nel 1934 dal proprietario stesso del terreno. Non venne esplorato nella sua interezza: si aprirono saggi di scavo che portarono all’individuazione di uno spesso strato di terriccio scuro ricco di materiale fittile e di oggetti di bronzo che il Calzoni interpretò, probabilmente a ragione, come lo scarico del villaggio. All’interno di tale strato si trovarono i resti di un muro edificato a secco con grosse pietre, dotato, secondo lo scopritore, di “contrafforti” e orientato verso l’alto del monte. I resti dei fondi delle capanne componenti il villaggio vennero riconosciuti, ed in parte scavati, sul crinale immediatamente sovrastante la casa abitata da Carletti. Allo stato attuale il sito si presenta sconvolto dalla presenza di una cava, non più attiva, che nel suo espandersi ha distrutto lo stesso casolare, ai cui margini si nota ancora la presenza di uno strato nero ricco di materiale ceramico. Nello scavo del Calzoni venne raccolta una notevole mole di materiale ceramico, utensili ed oggetti d’ornamento in bronzo, osso e pietra, attualmente conservati presso il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, a Perugia. Tra il materiale ceramico la classe più rappresentata è quella delle olle, recipienti piuttosto profondi adatti per la cottura del cibo, unitamente ad altre fogge ugualmente legate alla quotidianità della vita domestica come i piatti e le scodelle. Meno numerosi sono i frammenti di ciotole carenate in impasti raffinati con superfici levigate o lucidate, a volte decorate. Caratteristiche delle ciotole carenate sono le anse sopraelevate rispetto all’orlo arricchite di terminazioni “a corna” di vario tipo e complessità. I motivi decorativi più frequenti sono le incisioni ampie e poco profonde e le impressioni circolari, isolate o associate in sintassi geometriche semplici. Rocchetti, ciambelle e pesi da telaio fittili si ricollegano alla filatura e tessitura; bollitoi, colatoi e vasi con beccucci di vario tipo riportano alla lavorazione del latte; macine e macinelli all’uso di farinate di grano od orzo per l’alimentazione. Pendagli e teste di spilloni in osso erano finemente incisi con sottili punteruoli. Fornelli in ceramica con ampia base in cui raccogliere forse le braci e un diaframma di appoggio alle pentole, completano il panorama degli utensili domestici. Bronzi e tipi vascolari sono nel loro complesso omogeneamente databili all’età del Bronzo finale (fine XII-X secolo a.C.). La posizione su altura (non sulla vetta del Monte Cetona, occupata peraltro da un abitato coevo) ricorda forme di insediamento simili testimoniate in Umbria e Lazio, probabilmente legate alla necessità sia di pascolo stagionale che di sfruttamento agricolo dei terreni. 

Linsediamento della Vetta del Monte Cetona fu scoperto nel 1968 durante i lavori per l’erezione della croce sulla parte sommatale del rilievo a quota 1148 s.l.m.. In seguito furono eseguiti dei limitati saggi per verificare l’entità dei depositi da parte dellallora Istituto di Paletnologia dell’Università di Roma. Il materiale si rinvenne in superficie in una zona abbastanza ampia, ma non continua, che coincide con l’areale interno della curva di livello entro i 1100 metri s.l.m. In prossimità della vetta furono messe in luce delle cinte murarie a secco, la più esterna delle quali ha un perimetro valutato intorno a m 280; la pianta è complessivamente ellittica con l’asse maggiore in direzione N-S. La correlazione tra mura e strato di superficie contenente il materiale archeologico non è risultata del tutto chiara. In uno dei saggi il “muro” sembrava poggiare sullo strato contenente i reperti delletà del bronzo, che sarebbe pertanto più antico della struttura. Il materiale raccolto consiste soprattutto in frammenti di ceramica e in resti di fauna. Su alcune forme vascolari è presente la decorazione incisa con schemi tipici del protovillanoviano. Sono stati inoltre rinvenuti alcuni oggetti d’ornamento personale in bronzo: uno spillone a capocchia globulare e una fibula, ripiegata e mancante dell’ardiglione, probabilmente del tipo ad arco semplice a gomito con decorazione incisa. La definizione cronologica dei materiali rinvenuti rientra complessivamente nel Bronzo finale. L’occupazione stabile di aree montane durante il Bronzo finale è ampiamente attestata nell’Italia centrale; la creazione di centri fortificati di altura è stata messa in relazione sia con una funzione di controllo delle vie di comunicazione che con lo sviluppo di un’economia differenziata tra aree montane e di pianura, che prevede un organico sfruttamento dei pascoli per l’allevamento stanziale e per la transumanza “verticale”. Rimane ancora da verificare se questo sito sia stato un centro abitativo fisso oppure stagionale o ancora legato a saltuari passaggi durante la transumanza. Certo la Vetta del Monte Cetona non sembra prestarsi ad un insediamento continuativo nell’arco dell’anno: la funzione e i caratteri di questa frequentazione, così come quelli delle strutture rinvenute, rappresentano quindi un problema ancora da approfondire. 

Bibliografia: 

Calzoni U., Resti di un abitato preistorico a Casa Carletti sulla montagna di Cetona, Studi Etruschi X, 1936, p.339

Cipolloni M., Insediamento “protovillanoviano” sulla vetta del Monte Cetona, Origini V, 1971

De Angelis M. C., Il Bronzo finale in Umbria e nella Toscana interna, Atti XXI Riun. Scient. IIPP, Firenze, 1979

De Angelis M. C., Casa Carletti, in Martini F., Sarti L.(a cura di), La preistoria del Monte Cetona, Firenze, Polistampa,1990, pp. 88-90

Martini F., Sarti L., Vetta del Monte Cetona, in Martini F., Sarti L. (a cura di), La preistoria del Monte Cetona, Firenze, Polistampa,1990, pp.90-92

Links:  

Sito del Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona

Sito del Comune di Cetona

Pagina facebook del Museo Civico

Autore scheda: Cristina Balducci 

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