Via Lauretana
Luogo: Asciano
Comune: Asciano
Denominazione: Via Lauretana
Data/periodo: IX secolo
Descrizione: Nel IX secolo il massiccio impaludamento della Val di Chiana quasi obbligò la nascita della cosiddetta Via Lauretana, nata per collegare Cortona a Montepulciano, Asciano e Siena. Il nome Lauretana deriva probabilmente dal toponimo Loreto, localizzato nella piana sotto Cortona, tuttavia è plausibile che la denominazione Lauretana fosse stata introdotta ufficialmente solo in epoca moderna e non è da escludere che tale terminologia fosse utilizzata precedentemente in una dimensione orale e popolare forse per rievocare una tradizione passata che vedeva quella strada come via di pellegrinaggio verso la città di Loreto: infatti da Camucia, nei pressi di Cortona, l’antico percorso lauretano si dirigeva sulla sponda orientale del Lago Trasimeno, attraversava Passignano sul Trasimeno, sfiorava la città di Perugia e proseguiva sino a Foligno. Da questa città, si dirigeva verso gli Appennini umbro-marchigiani, superandoli all’altezza del Passo di Colfiorito per giungere infine a Loreto dove, secondo la tradizione, nel 1294 si adagiò, portata dagli angeli, la piccola casa di Nazareth dove era avvenuto l’Annuncio dell’Angelo Gabriele a Maria e dove Gesù aveva vissuto fino al suo magistero pubblico.
Ad ogni modo, la Via Lauretana nasce come strada etrusca e successivamente fu sfruttata ed ampliata dai romani con innovative tecniche di costruzione. La strada aveva come punto di partenza Cortona e il tracciato si distaccava dalla vecchia Via Cassia costruita intorno al 125 a.C. forse dal censore Lucio Cassio Longino Ravilla, sul precedente percorso etrusco Veio-Orvieto-Chiusi-Cortona-Arezzo-Fiesole. Nel 1775 per ordine del Granduca Leopoldo II d’Asburgo-Lorena, la tratta principale della Lauretana fu interamente ristrutturata e potenziata per esigenze commerciali: infatti l’intento era quello di sviluppare il commercio del prezioso grano della Val di Chiana.
Caduta in disgrazia ormai da molti anni come la maggiore parte delle strade toscane, fu oggetto di una vera e propria rinascita. L’ingegnere Giuseppe Salvetti, incaricato dal Granduca di esaminare tre progetti con diversi itinerari, consigliò il restauro della vecchia arteria che passava per Asciano. Dal punto di vista strategico, questa strada, dopo l’impaludamento della valle, fu per lungo tempo la più importante della zona, basti pensare che era l’unica strada che permetteva ai fiorentini di raggiungere Montepulciano. Da Cortona a Camucia la strada tagliava in linea retta la pianura fino a Centoia e con un percorso collinare arrivava al Castello di Valiano. Attraversava la palude chianina tramite il ponte di Valiano che insieme a quello di Chiusi e ai tre ponti di Arezzo, rappresentò un vitale punto di passaggio del vasto lago stagnante. La diramazione della Lauretana per Siena partiva dalla odierna zona di Abbadia di Montepulciano e si congiungeva più avanti con l’importante strada che collegava Montepulciano al Castello di Ciliano e Torrita di Siena. Superata di poco Abbadia di Montepulciano la Via Lauretana entrava nello stato senese presso Torrita di Siena, passava ai piedi del Castello di Guardavalle e vicino alle fattorie della Fratta e dell’Amorosa. La Lauretana attraversava poi il borgo di Rigaiolo, saliva a Collalto lambendo Sinalunga, raggiungeva Asciano e oltrepassato il Fiume Ombrone, per le Crete Senesi, scendeva fino a Taverne d’Arbia, i Due Ponti e terminava alle porte di Siena.
Strada molto transitata nei secoli XV, XVI e XVII, la Lauretana, a differenza della vicina via Francigena che ha continuato ad essere percorsa anche nei tempi moderni da chi si recava a Roma, ha perso nel corso dei secoli viandanti e pellegrini che hanno preferito nuove strade più agevoli e più comode. Ultimamente alcuni studiosi hanno voluto approfondire lo studio delle insistenze artistiche ed architettoniche disseminate lungo l’antico percorso della via Lauretana: in particolare il professore Divo Savelli ha condotto un’ampia ricerca su un affresco presumibilmente cinquecentesco ubicato lungo la via Lauretana nell’antica Pieve di Sant’Ippolito poco lontano dal centro storico di Asciano. Il Savelli, a partire da una scritta visibile nell’affresco e naturalmente dall’esame stilistico dell’opera, sostiene l’ipotesi che la mano del pittore sia quella di Raffaello, di passaggio attraverso le Crete Senesi in occasione del grande Giubileo di Mezzo Millennio. Oggi è difficile che si ricolleghi la Via Lauretana all’antico pellegrinaggio verso Loreto, tuttavia provare l’antica vocazione della Via Lauretana è tutt’altro che arduo, anzi. I toponimi di spedale, taverna, osteria, le fonti e i ruderi di antichi abbeveratoi per i cavalli che si susseguono ancora lungo la Via Lauretana e, poi, i vistosi tabernacoli, le numerose cappelle, le grandi croci ai bivi delle strade, offrono segnali chiari e manifesti indizi di un antico percorso devozionale segnato a tappe al fine di indirizzare e rinfrancare il pellegrino in transito. In ultimo, le prove tra tutte più evidenti della vocazione della Via Lauretana sono certamente le numerose immagini mariane, spesso con specifici riferimenti alla Madonna di Loreto, presenti nelle chiese lungo la strada o nelle sue vicinanze, sia nelle Crete Senesi che in Valdichiana.
Bibliografia:
A.A. V.V., Sessiano 714 – Asciano 2014. Una storia di 1300 anni, Venerabile Confraternita di Misericordia e di S. Chiodo, 2014
Angiolini A., La Via Lauretana, antica strada della Valdichiana, in Cara Montepulciano, Montepulciano, Thesan & Turan, Luglio 2008
Savelli D., Tra Siena e Camucia i segni della Lauretana, in Toscana Oggi, Maggio 2009
Savelli D., Raffaello e la devozione lauretana, in Toscana Oggi, Settembre 2009
Savelli D., Arte e devozione. Riletture e scoperte nel mondo delle arti figurative: Masaccio, Ghiberti, Michelangelo, Raffaello, le Vie Lauretane, Nidiaci, 2014
Via Lauretana. Strada di Artisti e Pellegrini?, Catalogo della mostra documentaria e fotografica sull’antica via nel tratto senese- aretino, Asciano, 2013
Links:
Servizio televisivo andato in onda il 21 Dicembre 2013 su Rai 3, Rubrica Bell’Italia
Autore scheda: Marta Mazich
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