Fortezza di Montalcino

Luogo: Montalcino

Comune: Montalcino

Data/periodo: 1361- 1560

Descrizione: La fortezza venne costruita dai senesi dopo l’annessione di Montalcino al territorio senese. L’atto di obbedienza al governo senese dei Dodici venne sancito il 14 ottobre del 1361 dal Conservatore senese Lodovico de’ Pii. Il 12 novembre dello stesso anno  venne stanziata la somma di 5000 fiorini per la costruzione del cassero. Nel marzo del 1362 iniziarono i lavori  che videro, per  necessità militari di copertura dell’edificio, la demolizione delle case circostanti, l’innalzamento della cinta muraria e delle torri  presenti nel recinto delle mura, e l’abbattimento della Chiesa di Sant’ Egidio che verrà poi successivamente ricostruita, con lo stesso materiale e dagli stessi senesi. Già nel 1363 la struttura della fortezza era realizzata. La volontà dei senesi era di  mantenere all’interno una guarnigione per dissuadere eventuali atti di ribellione ed autonomia da parte dei montalcinesi. Della costruzione furono incaricati come riportato nelle cronache da Neri di Donato, “..fu lo primo operaio Stefano di  ser Ghino Foresi, e l’altro operaio Domenico di Feo Lanajuolo”. I due costruirono un castello recinto a forma pentagonale e torri a tutti gli angoli. La struttura pentagonale rappresenta un aspetto di novità rispetto alla base quadrata propria di quel periodo le motivazioni di tale scelta potrebbero essere due: adattamento alle caratteristiche del terreno inadatto ad ospitare una fortezza a pianta quadrata; anticipazione della forma tipica delle fortezze rinascimentali. Il primo castellano fu, nel 1368, Francesco Sozzini, accompagnato da 32 balestrieri.

Dopo aver oltrepassato la Porta al Cassero, sormontata dalla balzana bianco/nera senese, una rampa permette l’accesso alla rocca tramite una porta ad arco a sesto acuto sopra la quale ancora una volta è riportata la Balzana simbolo di Siena. La porta di accesso è sormontata da una struttura a sporgere con caditoia o piombatoio (un sistema difensivo che consisteva nel far cadere sul nemico assediante, oramai vicino, sia liquidi infiammabili o bollenti, sia materiali solidi come laterizi o pietre), il portone in legno è stato rifatto nel 1941. Si entra all’interno e ci si trova in un ampio spazio circondato dalle mura e dalle torri poste agli angoli del cassero pentagonale. Addossata alle mura sul lato nord-ovest si trova la cappella che non è altro che  parte della navata sinistra della Chiesa di Sant’Egidio (demolita e poi ricostruita ma più in basso rispetto alla fortezza). Alla base del muro a scarpa della rocca e delle torri si trovano molte piccole arciere. Dalla torre del mastio (la torre principale delle fortezze e delle rocche) di S. Martino che ha subito sicuramente dei rifacimenti, si accede, attraverso una scala interna, ad alcune sale e al camminamento di ronda che corre per tutto il perimetro delle mura della fortezza. In prossimità del mastio si trova il terzo ingresso aperto forse in epoca successiva. Opposta alla porta d’ingresso si apre un’altra porta che conduce al giardino dei lecci nel bastione San Giovanni costruito per rinforzare la fortezza nel suo punto più debole. Il bastione venne edificato all’indomani della resa di Montalcino e dell’intero territorio senese, il 31 luglio del 1559 a Cosimo I° de’ Medici. La costruzione non intaccò o modificò il resto della rocca.  Nello sperone esterno del bastione si trova  lo stemma mediceo con l’iscrizione:  COSMUS MEDICEUS MAGNUS DUX ETRURIAE A.D. MDLXXI. Questo bastione venne utilizzato dal 1787 come cimitero (smantellato alla fine degli anni ‘30 del Novecento). Dopo un lungo periodo di abbandono la fortezza subì un grande restauro alla fine degli anni ’30 del Novecento.

Bibliografia:  

A. SigilloMontalcino Itinerari turistici, Città di Castello, Tipolitografia Peruzzi 1994

Editori del Grifo, Montalcino, Montepulciano, Editrice le Balze, 1995

B. Bonucci, Montalcino Pietre e storia, Cortona, Editrice Donchisciotte,1999

Comune di Montalcino, Montalcino Città delle eccellenze,  Città di Castello Litograf  Editor, 2009

Autore scheda: Valentina Pierguidi

 

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